La lupa: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 12:
 
==Trama==
La novella di Verga racconta di una donna che veniva chiamata “Lupa” perché non era mai sazia delle relazioni con gli uomini. La descrizione della donna è molto dettagliata: occhi neri come il carbone, labbra rosse e carnose, seno grosso, alta, pallida e magra. La Lupa emerge dal racconto quale incarnazione di una sessualità istintiva e animalesca. È immagine di una femminilità primitiva e inquietante e il povero Nanni è praticamente sotto il suo incantesimo e può uscirne solo attraverso un atto di rottura forte, come l’assassinio. La Lupa appare una donna-demone e contro queste forze ancestrali e misteriose non c'è rimedio: l'uomo non può che essere semplice strumento e, insieme, vittima. Questo è un elemento sul quale Verga insiste, ovvero il potere demoniaco di seduzione della protagonista: la lupa sembra infatti una creatura dell'inferno, tanto è in grado di attrarre gli uomini a sé, fino al punto che essi non riescono più a liberarsi di questo maleficio. La lupa è senza alcun dubbio un personaggio originale, attivo che, al contrario degli altri personaggi verghiani, non è affatto attaccata alla “sua roba”, anzi è pronta a sacrificarla per ottenere ciò che vuole. È inoltre lontana dalla morale religiosa della comunità popolare. L'omicidio finale a colpi di scure rappresenta una forma di purificazione ed è altamente significativo: la lupa, un elemento scomodo ed estraneo alla comunità, viene definitivamente eliminata. Se ne andò, ma tutto tornò come prima e la Lupa continuava a perseguitarlo fino a che Nanni non minacciò di ucciderla. Un giorno, mentre Nanni zappava la vigna, vide la Lupa arrivare; il romanzo si chiude con Nanni che si avvicina alla Lupa con una scure in mano, con la probabile intenzione di ucciderla senza ferire se stessa.
 
==Lo sviluppo narrativo==