Monumento ai caduti (Como): differenze tra le versioni
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== Storia ==
Il monumento eseguito è ispirato da uno schizzo a matite colorate ed acquarello dipinto nel 1914 dal [[Futurismo|futurista]] [[Antonio Sant'Elia]], uno dei più illustri caduti comaschi della Grande Guerra appunto ricordati dal monumento.
All'inizio vi fu un primo progetto vincitore dell'apposito concorso, (I grado 1925, II grado 1926) disegnato dagli architetti Asnago e Vender per la parte costruttiva e da Carlo e Luigi Rigola per la parte decorativa, ma fu però respinto dalle autorità.<ref>Al concorso aveva partecipato anche Terragni (per la prima volta con [[Pietro Lingeri|Lingeri]]) con una proposta che oscilla tra richiami classici e trattamento cubico delle masse. Interessante anche la soluzione urbanistica ricucendo il nuovo fabbricato del monumento innestato sullo spigolo della torre accanto al Broletto. <br />cfr. Antonino Saggio, ''Giuseppe Terragni Vita e Opere'', Roma-Bari Editori Laterza, 2011 (1995), pp. 10-11.</ref> Nel frattempo si fa strada l'ipotesi di costruire il monumento in una localizzazione del lungolago e viene chiesto a [[Giuseppe Terragni|Terragni]] di redigere una proposta. Il progetto presentato da Terragni prevedeva un'impostazione di due lastre verticali traforate e parallele che racchiudevano nell'intercapedine lo spazio celebrativo.
In visita a Como irrompe nel dibattito sul monumento anche il fondatore del [[movimento futurista]] [[Filippo Tommaso Marinetti|Marinetti]] che propone di realizzare (invece del progetto di Terragni) una trasposizione fattibile del disegno di centrale elettrica (ovvero una Torre faro) del Sant'Elia, ribadito come martire della guerra, comasco e architetto caposcuola del movimento futurista. Nonostante la critica di [[Edoardo Persico|Persico]] circa la destinazione a monumento del progetto di una centrale elettrica, il noto pittore futurista [[Enrico Prampolini]] nel 1930 si prende l'incarico di tramutare il disegno di Sant'Elia in un'opera architettonica e di seguito si cominciano le costruzioni sotto la direzione dell'ingegnere [[Attilio Terragni]], fratello di Giuseppe.
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