Linguistica romanza: differenze tra le versioni

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'''Cambiamento consonati in posizione iniziale:'''
le consonanti in posizione iniziale nella maggior parte dei casi rimangono invariate. Sono resistenti quando seguite da [[vocale posteriore]](O-U), per esempio ''corpus'' rimane ''corpo'', invece quelle seguite da [[vocale anteriore]] (E-I) e talvolta la [[vocale centrale]] A (solo per il francese) tendono a [[Palatalizzazione|palatalizzare]], per esempio da ''gentem'' si passa a ''gente'' (dʒ). Altro caso di palatalizzazione si può trovare quando la J è a inizio parola, per esempio da ''iocum'' si passa a ''gioco'' oppure quando la D precede la J, per esempio da ''diurnum'' si passa a ''giorno''. In aggiunta, i nessi consonantici seguiti da L si conservano in [[Lingua francese|francese]], [[Lingua catalana|catalano]] e [[occitano]], invece palatizzano in [[Lingua italiana|italiano]], [[Lingua spagnola|spagnolo]] e [[Lingua portoghese|portoghese]], per esempio ''plenum'' si trasforma in ''pieno''.
 
'''Consonanti in posizione finale''':
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A ciò si aggiungono le forme del neutro, appartenenti alla seconda, alla terza e alla quarta declinazione e limitate alla nominativo singolare e plurale e al vocativo e accusativo plurale.
Nel passaggio alle lingue romanze anche il sistema nominale segue la “ratio” della riduzione, della semplificazione. Si evidenziano, per questo, alcuni tra i principali cambiamenti:
*La riduzione delle declinazioni: da cinque passano a tre poiché già nel latino classico la quarta e la quinta erano considerate improduttive. Quel che rimane può essere quindi così riassunto:
 
1) Sostantivi femminili terminanti in -a (prima declinazione)
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Il [[lessico]] è la parte della lingua più esposta al cambiamento, alle influenze esterne e alle mode. A questo si intrecciano fattori psicologici e sociali che lo rendono non sistematico.
La base lessicale delle [[lingue romanze]] è il [[Lingua latina|latino]], che a sua volta proviene dall'[[Lingua protoindoeuropea|indoeuropeo]], tuttavia la maggior parte delle parole diffusesi nelle lingue romanze deriva non dal latino classico, ma dal [[latino volgare]], variazione di registro più informale.
 
La rapidità del cambiamento lessicale si denota ogni qualvolta una parola, dopo essere stata assunta da una lingua, cade in disuso perché sostituita da un altro termine.
Le ragioni di questa evoluzione sono differenti. In generale questo avviene quando un termine è [[Semantica|semanticamentesemantica]]mente più produttivo, ovvero quando sostituisce una parola, esprimendone meglio il significato o rendendo regolari le forme verbali che non lo sono.
Il cambiamento linguistico è costituito anche dalla creazione di nuove parole. Queste possono derivare da:
* la necessità di allargare o ridurre il significato di parole già esistenti (cambiamento semantico), come ''verde'' che oltre a essere un aggettivo, passa a indicare anche un ambiente naturale;
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Viceversa può capitare che un termine non marcato venga sostituito o perché caduto in disuso o perché soggetto a un cambio di significato. Il termine ''domus'', ad esempio, scompare con il significato di ''casa'' e passa a significare solamente ''casa di Dio'', da cui ''duomo'', mentre per indicare la dimora si usa ''casa'' che si riferiva a capanna, casupola, termine con cui i contadini indicavano la propria dimora. In alcune varietà regionali invece permane ''domus'', in [[Lingua sarda|sardo]] ad esempio ''domu'' continua a significare ''casa''.
 
Va ricordato che l'evoluzione lessicale non è uguale in tutte le [[Area linguistica|aree]], ma varia da una all'altra sulla base della [[teoria delle onde]].
 
Un termine può essere abbandonato per cambi fonetici: nel passaggio da un sistema all'altro i segmenti assumono diversi suoni e, conseguentemente, alcune parole si assimilano ad altre. Questo porta a un'ambiguità nell'identificazione dei due termini e, per motivi pratici, alla scomparsa di una delle parole in questione. Esplicativo è il caso di ''auris'', che in latino significa "orecchia". Poiché in latino volgare il dittongo ''au''→''o'', da ''auris'' si è passati a ''oris'', che si è poi evoluto in ''os'', indicante già "bocca" in latino classico. Per necessità si è quindi assunto il termine ''bucca'' (lat.volg.=guancia) per indicare appunto la bocca.
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