Carcadè: differenze tra le versioni
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Nei paesi dove viene consuetudinamente coltivato (es. [[Senegal]]) il fiore viene raccolto in due diverse fasi di maturazione, ottenendone due tipi: il '''carcadè verde''' (il cui uso è però quasi esclusivamente limitato ai luoghi di colture) ed il '''carcadè rosso''', che viene invece comunemente esportato e commercializzato.
In alcuni paesi i fiori maturi freschi sono utilizzati anche per produrre confetture. Viene spesso aggiunto, nelle tisane pronte vendute commercialmente (ad esempio in quella di [[malva]], di per sé incolore) per conferire all'infuso un colore rosso.
In forma di infuso è leggermente lassativa. Per uso esterno, per la presenza dei [[polifenoli]] e delle mucillagini, ha un'azione lenitiva per le [[pelle|pelli]] infiammate.
Un tempo il suo consumo era notevole in [[Italia]], dove era annoverato fra i "prodotti coloniali" provenienti dall'[[Eritrea]], a suo tempo dominio italiano. Il carcadè veniva infatti anche chiamato "tè degli Italiani", per il fatto che con le sanzioni economiche dopo la [[guerra d'Etiopia]] il [[tè]] era divenuto molto costoso, sicché il regime fascista, seguendo la sua [[Autarchia|filosofia autarchica]], lo promosse al posto di quest'ultimo.
Il suo consumo è particolarmente alto in [[Egitto]], sia caldo (con un vago sapore agro) che freddo, per le forti capacità [[astringenti]] che aiutano a combattere la disidratazione e la sete. Si afferma anche che abbia spiccate capacità regolatrici della [[pressione sanguigna]].
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