Natura: differenze tra le versioni
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Alle volte il concetto è usato in senso derivato per riferirsi a quelle zone create dall'uomo, ma dove grande spazio è riservato alle popolazioni vegetali e animali. Si può parlare ad esempio della natura di una [[foresta]], anche se coltivata e sfruttata da secoli. In tal caso ci si riferisce a una modalità di gestire l'ambiente da parte degli umani, piuttosto che all'assenza di intervento umano.
L'idea di natura è stata rielaborata dalla cultura [[Città|urbana]] che ha formulato la mitica nozione di [[barbarie]] per definire tutto quanto si pone al di fuori della [[civiltà]]. Il fatto che il termine «[[wiktionary:Selvaggio|selvaggio]]» venga usato da un lato come sinonimo di «naturale», dall'altro per denotare certi atti come particolarmente violenti o efferati, mette in evidenzia una certa tendenza ideologica, piuttosto inconsapevole, a considerare parte della natura come estranea alla [[cultura]] dominante, come qualcosa di primitivo se non di malevolo.<ref>Franco Brevini, ''L'invenzione della natura selvaggia. Storia di un'idea dal XVIII secolo a oggi'', Bollati Boringhieri, 2013.</ref>
Paradossalmente accade anche che, in altri contesti, la parola «naturale» possa venire usata nel linguaggio corrente come sinonimo di «normale», «legittimo» o «logico», come la fonte cioè dei principi più [[rettitudine|retti]] dell'uomo civilizzato.<ref>Simone Pollo, ''La morale della natura'', cap. 4, Laterza, 2008</ref>
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