Fausto Bertinotti: differenze tra le versioni
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Fausto Bertinotti nasce a Milano, nel quartiere di Precotto, da Enrico, [[macchinista ferroviario|macchinista]] delle [[Ferrovie dello Stato]], e da Rosa, casalinga. È il secondogenito, dopo Ferruccio, anche lui ferroviere. Nel [[1957]] si trasferisce con tutta la famiglia nel paese natale paterno, [[Varallo Pombia]] ([[provincia di Novara|NO]]). Nel [[1962]] si diploma, con tre anni di ritardo per via di alcune bocciature<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/ottobre/07/giovane_Fausto_ripetente_incallito_che_co_0_9810072779.shtml Il giovane Fausto, un ripetente incallito che stava con i cowboy]</ref>, come [[Perito industriale|perito elettronico]] all'[[Istituto Tecnico Industriale|istituto]] Omar di [[Novara]]<ref>[[Corriere della Sera]] del 3 marzo [[2003]] [http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/03_Marzo/03/bertinotti.shtml]</ref>.
Nel [[1965]] sposa la diciottenne Gabriella Fagno; la cerimonia avviene in chiesa per volontà di sua madre, in quanto Fausto si è sempre dichiarato non credente<ref>''[[Corriere della Sera]]'' del 4 aprile [[2006]] [http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/04_Aprile/24/palomba.shtml]</ref>. Nel [[1970]] nasce il suo unico figlio, Duccio, così chiamato in onore del partigiano [[Duccio Galimberti]].
== Il sindacato ==
Aderisce al [[Partito Socialista Italiano]] nel [[1960]]. Nel [[1964]] entra nella [[CGIL]], diventando segretario della
Da questa importante prospettiva prende parte alle lotte operaie di quel tempo, e quindi a quella degli operai della [[FIAT]] nel 1980, terminata con i 35 giorni di sciopero e la [[marcia dei quarantamila]] che segnò una disfatta per il sindacato e per il [[Partito Comunista Italiano]] che quella lotta sostenne. Come sindacalista, sosterrà la necessità di far valere il diritto di sciopero contro
Tra il [[1989]] e il [[1991]] è tra i comunisti che non accettano lo scioglimento del [[Partito Comunista Italiano|PCI]], ma seguirà poi il consiglio di [[Pietro Ingrao]], suo storico punto di riferimento, di aderire al [[Partito Democratico della Sinistra]]. Nel maggio [[1993]] lasciò il [[Partito Democratico della Sinistra]] accusandolo di condotta incoerente al proprio mandato elettorale causata dalla determinante astensione, al voto di fiducia, per la creazione del [[Governo Ciampi]]. A settembre accetta l'invito di [[Armando Cossutta]] e [[Lucio Magri]] di iscriversi al [[Partito della Rifondazione Comunista]] per diventarne, nel gennaio [[1994]], segretario nazionale. Con l'accettazione della carica di segretario del [[Partito della Rifondazione Comunista]] deve abbandonare ogni incarico sindacale.▼
▲Tra il [[1989]] e il [[1991]] è tra i comunisti che non accettano lo scioglimento del [[Partito Comunista Italiano|PCI]], ma seguirà poi il consiglio di [[Pietro Ingrao]], suo storico punto di riferimento, di aderire al [[Partito Democratico della Sinistra]]. Nel maggio [[1993]] lasciò il [[Partito Democratico della Sinistra]], accusandolo di condotta incoerente al proprio mandato elettorale causata dalla determinante astensione, al voto di fiducia, per la creazione del [[Governo Ciampi]]. A settembre accetta l'invito di [[Armando Cossutta]] e [[Lucio Magri]] di iscriversi al [[Partito della Rifondazione Comunista]] per diventarne, nel gennaio [[1994]], segretario nazionale. Con l'accettazione della carica di segretario del [[Partito della Rifondazione Comunista]] deve abbandonare ogni incarico sindacale.
== La politica ==
Nei primi anni sessanta milita nel [[Partito Socialista Italiano]] all'interno della corrente di sinistra di [[Riccardo Lombardi (politico)|Riccardo Lombardi]]. Quando nel [[1966]] il PSI si riunifica col PSDI, Bertinotti il giorno prima della fusione non aderisce al nuovo partito<ref>{{Cita news|autore=|titolo=Otto esponenti socialisti respingono l'unificazione| url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0013/articleid,0111_01_1966_0218_0013_5449362/anews,true/|pubblicazione=[[La Stampa]]|giorno=25|mese=novembre|anno=1966}}</ref>. Entra quindi nel [[Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria]], che successivamente nel [[1972]] confluirà in maggioranza nel [[Partito Comunista Italiano]]. Il 12 settembre 1972 Bertinotti viene cooptato nel Comitato Regionale piemontese del PCI<ref>[http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1972_09/19720913_0006.pdf PIEMONTE: DECINE DI SEZIONI DEL PSIUP ENTRANO NEL PCI] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304125048/http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=%2Farchivio%2Funi_1972_09%2F19720913_0006.pdf |data=4 marzo 2016 }}</ref>.
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Il 28 settembre [[1993]] Bertinotti si iscrive al [[Partito della Rifondazione Comunista]]<ref>[http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1993/09/28/Politica/PRC-ADERISCONO-BERTINOTTI-E-ALTRI-TRENTA_175500.php PRC: ADERISCONO BERTINOTTI E ALTRI TRENTA]</ref>, consapevole che pochi mesi dopo ne sarebbe diventato il segretario nazionale, grazie all'accordo tra la corrente di Cossutta e quella di Magri nel gennaio [[1994]]<ref>[http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1993/09/16/Politica/PRC-BERTINOTTI-SEGRETARIO-COSSUTTA-E-MAGRI_162900.php PRC: BERTINOTTI SEGRETARIO? COSSUTTA E MAGRI]</ref>, per estromettere da segretario [[Sergio Garavini]], che aveva diretto il partito fin dalla fondazione. Curiosamente Bertinotti il 23 aprile [[1985]] era entrato nella segreteria confederale della [[CGIL]] prendendo anche allora il posto di [[Sergio Garavini|Garavini]]<ref>[http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/archivio/uni_1985_04/19850424_0002.pdf Lama: «Così riducono quasi a zero le possibilità di evitare il referendum»] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304100804/http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=%2Farchivio%2Funi_1985_04%2F19850424_0002.pdf |data=4 marzo 2016 }}</ref>.
Nel 1995, Bertinotti, insieme ad [[Armando Cossutta]], decide di rompere l'unità con i partiti dell'alleanza dei Progressisti
Grazie a questo salvataggio, vengono evitate le elezioni invocate da Berlusconi
==== Segreteria ====
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===== 1996: Il patto di desistenza =====
[[File:Fausto Bertinotti 1996.jpg|thumb|Fausto Bertinotti nel 1996]]
Alleato della coalizione dei "Progressisti" perdente alle elezioni politiche del [[1994]], stipula un
===== 1998: Il ritiro della fiducia a Prodi =====
Le elezioni politiche del [[1996]] sono vinte dal[[l'Ulivo]] e Prodi diviene [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]]. Non mancano, durante il suo governo, attriti con Rifondazione Comunista: sulla riforma delle pensioni e, soprattutto, sulla legge finanziaria del [[1998]], quando, dopo aver votato "a scatola chiusa" due leggi finanziarie indigeste, Prodi si aspetta di incassare il terzo
Il PRC, indebolito dalla scissione, alle elezioni europee del [[1999]] ha un sostanziale insuccesso, nonostante Bertinotti risulti eletto deputato al [[Parlamento europeo|Parlamento di
===== 2002: Il disgelo con l'Ulivo e la nascita dell'Unione =====
[[File:Ingrao Bertinotti.jpg|miniatura|Fausto Bertinotti saluta [[Pietro Ingrao]]]]
Dal [[2002]] inizia il disgelo tra Rifondazione e il [[Centro-sinistra]], che si alleano sia alle elezioni amministrative, sia
Nel frattempo, Bertinotti è eletto al [[Parlamento europeo]] alle elezioni del [[2004]], ricevendo in tutta [[Italia]] circa 380 000 preferenze. Iscritto al gruppo della [[Sinistra Unitaria Europea - Sinistra Verde Nordica]] di cui è presidente, è membro della Commissione per i problemi economici e monetari; della Commissione giuridica; della Delegazione alla commissione parlamentare mista [[Unione europea|UE]]-ex Repubblica iugoslava di [[Repubblica di Macedonia|Macedonia]].
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=====2007: le critiche a Prodi=====
[[File:Bertinotti07022007-4.jpg|thumb|left|Fausto Bertinotti durante il [[governo Prodi II]]]]
In alcune interviste Bertinotti rilascia dichiarazioni che fanno scalpore e vengono interpretate dalla stampa nazionale come segnale della prossima caduta del governo Prodi. Bertinotti paragona Prodi a [[Vincenzo Cardarelli]],
In un'intervista del 7 aprile [[2008]], prima delle elezioni politiche, [[Romano Prodi]] attribuì la caduta del governo a «
Il 6 maggio [[2009]], [[Silvio Sircana]], ex-portavoce del governo Prodi, dichiarò in un'intervista:
==== Appoggio ai "Movimenti" ====
A partire dal [[2001]], Bertinotti porta il PRC ad assumere posizioni vicine al [[Movimento no-global|movimento alter-mondialista]]. L'appoggio e la condivisione delle istanze dei movimenti diviene caratteristica della politica del PRC, numerosi esponenti vengono eletti nelle liste di Rifondazione, come [[Vittorio Agnoletto]], [[Luisa Morgantini]], [[Daniele Farina]], [[Francesco Saverio Caruso]]. Nel 2005, grazie anche al PRC, nasce un importante organismo politico europeo della sinistra d'alternativa, la [[Sinistra Europea]].
==== L'abolizione della proprietà privata ====
Nel marzo del 2005 rilasciò una intervista al ''[[Corriere della Sera]]'' in cui dichiarò: «Certo: la proprietà privata non si può abrogare per decreto. Ma è un obiettivo»<ref>{{Cita news|autore=Aldo Cazzullo|titolo=«Voglio la fine della proprietà privata»|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/03_Marzo/03/bertinotti.shtml|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=03|mese=03|anno=2005}}</ref>.
==== Referendum ====
===== Articolo 18 =====
È tra i promotori del referendum del giugno 2003, sull'estensione dell'articolo 18 dello [http://www.stato.rdbcub.it/speciale/referendum_2003/ref2003_0004_legge_300_70.html statuto dei lavoratori] anche ai lavoratori subordinati delle aziende con meno di 16 dipendenti. Il referendum fallisce per il mancato raggiungimento del ''quorum'' di votanti.
===== Fecondazione assistita =====
Al [[referendum]] sulla fecondazione assistita del 12 e 13 giugno del [[2005]], sostiene il
===Presidente della Camera della XV legislatura===
{{vedi anche|Elezione del Presidente della Camera del 2006}}
[[File:Bertinotti Marini 2006.jpg|thumb|Il Presidente del Senato della Repubblica [[Franco Marini]] e Fausto Bertinotti Presidente della Camera il 18 dicembre [[2006]]]]
Il 29 aprile [[2006]] Bertinotti è eletto [[Presidente della Camera dei deputati]] della [[Repubblica Italiana]] alla quarta votazione, superando con 337 voti la soglia dei 305 richiesti dal ''[[quorum]]''. Ha concluso il suo incarico il 29 aprile [[2008]].
==== Contestazioni ====
Nel marzo [[2007]] viene contestato dai militanti dei Collettivi Universitari durante un convegno all'[[Università La Sapienza di Roma]]<ref>''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'' del 26 marzo [[2007]] [http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/politica/bertinotti-contestato/bertinotti-contestato/bertinotti-contestato.html]</ref>. Motivo della contestazione: non aver contrastato il rifinanziamento della missione militare in Afghanistan e l'appoggio alla missione militare in Libano (fine 2006). Nel [[2008]], durante il corteo del [[Festa del lavoro|primo maggio]] a Torino, viene contestato da alcuni giovani dei centri sociali, a causa della sua partecipazione alla [[Salone Internazionale del Libro|Fiera Internazionale del Libro]], dedicata all'anniversario della fondazione dello stato di [[Israele]].
=== Candidato a Presidente del Consiglio de la Sinistra l'Arcobaleno ===
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=== Ritiro dagli incarichi di direzione politica ===
Dopo la sconfitta nelle elezioni del [[Elezioni politiche italiane del 2008|13 e 14 aprile 2008]], Bertinotti conferma il proprio ritiro da incarichi di direzione politica, come aveva già annunciato ancor prima della candidatura per la Sinistra l'Arcobaleno: "
In un'intervista di marzo 2010, ormai fuori dalla vita politica, ha espresso la sua preoccupazione per l'assenza di una sinistra unita; ma ha indicato in [[Nichi Vendola]]<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/03/28/bertinotti-70-anni-tra-lotta-lusso-quelle.html Bertinotti, 70 anni tra lotta e lusso Quelle sofferenze dentro al Palazzo - Repubblica.it » Ricerca<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> la speranza per essa. Tuttavia nel numero di agosto 2011 della rivista
=== Presidenza della Fondazione Camera dei Deputati XVI legislatura ===
A partire da maggio 2008 Bertinotti è diventato Presidente della Fondazione Camera dei Deputati, incarico spettante
=== Rivista
Da giugno 2007 Bertinotti ha dato vita alla rivista ''Alternative per il socialismo'', un bimestrale di analisi e cultura politica di cui è direttore. La rivista è nata con una finalità molto ambiziosa: contribuire alla ricerca di una cultura politica della trasformazione, oltre le
=== Seminari ===
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=== Comunione e Liberazione ===
Dall'agosto [[2015]], quando è intervenuto all'annuale ''Meeting'', tenutosi a Rimini<ref>{{cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/03/meeting-rimini-questa-volta-matteo-renzi-accetta-linvito-di-comunione-e-liberazione/1840911|titolo=Meeting CL Rimini 2015, questa volta Matteo Renzi accetta l’invito|sito=Ilfattoquotidiano.it|data=3 luglio 2015}}</ref> Fausto Bertinotti si è avvicinato al movimento cattolico di [[Comunione e Liberazione]].
== Opere ==
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