Danilo Abbruciati: differenze tra le versioni

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Un profilo criminale a tutto tondo quindi, quello di Abbruciati, che poteva godere del rispetto da parte degli altri malavitosi che lo temevano e che avrebbero pagato a duro prezzo qualsiasi affronto nei suoi riguardi. Come, ad esempio avvenne a due esponenti della criminalità romana, Roberto Belardinelli (detto Bebbo) e Massimo Barbieri. Con il primo il motivo del contendere fu una banale rissa in un locale notturno capitolino, nel corso della quale Abbruciati esplose alcuni colpi di pistola all'indirizzo del Belardinelli che si dette alla fuga e che, come spiega Fabiola Moretti interrogata dal giudice istruttore, iniziò una guerra personale contro Abbruciati che trovò la fine con un morto ammazzato e innocente. La Moretti spiega che ''Bebo sparò raffiche di mitra contro le auto parcheggiate in via dei Ponziani. Infine sequestrò Oscaretto Meschino, per farsi dire, a suon di botte, dove potesse trovare Danilo. Infine una mattina che Danilo doveva incontrare Umbertino Cappellari sulla via del Mare dove, all'altezza della deviazione per Fiumicino, questi aveva un magazzino di lampadari, Bebo Belardinelli si trovò sul posto e uccise Umbertino, sotto gli occhi del figlio Pino, tossicodipendente: per sua fortuna Danilo era arrivato in ritardo all'appuntamento, sicché al suo posto morì il Cappellari.''
 
Lo scontro con Massimo Barbieri fu causato, invece, da un festino organizzato da quest'ultimo con la madre di sua figlia Danila e con la sorella. Il Camaleonte non accettò questa mancanza di rispetto e cercò di vendicarsi uccidendo Barbieri ma, tradito dalla pistola, inceppatasi all'ultimo momento, lo pestò a sangue con il calcio dell'arma stessa. Dal canto suo, Barbieri cercò di vendicarsi attentando alla vita di Abbruciati con un colpo di pistola alla tempia. Il proiettile, che il Camaleonte decise di far rimuovere solo a vendetta eseguita, però non lo uccise e non lasciò conseguenze gravi, segnando tuttavia la condanna a morte dell'attentatore. Come se non bastasse, Barbieri si rese responsabile del rapimento e delle sevizie a danno di Fabiola Moretti, amante di Abbruciati. La tanto attesa occasione per la vendetta venne offerta ai Testaccini da un compare di Barbieri, Angelo Angelotti, il quale sfruttò il dissidio dell'ex amico con gli esponenti della banda per sbarazzarsi di lui, in quanto segretamente innamorato della moglie. Attirato con una scusa a un droga party presso un'abitazione di Ladispoli, Barbieri venne narcotizzato e legato per poi essere torturato per ore con un coltello da Abbruciati e De Pedis. Una volta ucciso, il suo corpo venne carbonizzato e abbandonato nella campagna romana.
 
===La morte===
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*[https://web.archive.org/web/20090224055200/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=591 I segreti della Banda della Magliana] su [[La storia siamo noi]]
 
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