Meteoroid Technology Satellite: differenze tra le versioni
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== Obbiettivi ==
Il satellite faceva parte del [[Programma Explorer]] e fu messo in orbita con lo scopo principale di misurare il tasso di penetrazione di [[Meteoroide|meteoroidi]] su bersagli protetti nonché di studiare la distribuzione delle velocità e il flusso di tali oggetti spaziali.
== Struttura ==
Il satellite fu progettato e costruito dal [[Langley Research Center]] della [[NASA]].
Il veicolo, del peso di 90 kg, aveva un corpo centrale di forma cilindrica lungo 3,20 m sul quale erano situati gli esperimenti relativi allo studio della velocità e degli impatti dei meteoroidi. Da esso si dipartivano i quattro bersagli per i meteoroidi (di cui, a causa di un malfunzionamento, solo due si dispiegarono una volta che il satellite arrivò in orbita) che portavano la larghezza complessiva del veicolo a 7,015 m.
== Strumentazione ==
Il Meteoroid Technology Satellite recava quattro pannelli che si estendevano dal suo corpo centrale e su cui erano disposte dodici celle contenenti gas, aventi un bordo in acciaio dello spessore di 2 mm e protette da un altro strato di acciaio spesso 1 mm. La misurazione della perdita di pressione dovuta al gas fuoriuscito a causa della penetrazione di meteoroidi rendeva possibile valutare il tasso di penetrazione di questi oggetti spaziali. Sul corpo del satellite, a diverse altezze, erano poi posti dodici sensori a forma di scatola volti a misurare la velocità dei meteoroidi che impattavano e sessantaquattro sensori di impatto utili a valutare il flusso di micrometeoroidi.
== Lancio e operatività ==
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Nonostante diverse difficoltà che portarono alla sospensione delle misure di velocità e di flusso dopo due sole settimane dal lancio e alla riaccensione dei due esperimenti per una sola settimana nell'agosto del 1974, il satellite rimase in orbita per più di sette anni, effettuando il proprio rientro atmosferico il 2 novembre 1979.
Fino al dicembre 1972, e quindi nel periodo in cui tutti gli esperimenti furono attivi, i bersagli registrarono la penetrazione di venti meteoroidi, mentre i sensori posti sul corpo centrale del satellite registrarono gli impatti di oltre duemila micrometeoroidi.<ref name="back">{{Cita web|url= https://airandspace.si.edu/collection-objects/satellite-explorer-46-meteoroid-technology-satellite-backup|titolo=Satellite, Explorer 46: Meteoroid Technology Satellite, Backup |editore=National Air and Space Museum|accesso=30 luglio 2018}}</ref>
== Note ==
<references/>
== Altri progetti ==
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{{Programma Explorer}}
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