Danilo Abbruciati: differenze tra le versioni
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Il 25 novembre la polizia scopre l'arsenale della Banda nello scantinato del [[Ministero della Sanità]] all'[[EUR]] e il custode chiama in causa Abbatino e Abbruciati salvo poi ritrattare.
Un profilo criminale a tutto tondo quindi, quello di Abbruciati, che può godere del rispetto da parte degli altri malavitosi che lo temono e che pagherebbero a duro prezzo qualsiasi affronto nei suoi riguardi. Come, ad esempio avviene a due esponenti della criminalità romana, [[Roberto Belardinelli]]
{{Citazione|Bebo sparò raffiche di mitra contro le auto parcheggiate in via dei Ponziani. Infine sequestrò Oscaretto Meschino, per farsi dire, a suon di botte, dove potesse trovare Danilo. Infine una mattina che Danilo doveva incontrare Umbertino Cappellari sulla via del Mare dove, all'altezza della deviazione per Fiumicino, questi aveva un magazzino di lampadari, Bebo Belardinelli si trovò sul posto e uccise Umbertino, sotto gli occhi del figlio Pino, tossicodipendente: per sua fortuna Danilo era arrivato in ritardo all'appuntamento, sicché al suo posto morì il Cappellari. Lo scontro con Massimo Barbieri è causato, invece, da un festino organizzato da quest'ultimo con la madre di sua figlia e con la sorella. Il Camaleonte non accetta questa mancanza di rispetto e cerca di vendicarsi ma, tradito dalla pistola, inceppatasi all'ultimo momento, lo pesta a sangue con il calcio dell'arma stessa. Dal canto suo, Barbieri cerca di vendicarsi attentando alla vita di Abbruciati con un colpo di pistola alla tempia. Il proiettile, che il Camaleonte decide di far rimuovere solo a vendetta eseguita, però non lo uccide e non lascia conseguenze gravi, segnando tuttavia la condanna a morte dell'attentatore. Come se non bastasse, Barbieri si rende responsabile del rapimento e delle sevizie a danno di Fabiola Moretti. La tanto attesa occasione per la vendetta viene offerta ai Testaccini da un compare di Barbieri, [[Angelo Angelotti]], il quale sfrutta il dissidio dell'ex amico con gli esponenti della Banda per sbarazzarsi di lui, in quanto segretamente innamorato della moglie. Attirato con una scusa a un festino presso un'abitazione di Ladispoli, Barbieri viene narcotizzato e legato per poi essere torturato per ore con un coltello da Abbruciati e De Pedis. Una volta ucciso, il suo corpo viene carbonizzato e abbandonato nella campagna romana. Il 18 gennaio [[1982]] il suo cadavere viene ritrovato in una discarica vicino a Ladispoli e le condizioni sono raccapriccianti: bruciato, un occhio perforato da una lama, dei tagli sul viso, il naso spaccato e un proiettile nel cranio e uno al centro della fronte.
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