Walter Map: differenze tra le versioni

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I monaci cistercensi riuscirono a fargli revocare i benefici goduti sulle rendite della chiesa di [[Westbury-on-Severn]], nel [[Gloucestershire]] e sembra che quest'episodio abbia provocato la sua violenta ostilità contro l'Ordine cistercense, arrivando a dileggiarne il personaggio di maggior prestigio, [[Bernardo di Chiaravalle]].
 
Walter Map è autore di un'unica opera certa, il ''De nugis curialium'' (''Le inezie dei cortigiani''), una collezione di racconti, aneddoti e varie notizie, iniziata nel [[1181]] e curata dopo la sua morte da un copista anonimo, organizzata in cinque sezioni o ''distinctiones'' di varia natura ed estensione: la prima di carattere prevalentemente satirico, contiene una ''assimulatio'' della corte di [[Enrico II Plantageneto]], paragonata all'[[Inferno]] e una satira antimonastica; la seconda contiene ''miracula'' e ''prodigia'', questi ultimi prevalentemente attinti dal folklore gallese (vi compaiono [[fata|fate]], [[fantasmi]], [[demone|demoni]] ed eroi della tradizione popolare cimbrica); la terza contiene quattro ampie storie la prima delle quali presenta tratti ripici del romanzo arturiano, sebbene abbia un'ambientazione fittizia posta in Oriente, mentre le altre tre hanno intrecci novellistici sul tema dell'amicizia e sull'infedeltà della donna; la quarta ''distinctio'' è quella più incompleta: è composta da un prologo, un epilogo, dalla famosa ''Dissuasio Valerii ad Ruffinum Philosophum ne uxorem ducat'' e da una serie di testi di genere assimilabile ora alla fiaba popolare (come quella di Nicola Pipe/''Cola Pesce'' e quella di Herlethingo/''Herlequin'') ora alla novella (come la storia di beffa dei mercanti Sceva e Ollone); la quinta parte in fineinfine comprende aneddoti, spesso di carattere caustico e pungente, relativi all'ambiente di corte dei sovrani europei contemporanei, come il re di Francia e lo stesso Enrico II. In questa sede Map si autoritrae in combutta con il figlio illeggitimo di Enrico II, mostrandosi mordace e sferzante contro il suo rivale.
 
Nella prima parte del ''De nugis curialium'' mette in ridicolo i tentativi di Bernardo di produrre dei miracoli: