Francesco de' Ficoroni: differenze tra le versioni
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Nacque nel 1664 a Lugnano nel Lazio (presso Valmontone), l'attuale [[Labico]]<ref>Fu proprio Francesco de' Ficoroni a identificare erroneamente Lugnano con l'antica ''[[Labicum]]'', fornendo la documentazione per l'inopportuno cambiamento di nome di «Lugnano» in «Labico» avvenuto nel [[1882]] (''vedi'' Giuliano Gasca Queirazza et al. ''Dizionario di toponomastica : storia e significato dei nomi geografici italiani''. Torino : UTET, 1997, p. 257, ISBN 8802057613).</ref>, da Bonifacio de' Ficoroni e Maria Rosati. Ficoroni diede prova fin da giovane di un ingegno brillante: con il passare del tempo acquisì confidenza con la letteratura classica e in particolare con le discipline antiquarie, tanto da guadagnarsi l'attenzione di alcuni dei più celebri intellettuali del tempo, da [[Anton Francesco Gori]] a [[Ludovico Antonio Muratori]].<ref name=PC/> Dedicò la lunga vita allo studio dell'antichità e alla formazione di un'insigne collezione, dispersa dopo la sua morte, in cui riunì [[Moneta|monete]], [[Specchio|specchi]], [[Graffiti (archeologia)|graffiti]], piombi, tessere, bulle e oggetti minuti e rari, che furono poi l'argomento delle sue principali pubblicazioni, ancor oggi non prive di valore.
Ficoroni scrisse numerosi lavori sull'arte antica, sul teatro classico, sull'[[epigrafia latina]]. Si occupò anche di topografia romana nello scritto ''Le vestigia e rarità di Roma ricercate e spiegate'' (Roma 1744), e di quella del suo paese natale che identificò con l'antica Labico. Ma la fama del Ficoroni è soprattutto affidata alla sua collezione e non tanto ai singoli oggetti, come il ''Ripostiglio Bianchini'' ora al [[Museo archeologico nazionale di Napoli]]<ref>{{cita pubblicazione|autore=Giulio Quirino Giglioli|anno=1928|titolo=Il ripostiglio Bianchini già detto cista Pennacchi trovato a Roma e ora al Museo Nazionale di Napoli|volume=LVI|pp=5-51|pubblicazione=Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma}}</ref>, e a molti specchi, quanto a un insigne cimelio, che egli donò al [[Museo kircheriano]] del [[Collegio Romano]], e che è ora nel [[Museo nazionale etrusco di Villa Giulia]] a Roma: la cista prenestina, nota appunto col nome di ''[[Cista Ficoroni]]''. È commovente l'accenno che Ficoroni stesso fa del dono della cista, e di una "patera" (che invece è uno specchio), in essa rinvenuta, ora pure al museo di Villa Giulia: "debbo dire senza iattanza che il cavaliere Frederic inglese mi volle dare e mi pose sul tavolino una manciata di zecchini; ma invano, e affinché per sempre fossero conservate ne feci volentieri donativo alla celebre galleria Kirkeriana, dove l'intendente delle antiche memorie potrà ammirarli...". Corrispondente e amico di [[Ludovico Antonio Muratori]], [[Anton Francesco Gori]] e Giovanni Giacomo Amadei, Ficoroni fu socio membro corrispondente dell'[[Académie des inscriptions et belles-lettres|Académie royale des inscriptions et médailles]] di Parigi, membro della [[Royal Society]] di Londra, socio dell'Accademia Peloritana di Messina e Promotore generale e fondatore della Colonia Esquilina degli [[Accademia degli Incolti|Inculti]], col nome di ''Acamato''.
[[File:Acta Eruditorum - VII monete, 1734 – BEIC 13446956.jpg|thumb|Illustrazione alla recensione de ''La bolla d'oro de' fanciulli nobili romani'' pubblicata sugli [[Acta Eruditorum]] del 1734]]
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