Cesare Musatti: differenze tra le versioni

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Musatti si laureò in filosofia nel [[1922|1921]] e l'anno successivo divenne assistente volontario del Laboratorio di psicologia sperimentale.
Nel [[1927]] Benussi si uccise con il [[cianuro]] a causa di una grave forma di psicosidisturbo maniaco-depressivabipolare, lasciando tutto nelle mani di Musatti e di Silvia De Marchi, anch'essa assistente volontaria, che poi divenne sua moglie. Il suicidio di Benussi fu scoperto da Musatti, il quale però lo nascose per paura di ripercussioni negative sulla psicologia italiana in una situazione di fragilità e precarietà accademica, sottoposta a pressioni da parte sia del regime fascista, con le sue istanze gentiliane, che della Chiesa Cattolica. Negli [[anni 1980|anni ottanta]] Musatti rivelò che Benussi s'era suicidato, non era morto a causa di un malore.
 
Nel [[1928]] Musatti divenne direttore del Laboratorio di [[Psicologia]] dell'[[Università di Padova]]. Portò in Italia la ''Psicologia della Forma'' con importanti lavori di livello internazionale. Dopo aver diffuso in [[Italia]] la [[psicologia della Gestalt]], divenne il primo studioso italiano di [[psicoanalisi]].