Contratto con gli italiani: differenze tra le versioni

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== Precedenti ==
Il Contratto con gli italiani non è un'invenzione di [[Silvio Berlusconi]]: prende spunto, infatti, dal ''[[Contratto con l'America]]'', che fu il manifesto elettorale dei [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|Repubblicani]] durante le elezioni parlamentari statunitensi del [[1994]]. In quel caso, il contratto prevedeva che, se eletti, i Repubblicani avrebbero dovuto realizzare un gran numero di riforme nei primi 100 giorni del mandato. La strategia funzionò, facendo conquistare ai Repubblicani il [[Congresso degli Stati Uniti d'America|Congresso]].<ref name="Scaruffi">[[Piero Scaruffi]] - ''Il terzo secolo'' - cap. Il Contratto con l'America e i 100 giorni - Feltrinelli (1996)</ref>
 
==Il testo del Contratto==
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==L'applicazione dei cinque punti==
===Abbattimento della pressione fiscale===
Berlusconi si impegnava a passare ad un sistema a due aliquote, una al 23% (per i redditi fino a circa 100.000 euro) e una al 33% (per i redditi oltre i 100.000 euro), con l'aggiunta dell'esenzione dalle tasse per i redditi minori di 11.000 euro; prevedeva inoltre l'abolizione totale delle tasse sulle [[successione (diritto)|successioni]] e sulle donazioni le quali furono abolite.<ref>{{Cita web|url=http://www.parlamento.it/parlam/leggi/01383l.htm|titolo=L 383/2001|sito=www.parlamento.it|accesso=7 dicembre 2016-12-07}}</ref>
 
La manovra ha portato alla modifica degli scaglioni fiscali: fino a 7500 € vi è l'esenzione totale, da 7.500 a 26.000 il 23%, da 26.000 a 33.500 il 33% da 33.500 a 100.000 il 39%, oltre i 100.000 il 43 %.
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L'obiettivo del dimezzamento non è stato raggiunto. Secondo l'Eurostat al gennaio 2001 il tasso di disoccupazione era il 9,9% (il dimezzamento avrebbe richiesto di scendere quindi al 4,95%); cinque anni dopo, nel [[2006]] era sceso al 7,1%, il minimo storico secondo l'ISTAT, ma comunque al di sopra del 4,95%.
 
L'obiettivo della creazione di 1 milione di nuovi posti di lavoro, in base ai dati pubblicati da ''[[Il Sole 24 Ore]]'' è stato invece raggiunto. Infatti nel [[2006]] quando si è raggiunto il massimo storico di occupati pari a 22,5 milioni {{citazioneSenza necessariafonte}}, all'8 gennaio 2006 l'incremento totale degli occupati era stato 1.074.000 unità.
Da considerare anche che nel 2001 il riferimento era implicito alla creazione di posti di lavoro con i tipici contratti a tempo determinato o indeterminato. È vero anche che l'80% dei contratti precari in scadenza vengono convertiti in quelli a tempo indeterminato, ma bisogna considerare che solo il 32% del totale di quei contratti arriva al suo termine previsto.