Castello di Musso: differenze tra le versioni

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Cacciati i Malacrida, [[Galeazzo Maria Sforza]] affidò i possedimenti e la rocca di Musso alla famiglia Cotignola, ai quali rimase sino al [[1493]] quando Biagio Malacrida, ottenuto il perdono da [[Ludovico il Moro]], venne restaurato nel proprio feudo. Di fonte alla frequente minaccia dell'invasione dei [[Cantone dei Grigioni|Grigioni]], Biagio Malacrida nel [[1507]] si pose sotto la protezione del [[capitano di ventura]] al [[maresciallo]] [[Gian Giacomo Trivulzio]] (alleato dei Francesci). In quello stesso periodo i Grigioni attaccarono e distruggono quasi completamente il castello ed a quel punto il Malacrida decide di cedere il controllo dell'intero feudo al Trivulzio, il quale amplierà ulteriormente la rocca con la costruzione di nuove mura atte a resistere alle nuove [[Artiglieria|artiglierie]]. Al Trivulzio verrà inoltre concesso il diritto di [[Moneta|battere moneta]], creando all'interno della rocca una [[zecca]]. Sempre sul progetto del Trivulzio venne costruito il porto annesso al borgo fortificato e venne riedificata la rocca superiore. Alla morte di Gian Giacomo Trivulzio nel [[1518]], il feudo passò a Gerolamo Squinzano per poi passare a Sebastiano da Novara.
 
Dopo di questi fu però la figura di Gian Giacomo Medici detto ''il Medeghino'' a prendere possesso della rocca, facendone sede di un proprio piccolo stato sul lago di Como. Questi, fuggito da Milano a seguito di un omicidio, si impadronì nel [[1522]] del castello di Musso, facendone quartier generale per le proprie scorribande e per i propri mercenari in un periodo di dieci anni. Dalla rocca, che serviva anche come porto sicuro per le operazioni piratesche intraprese dal Medici sul lago, Gian Giacomo diresse l'occupazione delle Tre [[Pieve|Pievi]], di [[Gravedona]], di Dongo e del castello di [[Chiavenna]], da tempo nelle mani alle [[Repubblica delle Tre Leghe|Tre Leghe GrigeGrigie]]. Sotto il periodo del [[Medici]], la rocca raggiunse la propria massima estensione con la costruzione di una triplice cinta muraria arroccata su uno sperone roccioso a picco sul lago, controllando così i traffici di merci ed armati dalla Svizzera alla pianura. Tra le mura e la montagna era presente un [[fossato]] di pali acuminati voluto espressamente dal Medici per scoraggiare l'assalto da parte dei nemici. Negli anni successivi all'occupazione del ''Medeghino'', partendo dalla [[Val Mesolcina]], si fecero sempre più frequenti e pressanti gli attacchi dei Grigioni alla rocca di Musso finché nel [[1532]] il Medici non decise di cedere la propria fortezza al duca di Milano, [[Francesco II Sforza]], lasciando che i Grigioni la demolissero. In cambio il ''Medeghino'' ottenne il [[Marchese|marchesato]] di [[Melegnano]], paese dove non risiedette mai preferendo porsi al soldo della [[Spagna]], ma dove comunque i suoi discendenti fecero affrescare delle sale ove ancora oggi è possibile ammirare il castello di Musso.
[[Image:Castello di Melegnano 0282.JPG|thumb|left|upright=1.4|Il castello di Musso affrescato nella [[Castello di Melegnano#Sala delle Battaglie|Sala delle Battaglie]] del [[Castello di Melegnano]].]]
Sotto la dominazione spagnola, tornarono al castello di Musso i Malacrida nel [[1532]], i quali ricostruirono solo in parte le mura del castello. Nel [[1617]] il castello venne acquistato dalla famiglia Bossi che vi rimase sino al [[1838]]. Nel [[1636]], durante la [[Guerra di successione di Mantova e del Monferrato|Guerra di successione di Mantova]] tra francesi e spagnoli, venne ricostruita parte della rocca come sostegno al [[forte di Fuentes]] contro i francesi provenienti da nord. Nel [[1701]] quello che rimaneva della rocca venne utilizzato dagli austriaci come difesa contro gli spagnoli durante le lotte per la successione al [[Ducato di Milano]].