Uranami: differenze tra le versioni

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=== 1943 ===
Dal 14 al 20 gennaio 1943 lo ''Uranami'' si unì al ''[[Murasame]]'' e accompagnò sino a [[Yokosuka]] la [[portaerei di scorta]] ''[[Chuyo]]'', quindi proseguì da solo sino all'arsenale di [[Uraga]] ([[Tokyo]]) per essere messo in [[bacino di carenaggio]]; durante la revisione aggiunse un'installazione binata di mitragliatrici Type 93 da 13,2&nbsp;mm davanti laalla [[Ponte di comando|plancia]], su un apposito ballatoio.<ref name=combinedfleet.com/><ref name=S25>{{Cita|Stille 2013, Vol. 1|p. 25}}.</ref> Rimesso in acqua il 6 febbraio, il giorno seguente partì con il ''Murasame'' e scortò la ''Chuyo'' nuovamente a Truk, che lasciò il 13 in difesa di un convoglio, giunto il 17 febbraio a Rabaul. Quattro giorni dopo salpò a capo di una missione di trasporto truppe per [[Madang]], conclusasi con successo il 24: il giorno seguente la 19ª Divisione fu trasferita alla 1ª Flotta di scorta, dipendente dalla Flotta dell'Area sud-occidentale, ma il 28 fu coinvolta al completo nella scorta a un gruppo di otto trasporti, carichi di uomini, benzina, veicoli e munizioni destinati alle posizioni di [[Lae]] e [[Salamaua]]. Il convoglio fu [[Battaglia del Mare di Bismarck|localizzato e distrutto]] nel corso di un violento attacco aereo alleato; lo ''Uranami'' sopravvisse senza danni e s'impegnò nel salvataggio dei naufraghi, che fece scendere a Rabaul. Il 7 salpò e recò truppe sull'isola di [[Kolombangara]], tornando alla base il 10, poi il giorno dopo partì per [[Surabaya|Soerabaja]], che raggiunse il 19 marzo dopo una sosta a [[Balikpapan]]: fu subito coinvolto nella scorta di un convoglio da questa città sino a [[Sorong]] (22-30 marzo) ma, di ritorno dalla missione, urtò ad alta velocità una scogliera vicino [[Makassar]] e subì danni ingenti alla [[carena]]. Con propri mezzi si trascinò sino a Soerabaja, nel cui arsenale rimase in riparazione dal 26 aprile al 13 agosto: il 13 maggio il comandante Hagio fu sostituito dal capitano di corvetta Tomō Tanaka. Una volta rientrato in servizio, lo ''Uranami'' rispose direttamente al comando della Flotta dell'Area sud-occidentale (la divisione gli era stata riassegnata il 15 aprile) e completò svariate missioni di scorta o pattugliamento nelle acque dell'[[Indonesia]], l'ultima delle quali lo portò comunque sino a [[Manila]]; durante questo periodo, precisamente il 20 settembre, la 19ª Divisione fu di nuovo trasferita e posta in subordine alla 16ª Divisione incrociatori, composta dall'{{nave||Aoba|incrociatore|2}} e dal {{nave||Kinu|incrociatore|2}}. Rientrato il 25 dicembre a Singapore, vi rimase circa due settimane in manutenzione.<ref name=combinedfleet.com/>
 
=== 1944 e l'affondamento ===
[[File:Japanese warship under attack in the Visayan Sea on 26 October 1944.jpg|thumb|Una probabile immagine dell'''Uranami'', ripreso durante l'attacco che ne provocò l'affondamento]]
 
Il 3 gennaio 1944 lo ''Uranami'', di nuovo in efficienza, partì assieme all'incrociatore leggero {{nave||Kuma|incrociatore|2}}, che fece scalo a Mergui e [[Penang]] per l'approdo di truppe; l'11 l'incrociatore fu però vittima di un [[sommergibile]] nemico e lo ''Uranami'' trasse in salvo i superstiti, che scesero quattro giorni dopo a Singapore. Il 30 e 31 gennaio lo ''Uranami'' prestò assistenza al ''Kinu'', che stava trainando l'incrociatore leggero {{nave||Kitakami|incrociatore|2}}, a sua volta colpito da un battello avversario. Rimase quindi ormeggiato a Singapore, in manutenzione, per buona parte del mese di febbraio. Il 27 salpò e scortò sino all'Oceano Indiano gli incrociatori ''Aoba'', {{nave||Tone|incrociatore 1937|2}} e {{nave||Chikuma|incrociatore 1938|2}}, attendendoli presso l'isola di Bangka sino al 16 marzo: si riunì loro a [[Giacarta|Batavia]] ed entro il 25 tutte le unità rientrarono a Singapore. Il 2 aprile partì assieme al ''Kinu'' e giunse l'8 a Davao, dove prese in consegna un convoglio diretto alle isole Palau: il viaggio fu inframmezzato da una tappa a [[Saipan]], dove il 15 aprile il comandante Tanaka cedette il posto al capitano di corvetta Masuhide Sako, e i trasporti giunsero a destinazione il 26 aprile. Lo stesso giorno lo ''Uranami'' ripartì a difesa del ''Kinu'', che fece sbarcare truppe sull'isola di [[Hatohobei|Tokobe]] prima di fare rotta per [[Tarakan]]: le due unità toccarono il porto il 1º maggio. Dal 5 maggio il cacciatorpediniere fu impegnato nella scorta di alcuni convogli di petroliere che da Tarakan facevano rotta sino alle isole Palau, passando per l'ancoraggio di [[Provincia di Tawi-Tawi|Tawi Tawi]]; il 31 lasciò l'arcipelago e diresse a tutta forza su Davao (raggiunta il giorno seguente) per partecipare all'[[operazione Kon]], il tentativo di rifornire la guarnigione dell'isola di [[Biak]] sotto attacco: le sortite del 2 e dell'8 giugno, però, fallirono a causa della troppo intensa sorveglianza statunitense. Portatosi l'11 a [[Bacan|Batjan]], lo ''Uranami'' salpò il 14 di scorta allo ''Aoba'' e al ''Kinu'', che giunsero il 2 luglio a Singapore; qui il cacciatorpediniere rimase ormeggiato per il mese successivo.<ref name=combinedfleet.com/> Durante la manutenzione fu nettamente potenziata la dotazione contraerea: al posto della torre sopraelevata di poppa furono piazzati due impianti tripli di cannoni [[25 mm Type 96|Type 96]] da 25&nbsp;mm L/60; due altri furono raggruppati su una piattaforma rialzata, opportunamente costruita tra i lanciasiluri poppieri. Sul [[Cassero (nautica)|castello di prua]] e lungo le murate di poppavia furono sistemati altri Type 96 in postazioni singole (totale dieci) e, infine, le Type 93 davanti ilal ponte furono rimpiazzate da una coppia di Type 96.<ref name=S25/><ref>{{Cita|Stille 2014|p. 263}}.</ref> In ultimo l'equipaggiamento [[Lotta antisommergibile|antisommergibile]] si accrebbe di due lanciatori Type 94 e arrivò a contare diciotto bombe di profondità.<ref name=navypedia.org/>
 
Tornato operativo il 4 agosto, dal 7 all'11 accompagnò il ''Kinu'' in una missione trasporto truppe sino a Manila, dove a sua volta caricò truppe che depositò il 16 a [[Cebu]]; tre giorni dopo lasciò urgentemente il porto per recare soccorso all'incrociatore leggero {{nave||Natori|incrociatore|2}}, colpito da un sommergibile, ma non riuscì a ritrovarlo e il 21 tornò a Cebu. Il 24 partì e rientrò a Singapore, da dove condusse pattugliamenti e servizio di scorta dalla fine del mese. Periodicamente controllato, lo ''Uranami'' fu dotato del radar Type 13 da ricerca aerea (montato sull'[[Albero di maestra|albero maestro]]) e del radar Type 22 per la localizzazione di bersagli navali (fissato all'[[Albero di trinchetto|albero tripode prodiero]]). Il 21 ottobre salpò assieme agli incrociatori gregari e si fermò il 23 a Manila; il giorno successivo la rada fu bersaglio di un'intensa incursione di apparecchi imbarcati statunitensi e lo ''Uranami'', mancato di misura da alcune bombe, fu mitragliato più volte: si ebbero quattro morti, nove feriti e alcune deformazioni alla carena che non permisero di superare i 28 nodi. La sera stessa lo ''Uranami'' e il ''Kinu'' presero a bordo alcuni reparti di fanteria e partirono per [[Mindanao]], dove si unì a diversi trasporti militari prima di navigare sino a [[Ormoc]] sull'[[Leyte (isola)|isola di Leyte]]. Il 26 ottobre, al largo delle coste dell'isola di [[Panay]], il gruppo giapponese fu individuato e attaccato da velivoli americani, lanciati dal Task Group 77.4; lo ''Uranami'' fu presto centrato da due bombe e vari razzi, affondando 70 miglia a nord-nord-est della città di [[Iloilo]] ({{coord|11|50|N|123|0|E}}) con 103 morti, tra i quali figurava il comandante Sako. I 94 naufraghi, così come quelli del ''Kinu'', furono tratti in salvo dai trasporti.<ref name=combinedfleet.com/>