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Il Forum confermò il suo interesse per i temi politici con il documentario ''[[The Times of Harvey Milk]]'' di [[Rob Epstein]], che ripercorreva la vita e la carriera dell'attivista e politico statunitense assassinato nel 1978, e ''[[Secret Honor]]'' di [[Robert Altman]], racconto immaginario in cui [[Richard Nixon]] (interpretato da [[Philip Baker Hall]]) ripercorreva la propria esistenza attraverso un lungo monologo. Anche il cinema tedesco tentò di fare i conti con il proprio passato con il documentario in tre parti ''[[Der Prozeß. Eine Darstellung des Majdanek-Verfahrens in Düsseldorf]]'', in cui il regista [[Eberhard Fechner]] ricostruì il terzo dei cosiddetti "[[Campo di concentramento di Majdanek#I tre processi: Lublino, in 7 città polacche e a Düsseldorf|Processi di Majdanek]]" celebrato in Germania dal 1975 al 1981,<ref name="berlinale.1985"/> e il documentario ''[[Notre nazi]]'' di [[Robert Kramer]], girato durante le riprese di ''[[Wundkanal]]'' di [[Thomas Harlan]] a sua volta incluso nel programma.
* 1986
In questa edizione è stata assegnata per la prima volta la [[Berlinale Kamera]], riservata a personalità e istituzioni cinematografiche legate alla storia del festival. I primi vincitori sono stati le attrici [[Gina Lollobrigida]] e [[Giulietta Masina]] e i registi [[Sydney Pollack]] e [[Fred Zinnemann]], al quale è stata anche dedicata la sezione Homage. Altri riconoscimenti introdotti per la prima volta nel 1986 sono stati il [[Premio Caligari]], destinato a film del Forum caratterizzati da particolari innovazioni tematiche o stilistiche, e il Peace Film Prize, assegnato a film di varie sezioni sua base di qualità estetiche e impegno sociale. Un'altra novità è stata la presenza della Kinderjury, giuria composta da membri tra gli 11 e i 14 anni che ha conferito il premio al miglior film della sezione destinata ai più giovani.
Il festival del 1986 fu preceduto da un intenso dibattito relativo a due film presentati dalla [[Germania Ovest]]: ''[[Stammheim - Il caso Baader-Meinhof]]'' di [[Reinhard Hauff]], incentrato sul [[Processo di Stammheim|processo]] alla [[Rote Armee Fraktion]] del 1975-77, e la commedia drammatica proiettata fuori concorso ''[[Heilt Hitler!]]'' di [[Herbert Achternbusch]]. [[Moritz de Hadeln]] rispose alle preoccupazioni del Ministero dell'Interno di [[Bonn]] sull'opportunità di invitare le due pellicole il 24 gennaio, con una lettera nella quale sottolineò le difficoltà legate alla selezione dei film tedeschi poiché «il contenuto e la forma di alcuni film potrebbero destare preoccupazione, soprattutto considerando il fatto che nessuno dovrebbe essere urtato in alcun modo... Tuttavia, poiché arte e talento richiedono sempre libertà e innovazione, ritengo che nell'ambito del mandato conferitomi dalla Berlin Festivals-Ltd ci sarebbe una contraddizione se dovessi limitare il mio giudizio artistico introducendo considerazioni di adeguatezza e necessità».
Mentre ''[[La messa è finita]]'' di [[Nanni Moretti]] fu molto apprezzato da pubblico e critica, ricevendo anche il [[Orso d'argento, gran premio della giuria|gran premio della giuria]] e quello della Confédération Internationale des Cinémas d’Art et d’Essai, gli altri due film italiani in concorso furono accolti negativamente, in particolare ''[[Interno berlinese]]'' di [[Liliana Cavani]]. «Penso che ridere sia molto sciocco», commentò la regista dopo una proiezione accompagnata da fischi, risate di scherno e applausi beffardi, «una forma d'imbarazzo o di difesa, oppure una reazione da idioti che ridono perché non capiscono»». Reazioni miste suscitò invece ''[[Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti]]'' di [[Lina Wertmüller]], con il pubblico nettamente diviso tra applausi e fischi. Durante la [[conferenza stampa]] la regista commentò l'accoglienza: «Non so perché abbiano fischiato, mi interesserebbe saperlo. A [[Napoli]] abbiamo scoperto che alcuni "fischiatori" si occupavano di droga, non so se a Berlino...» A proposito del film, che alla fine si aggiudicò il Premio INTERFILM e quello dei lettori della ''[[Berliner Morgenpost]]'', aggiunse: «Il mio discorso stavolta non poteva essere più allegro di così... E se una città è bella, com'è bella Napoli, si dovrebbe renderla brutta soltanto perché vi si svolgono delle infamità? Aver disimparato a guardare l'[[Italia]] è un difetto dei giovani registi che non aiuta il cinema».
Il giornalista e critico Siegfried Schober rincarò la dose con un articolo su ''[[Die Zeit]]'', in cui scrisse polemicamente che la ''Berlinale'' non era «adatta ai film tedeschi» e che «i cineasti tedeschi, con il loro ostinato spirito di resistenza e la loro eterna tendenza a recitare la parte offesa... non erano esenti da colpe per questa spiacevole situazione». Schober basò le sue argomentazioni sulla stroncatura avvenuta nel 1983 di ''[[Lucida follia]]'' di [[Margarethe von Trotta]], che quest'anno aveva portato la regista a presentare ''[[Rosa L.]]'' al [[Festival di Cannes]]. Moritz de Hadeln trovò normale che dopo aver partecipato a Berlino e [[Mostra internazionale d'arte cinematografica|Venezia]] la regista volesse portare il suo film a Cannes e affermò che i film di [[Reinhard Hauff|Hauff]] e di [[Herbert Achternbusch|Achternbusch]] erano in ogni caso «film tedeschi contemporanei di grande significato, capaci di far riflettere in profondità».
Tutte le polemiche furono dimenticate quando il 14 febbraio 1986 la ''Berlinale'' si aprì con ''[[Ginger e Fred]]'', il nuovo film di [[Federico Fellini]] che con [[Marcello Mastroianni]] e [[Giulietta Masina]] fu accolto trionfalmente. Il concorso di quest'anno fu particolarmente eterogeneo, con film quali ''[[Gilsoddeum]]'' del sudcoreano [[Im Kwon-taek]], ''[[Caravaggio (film)|Caravaggio]]'' di [[Derek Jarman]], ''[[Anne Trister]]'' di [[Léa Pool]] e ''[[La messa è finita]]'' di [[Nanni Moretti]], al quale la presidente di giuria [[Gina Lollobrigida]] avrebbe voluto assegnare l'[[Orso d'oro]] andato invece a ''[[Stammheim - Il caso Baader-Meinhof|Stammheim]]''.
Mostrato in anteprima ad [[Amburgo]], dove la proiezione era stata interrotta a causa dei disordini e dell'aggressione dell'ex portavoce del governo Klaus Bölling, il film di [[Reinhard Hauff|Hauff]] era già stato distribuito in altre città della Germania Ovest e la presenza a Berlino fu resa possibile da una modifica delle linee guida secondo quelle adottate a [[Festival di Cannes|Cannes]] per i film francesi: adesso i film tedeschi in concorso potevano essere già stati proiettati nella [[Germania Ovest|Repubblica Federale]], tranne che in altri festival. La proiezione avvenne il 18 febbraio e fu accompagnata da imponenti misure di sicurezza dopo che minacce anonime avevano messo a rischio i membri della giuria, incluse sei camionette della polizia schierate davanti allo [[Zoo Palast]], agenti presenti ovunque, perquisizioni e biglietti speciali per l'ingresso. Tutto si svolse senza alcun problema e il film fu accolto positivamente, anche se la ''[[Frankfurter Allgemeine Zeitung]]'' riportò che «l'applauso alla fine del film è stato breve e, nella migliore delle ipotesi, educato e più simile a un silenzio imbarazzante».
L'ultima riunione della giuria, durante la quale Gina Lollobrigida arrivò a minacciare le dimissioni giudicando il film «un resoconto banale, vacuo e privo di fantasia», si concluse con cinque voti a favore del film ([[Rudi Fehr]], [[Werner Grassmann]], [[Norbert Kückelmann]], [[Françoise Maupin]] e [[Jerzy Toeplitz]]) e cinque contrari ([[August Coppola]], [[Otar Ioseliani]], [[Naoki Togawa]] e [[Rosaura Revueltas]], che si andarono ad aggiungere a Gina Lollobrigida). L'astensione di [[Lindsay Anderson]] produsse quindi una situazione di stallo, tanto più che i contrari non riuscirono ad accordarsi su un altro film: tre voti (inclusi quelli di Lollobrigida e Ioseliani) andarono al film di Nanni Moretti, mentre ''[[A Hora da Estrela]]'' di [[Suzana Amaral]] e ''[[Yari no Gonza]]'' di [[Masahiro Shinoda]] ricevettero un voto ciascuno. La situazione fu risolta quando Lindsay Anderson decise di schierarsi a favore del film tedesco. Gina Lollobrigida annunciò il vincitore affermando che «la maggioranza della giuria internazionale aveva preso questa decisione dopo una discussione controversa... assolutamente contro il mio parere personale».
Dopo la fine del festival l'attrice rilasciò un'intervista per ''[[Der Spiegel]]'' in cui attaccò gli altri giurati, affermando che la decisione a favore di ''Stammheim'' era stata "prestabilita". Con un atto senza precedenti, il presidente di giuria aveva infranto l'impegno alla segretezza a cui erano tenuti tutti i membri, tanto che [[Moritz de Hadeln|de Hadeln]] dovette liberare dall'impegno anche gli altri membri in modo che potessero difendersi dalle accuse.
La recente storia tedesca venne affrontata anche nel Forum internazionale del giovane cinema, in cui furono proiettati i documentari ''[[Partisans of Vilna]]'' di [[Joshua Waletzky]] sui giovani ebrei che organizzarono la resistenza nel [[Ghetto di Vilnius]], ''[[We Were So Beloved]]'' di [[Manfred Kirchheimer]] sulla comunità ebraica del quartiere newyorkese di [[Washington Heights (Manhattan)|Washington Heights]], e soprattutto il monumentale ''[[Shoah (film)|Shoah]]'' di [[Claude Lanzmann]], uno dei più apprezzati e premiati di questa edizione. Un altro punto focale fu il nuovo cinema argentino e le difficoltà nel ristabilire l'identità nazionale e le tradizioni democratiche dopo anni di regime militare, con film quali ''[[La storia ufficiale]]'' di [[Luis Puenzo]] (vincitore del Premio INTERFILM) e interviste alle [[Madri di Plaza de Mayo]], politici e rappresentanti della chiesa.
Il 1986 vide un cambio nella direzione della sezione dedicata ai più giovani. Gaby Sikorski, passato a lavorare per l'[[UNICEF]], aveva lasciato in eredità ai suoi successori Renate Zylla e Manfred Hobsch una sezione in costante crescita di presenze che quest'anno poté anche contare sulla Kinderjury, unico caso di giuria di un festival composta esclusivamente da bambini, il cui riconoscimento andò ad aggiungersi a quelli assegnati da UNICEF e CIFEJ (Centre International du Film pour l'Enfance et la Jeunesse).
L'Info-Schau, la sezione informativa nata nel 1982 e guidata da [[Manfred Salzgeber]], venne rinominata Panorama a partire da quest'anno e continuò a mantenere la struttura e l'orientamento degli anni precedenti con un programma composto per lo più da di film indipendenti e innovativi. Dopo il successo dei programmi sul [[Mediterraneo]] e sul [[Mar Baltico]] degli anni precedenti, quest'anno fu dedicato spazio al [[Mar Nero]] e a film provenienti da [[Romania]], [[Unione Sovietica]], [[Turchia]] e [[Bulgaria]]. All'interno del programma messo insieme dallo storico del cinema Hans-Joachim Schlegel, il film che attirò maggiori attenzioni fu il georgiano ''[[Le montagne blu]]'' di [[Eldar Shengelaia]]. Anche in questa sezione trovò spazio il cinema latinoamericano, con esempi quali ''[[Los motivos de Luz]]'' del messicano [[Felipe Cazals]], racconto di una tragedia nei bassifondi di [[Città del Messico]], e la coproduzione cubano-colombiana ''[[Tiempo de morir]]'' di [[Jorge Alí Triana]], un film sullo stile di un film di cowboy con machismo latinoamericano.
Terminato il festival rimase la questione del rinnovo del contratto di [[Moritz de Hadeln]] e [[Ulrich Gregor]]: come già avvenuto nel 1983, la conferma di quest'ultimo alla guida del Forum non fu messa in discussione mentre quella di de Hadeln non fu altrettanto scontata. Ancora una volta si trattò di una questione politica, legata soprattutto alle forti obiezioni da parte della SPIO, l'organizzazione dell'industria cinematografica tedesca, al suo sostegno ai film di [[Reinhard Hauff]] e [[Herbert Achternbusch]], oltre che a ''[[Günter Wallraff - Ganz unten]]'' di [[Jörg Gfrörer]]. La SPIO propose la candidatura di Eberhard Hauff, direttore del Festival del cinema di [[Monaco di Baviera|Monaco]], ma stavolta de Hadeln poté contare sul sostegno della Berliner Arbeitskreis Film, del dipartimento per film e media dell'[[Akademie der Künste]] e del gruppo di lavoro dei nuovi produttori cinematografici tedeschi. Alla fine i contratti di Gregor e de Hadeln furono entrambi rinnovati per altri cinque anni.
=== Gli anni novanta ===
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