Castello di Musso: differenze tra le versioni

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==Storia==
[[Image:Musso 3.jpg|thumb|left|250px|Lo sperone di roccia di Musso con il castello soprastante]]
Posto su uno sperone di roccia alto 300 metri sul livello del mare che si estende tra [[Dongo (Italia)|Dongo]] e Musso e sovrastante l'antica [[Via Regina]], si trovano ancora oggi i resti di quello che era un tempo la grande rocca di Musso, di cui ancora sono presenti gran parte delle mura perimetrali. L'area, funzionale per la difesa dei passaggi dalla [[Valtellina]] e dalla [[Valchiavenna]] verso la [[Pianura Padana]], venne fortificata probabilmente già in epoche molto antiche (precedenti all'[[Storia romana|epoca romana]]).<ref>Presso la locale chiesetta di Sant'Eufemia (XVII secolo) si può ancora oggi notare infatti un tracciato viario in quota parallelo alla Via Regina che probabilmente risale a quell'epoca.</ref> A conferma dell'antichità del sito, la chiesa di Sant'Eufemia, posta all'interno dell'area fortificata dal [[XVII secolo|Seicento]], è stata costruita sopra una precedente cappella altomedievale ed è possibile che tale struttura sia stata a sua volta costruita sopra un luogo di culto pagano come testimonierebbe un'ara sacrificale dedicata alla dea [[Diana]] ritrovata ai piedi della rupe all'inizio del [[XX secolo|Novecento]], durante i lavori per l'allargamento della strada sottostante.
 
Le prime notizie storiche certe che abbiamo sul conto della fortificazione risalgono però al [[1350]] quando il castello ed il piccolo borgo presente risultano essere possedimento della famiglia Malacrida, antica famiglia [[Guelfi e ghibellini|guelfa]] di Como trasferitasi a Dongo, la quale lo acquistò all'asta dal comune di [[Como]]. Nel 1406, Giovanni Malacrida ottenne in feudo dal duca [[Giovanni Maria Visconti]] le terre di Musso e [[Poschiavo]], privilegi confermati nel [[1422]] da [[Filippo Maria Visconti]]; tali benefici vennero riconfermati da [[Francesco Sforza]] nel [[1450]]. In questo periodo, anche in particolare col concorso dei [[Visconti]], vengono rafforzate le strutture difensive, ma il [[feudo]] venne privato ai Malacrida nel [[1472]] da parte degli stessi Sforza in quanto la famiglia si era proditoriamente impossessata della parte montuosa sovrastante la rocca, espandendo le fortificazioni, contravvenendo così alle disposizioni dei [[Governanti di Milano|duchi di Milano]].
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* C. Rendina, ''I capitani di ventura'' - [[Roma]], [[Newton Compton Editori|Newton & Compton]], 1999 - ISBN 88-8289-056-2.
* I. Bettin, ''La donazione di Pio IV a risarcimento dei danni delle guerre del Medeghino'' - [[Oggiono]], Cattaneo editore, 2005 - ISBN LO11047547.
* E. Blotto Colturri, ''Il giardino del Merlo - sui passi di don Guanella'', [[Dongo (Italia)|Dongo]], 2012
 
== Voci correlate ==