Sam Selvon: differenze tra le versioni
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=== Anni '60-'70 ===
Selvon inizialmente adottò una scrittura strettamente legata all'oralità, scegliendo uno stile narrativo colloquiale, in sintonia con racconti di vita quotidiana rivolti ad un ampio pubblico. Il tipo di linguaggio scelto è però il risultato di uno studio sofisticato: l'autore infatti riteneva che per proporre un linguaggio letterario accessibile ad un pubblico sia inglese che internazionale,<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Kathie Birat|anno=2009|titolo=Seeking Sam Selvon: Michel Fabre and the Fiction of the Caribbean|rivista=Transatlantica|editore=EFEA|volume=1|url=
L'originalità del suo stile sta nel tentativo di catturare il linguaggio parlato degli immigrati caraibici a Londra.<ref name=":0" /> Il linguaggio è fondamentale nella descrizione della città: le differenze linguistiche mettono in luce gli atteggiamenti razzisti e diffidenti degli inglesi bianchi che sfruttano la lingua inglese per affermare la loro superiorità e denigrare i parlanti non madrelingua. Ne "I Londinesi Solitari", ad esempio, il disagio provato dagli inglesi viene descritto in un passaggio nel quale Moses mette in guardia Parsifal sulla situazione che lo aspetta: "In questi giorni ci sono negri dappertutto, e l'arrivo di ogni nave fa notizia, e agli inglesi non piace che i ragazzi vengano in Inghilterra a starci e a lavorare.
Attorno al 1970 lo stile di Selvon si evolve, di pari passo ai cambiamenti degli schemi linguistici utilizzati dagli immigrati di varie origini incontrati in una Londra che dopo vent'anni di contaminazioni linguistiche era diventata testimone di un notevole numero di accenti e varianti orali dell'inglese.
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