L'Aleph: differenze tra le versioni

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* '''''Il morto''''' (''El muerto''): la storia si svolge intorno all'ultimo decennio dell'[[XIX secolo|ottocento]], tra [[Brasile]], [[Argentina]] e [[Uruguay]]. Il protagonista è Benjamín Otálora, un ragazzotto di Buenos Aires che per una serie di vicende viene a contatto con il [[gaucho]] Azevedo Bandeira, e inizia a far parte della sua banda. In poco tempo anni, l'ambizioso Otálora inizia a disprezzare il suo capo e a meditare di rovesciare la sua autorità. Il piano sembra funzionare, finché l'argentino non scopre che l'unico motivo per cui Bandeira gli ha concesso tutto quello che ha ottenuto è che non lo considerava affatto un pericolo, anzi, per lui era già morto. Alla fine, il protagonista viene ucciso con un colpo di pistola da Suárez, il braccio destro di Bandeira.
* '''''I teologi''''' (''Los teólogos''): ambientato nel [[medioevo]], il racconto inizia con la devastazione, da parte degli [[Unni]], della biblioteca di un monastero in un luogo non specificato (identificato solo con "sulle montagne" e "sulle rive del [[Danubio]]"). L'unico libro a salvarsi dalla furia del popolo guerriero è il dodicesimo della [[La città di Dio|Città di Dio]], dove si parla dell'idea platonica dell'infinita ripetizione dell'universo. Gli abitanti di quella regione con il tempo iniziano ad adottare la dottrina di quell'unico libro superstite, non sapendo che l'autore aveva esposto quella tesi solo per poi confutarla. A questo punto entra in gioco il protagonista, Aureliano, [[Vescovo coadiutore|coadiutore]] di [[Aquileia]]. Aureliano, oltre che dalla lotta alle eresie, è tormentato dalla rivalità con un altro religioso, tal Giovanni di Pannonia. Una volta composta la sua orazione (basata soprattutto sullo scherno) contro i ''monotoni'' (così vengono chiamati gli eretici che professano la ripetizione infinita dell'universo), Aureliano viene a conoscenza di quella del rivale e la trova infinitamente più pertinente ed efficace. In seguito ad essere scelto per parlamentare con i monotoni è proprio Giovanni di Pannonia. Il capo della setta viene arso sul [[Morte sul rogo|rogo]], ma la battaglia segreta di Aureliano contro Giovanni continua. Dalle regioni dell'[[Egitto]] o dell'[[Asia minore]] viene a nascere un'altra setta, i cui adepti sono chiamati ''istrioni'', e credono che qualsiasi uomo abbia un [[doppio]] in cielo che fa l'esatto contrario di quello che fa l'uomo, pertanto si danno alla [[bestemmia]], alla [[sodomia]] e ad altre atrocità. Nello scrivere un testo che li condanni, Aureliano ha difficoltà a trovare una frase ad effetto per riassumere le loro false credenze; dopo un po' gliene viene in mente una di venti parole (che non sono mai rivelate al lettore), ma subito dopo averle scritte si ricorda di averle lette su un testo del suo rivale, Giovanni di Pannonia. Indeciso sul cosa fare (modificare il testo equivaleva a farlo perdere di efficacia, indicare l'autore avrebbe denunciato un celeberrimo dottore cristiano come eretico, ignorare la paternità della frase sarebbe stato plagiare un uomo da lui odiato), Aureliano opta per l'attribuire la frase a ''un uomo dottissimo di questo secolo'', che la disse per leggerezza. Il suo piano però non funziona e Giovanni viene riconosciuto, bollato come eretico e arso sul rogo. In seguito Aureliano si darà alla macchia e viaggerà per il mondo, per poi morire in un incendio come il suo rivale. La conclusione della storia si svolge in [[paradiso]], dove Aureliano viene a scoprire che agli occhi di [[Dio]], lui e Giovanni erano talmente simili da poter essere la stessa persona.
* '''''Storia del guerriero e della prigioniera''''' (''Historia del guerrero y la cautiva''): racconto di tono "realistico": ci sono date, 1872, personaggi reali "mio nonno Borges preposto alle frontiere N e W di Baires", la nonna di Borges di origine inglese; il guerriero è il longobardo Droctulft che giunge a Ravenna come conquistatore ma poi difende la città ammirando la sua civiltà considerandola superiore; la "prigioniera" è una "bionda india" che sfugge alla civiltà inglese e abbraccia il deserto. Entrambi "trascinati da un impulso più profondo della ragione, [impulso] di cui non avrebbero saputo dare ragione. Diritto e rovescio di una medaglia per Dio eguale]
* '''''Biografia di Tadeo Isidoro Cruz (1829-1874)''''' (''Biografía de Tadeo Isidoro Cruz (1829-1874)'')
* '''''Emma Zunz''''' (''Emma Zunz''): ispirata a Cecilia Ingenieros, amica di Borges, danzatrice e coreografa, nonché allieva di Marta Graham, è storia della vendetta della figlia di un impresario di tessuti (Manuel Maier) contro un socio infedele (Aaron Loewethal) ucciso da Emma-Cecilia, simulata e mascherata dietro uno stupro (la ragazza viene stuprata da un marinaio svedese o finlandese, ma lei accusa il socio e compie così una vendetta, rimasta impunita.
* '''''La casa di Asterione''''' (''La casa de Asterión'')
* '''''L'altra morte''''' (''La otra muerte'')
* '''''Deutsches Requiem''''' (''Deutsches réquiem'')
* '''''La ricerca di [[Averroè]]''''' (''La busca de Averroes'')
* '''''Lo Ẓāhir''''' (''El zahir''): Lo zahir è una persona o un oggetto che ha il potere di creare un'[[ossessione]] in tutti coloro che la vedono, in modo che la persona colpita percepisca sempre meno realtà e sempre più zahir, dapprima solo mentre dorme, poi in ogni momento. Nella storia, una versione fittizia di Borges ottiene lo zahir come resto dopo aver pagato per un drink sotto forma di una moneta da 20 centesimi. Borges racconta quindi al lettore un treno di pensieri incentrato su monete famose nel corso della storia e della leggenda e sul fatto che la moneta simboleggia il nostro [[libero arbitrio]], dal momento che può essere trasformata in qualsiasi cosa. Il giorno successivo, Borges decide di perdere la moneta. Va in un quartiere lontano di [[Buenos Aires]] e riesce a sbarazzarsi dello zahir, pagando per un altro drink. Lo scrittore non è però in grado di dimenticare la moneta, dalla quale diventa gradualmente più ossessionato. Prova a cercare una cura e, dopo alcune ricerche, trova un libro che spiega la storia dietro lo zahir. Secondo il [[mito]], ogni cosa sulla terra ha la propensione ad essere uno zahir. Borges ci dice che presto non sarà più in grado di percepire la realtà esterna e dovrà essere vestito e nutrito; ma poi riflette che questo destino non lo preoccupa, dal momento che sarà ignaro di esso.
* '''''La scrittura del dio''''' (''La escritura del Dios'')
* '''''Abenjacàn il Bojarí, ucciso nel suo labirinto''''' (''Abenjacán el Bojarí, muerto en su laberinto'')<ref name="1952 edition">Aggiunto all'edizione del 1952.</ref>
* '''''I due re e i due labirinti''''' (''Historia de los dos reyes y los dos laberintos'')<ref name="1952 edition"/>
* '''''L'attesa''''' (''La espera'')<ref name="1952 edition"/>
* '''''L'uomo sulla soglia''''' (''El hombre en el umbral'')<ref name="1952 edition"/>
* '''''L'[[Aleph]]''''' (''El Aleph'')
 
Nell'edizione ''Universale Economica Feltrinelli''n.334, alla fine vi è un breve ''Epilogo'' dello stesso Borges datato 1949, con una ''Postilla'' del 1952 contenenti alcune informazioni riguardo ai racconti.