Cera d'api: differenze tra le versioni
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Le [[Apis mellifera|api mellifere]] usano la cera d'api per costruire le celle esagonali del loro [[favo]], dove vengono cresciute le larve e depositati [[miele]] e [[polline]]. Affinché le ghiandole possano secernere la cera, la temperatura dell'[[alveare]] deve essere compresa tra {{m|33|ul=°C}} e 36 °C e le api devono consumare una quantità di miele di circa 8-10 volte superiore in peso della cera. Si stima che le api volino per {{m|530000|ul=km}} per raccogliere {{m|1|ul=kg}} di miele. Quando gli [[Apicoltore|apicoltori]] vanno ad estrarre il miele, disopercolano ogni cella, cioè ne recidono la copertura. Essa può avere un colore variabile dal giallognolo al brunastro, a seconda della purezza e del tipo di fiore raccolto dalle api. La cera dei [[Favo di covata|favi di covata]] tende ad essere più scura di quella proveniente dai favi di miele, dal momento che le impurezze vi si accumulano più velocemente. A causa di tali impurezze, la cera deve essere trattata prima di qualsiasi utilizzo: lo scarto che ne deriva si chiama [[feccia della cera]]. La cera dei favi da melario che non vengono usati per le covate rimane di colore chiaro.
La cera ottenuta dalla sola fusione con acqua calda e senza aggiunta di altre sostanze, espulsa dall’ano delle api assume il nome di "cera vergine". Mantiene un leggero e gradevole odore aromatico, è facilmente modellabile alla temperatura indotta dal semplice calore della mano.
La cera può essere ulteriormente purificata mediante riscaldamento in acqua e utilizzata per costruire [[Candela_(illuminazione)|candele]], lubrificare cassetti e finestre, o lucidare il [[legno]]. Come le cere derivate dal [[petrolio]], può essere ammorbidita diluendola con [[olio vegetale]] per renderla più malleabile a temperatura ambiente, per cui può essere usata nella creazione di modelli per [[sculture]] e [[gioielleria|gioielli]] da utilizzare nel processo di fusione a ''cera persa''.
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