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{{Citazione|rammarico e risentimento che si prova per la [[felicità]], la prosperità e il benessere altrui, sia che l'interessato si consideri ingiustamente escluso da tali beni, sia che già possedendoli, ne pretenda l'esclusivo godimento... è il desiderio [[frustrazione (psicologia)|frustrato]] di ciò che non si è potuto raggiungere per difficoltà o ostacoli non facilmente superabili, ma che altri, nello stesso ambiente o in condizioni apparentemente analoghe, ha vinto o vince con manifesto successo.<ref>In [[Salvatore Battaglia]], ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Utet, (1961-2002), alla voce corrispondente</ref>}}
 
In questo caso appare, oltre che l'odio per la felicità altrui,<ref>''«Invidia est odium felicitatis alienae»'', Sant'Agostino, ''Psalm.'', 104, 17, p. 1399</ref> un rapporto di similarità tra l'invidioso e l'invidiato come già [[Aristotele]] notava nel concepire l'invidia come «un dolore causato da una buona fortuna [...] che appare presso persone simili a noi»<ref>Aristotele, ''Retorica'', 1387 b 22-25</ref> per cui «sentiranno invidia quelli che sono o sembrano essere i nostri pari, intendendo per pari coloro che sono simili a noi per stirpe, parentela, età, disposizione, reputazione e beni. [...] Invidiamo le persone che ci sono giunte nel tempo, luogo, età e reputazione, da cui il proverbio: "Il familiare sa anche invidiare"».<ref>Aristotele, ''Op. cit.'', l.2, c.10.</ref>
 
L'invidia genera non solo [[dolore]], ma anche «[[tristezza]] per i beni altrui»<ref>S.Tommaso d'Aquino, ''Somma Teologica'', II-II, q.36, a.1, s.c.</ref> che l'invidioso vorrebbe per sé poiché giudica che l'altro li possegga immeritatamente e debba essere punito per questo con l'espropriazione.
 
Tristezza dell'invidioso «rispetto al bene altrui in quanto diminuisce la nostra gloria ed eccellenza» procurandoci «l'[[odio (sentimento)|odio]], la maldicenza, la [[diffamazione]], la soddisfazione per le disgrazie del prossimo e la tristezza per la sua prosperità»<ref>[[Antonio Royo MarinMarín]], ''Teología moral para seglares'', Madrid, BAC, 2007, pagp. 260</ref>
 
Il triste invidioso che nell'[[iconografia]] viene raffigurato a spiare da lontano, con il viso accigliato, quel fortunato felice possessore che vorrebbe far soffrire di una sofferenza che invece, come in un [[contrappasso]], colpisce lui.