Severo di Napoli: differenze tra le versioni

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{{Santo
|nome= Severo di Napoli
|immagine= San_SeveroSan Severo di Napoli.JPGjpg
|didascalia=Cronologia deiSan vescoviSevero di Napoli (particolare)
|note=
|nato=
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Il suo [[vescovo|episcopato]] data dal [[363]] al [[409]] e s'inserisce d'autorità nella storia napoletana all'indomani di complesse vicende religiose e civili. Scarse sono le notizie sulla vita di Severo, ma in un'importante testimonianza se ne descrive lo spessore umano e religioso: una lettera a lui indirizzata da [[Ambrogio da Milano]] nel [[393]]. Anche il pagano Quinto Aurelio Simmaco, prefetto romano, riconosce le qualità di Severo, come dimostra una sua lettera del 397-8 al console napoletano Decio Albino.
 
[[Immagine:San_Severo.JPG|thumb|230px|left|Particolare della serie dei vescovi napoletani (Napoli, Sacrestia del Duomo)]]
 
L'episcopato severiano è caratterizzato da una forte spinta evangelizzatrice, concretizzatasi nella costruzione di diversi edifici di culto, tra cui la basilica di San Giorgio Maggiore dove, sotto la mensa dell'altare maggiore, sono tuttora conservate le spoglie del santo e del battistero di Napoli, considerato il più antico dell'Occidente. Ha riportato a Napoli i resti del suo predecessore [[san Massimo di Napoli]].
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A san Severo, inoltre, secondo la leggenda devozionale, è legato il primo dei cosiddetti "[[miracolo|miracoli]] della liquefazione del [[sangue]] di [[san Gennaro]]".
San Severo è patrono secondario di [[Napoli]] e patrono principale della città e [[Diocesi di San Severo|diocesi]] di [[San Severo]] in [[Puglia]]. La sua festa liturgica si celebra il [[29 aprile]] (nella diocesi sanseverese, per speciale concessione, il [[25 settembre]]).