Liutprando: differenze tra le versioni

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Insediatosi dopo un periodo di guerre civili, in un primo momento perseguì una politica di pacificazione con l'[[Impero bizantino]] e con [[Roma]], tanto da costringere il [[Ducato di Spoleto|duca di Spoleto]], [[Faroaldo II]], a restituire ai bizantini il porto [[Ravenna|ravennate]] di Classe ([[712]]-[[713]]). Ancora nel [[715]] sembrò voler rimanere nel solco del trattato di pace siglato nel [[680]] con Bisanzio da [[Pertarito]] e [[Cuniperto]]: come atto di amicizia e di devozione verso il nuovo papa, [[Papa Gregorio II|Gregorio II]], gli restituì il patrimonio delle [[Alpi Cozie]], che era stato nuovamente confiscato dopo la morte di [[Ariperto II]].
 
La debolezza dell'[[Impero bizantino]], sconvolto dalle lotte dinterne seguite alla fine della dinastia di [[Eraclio I di Bisanzio|Eraclio I]] ([[711]]), favoriva l'allontanamento delle provincieprovince italiane, provate da un'insostenibile pressione fiscale. Un'inazione, da parte di Liutprando, avrebbe a quel punto potuto alienargli il sostegno popolare, sempre inclicne, tra i Longobardi, a non lasciar cadere lo spirito guerriero che li aveva sempre caratterizzati. La facilità stessa del colpo di mano su Classe aveva dimostrato come la situazione fosse favorevole a una ripresa dell'espansione ai danni dei domini bizantini in Italia. Nel [[717]] quindi, sfruttò l'attacco degli [[Arabi]] all'impero per attaccare a sua volta [[Ravenna]] e saccheggiare Classe. Contemporaneamente, e con un'azione concertata con lui, il [[Ducato di Spoleto]] occupò [[Narni]] e quello di [[Ducato di Benevento]] si impadronì di [[Cuma]]. I colpi di mano portarono all'interruzione dei contatti tra [[Roma]] e gli altri possedimenti bizantini in Italia, ma gli esiti furono di breve durata: presto Liutprando si ritirò a nord, mentre il [[Ducato di Napoli|duca bizantino di Napoli]], [[Giovanni I di Napoli|Giovanni I]], riconquistò Cuma.
 
In seguito ([[726]]) Liutprando sfruttò le agitazioni causate dalla politica [[Iconoclastia|iconoclasta]] dell'imperatore bizantino [[Leone III di Bisanzio|Leone III]] per intraprendere una nuova campagna. Bisanzio appesantì la pressione fiscale anche sul papato, che avrebbe voluto ricondurre sotto un suo più pieno controllo. [[Papa Gregorio II]] si pose a capo delle rivolte contro l'[[Impero bizantino]], che divamparono in larga parte dell'[[Esarcato d'Italia]]; tra il [[727]] e il [[728]] si sottomisero a Liutprando diverse località fortificate dell'[[Emilia]] ([[Frignano (territorio)|Frignano]], [[Monteveglio]], [[Busseto]], [[San Giovanni in Persiceto|Persiceto]]) e la ben più importante [[Osimo]], nella [[Pentapoli bizantina|Pentapoli]]. Liutprando, presentandosi come difensore del papato e accentuando la sua devozione cattolica, attraversò il fiume [[Po]] e occupò la regione a sud di [[Ravenna]], compresa [[Bologna]].