Ca' d'Oro: differenze tra le versioni

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La '''Ca' d'Oro''' è un noto [[palazzo]] di [[Venezia]], situato nel [[sestiere (Venezia)|sestiere]] di [[Cannaregio]] e affacciato sul [[Canal Grande]], la cui denominazione deriva dal fatto che in origine alcune parti della facciata erano ricoperte d'oro, rifinitura che faceva parte di una complessa [[policromia]], oggi scomparsa, ritenuta uno dei massimi esempi del [[gotico fiorito]] veneziano. Dal 1927 è adibito a museo come sede della '''Galleria Franchetti'''.
 
Dal dicembre 2014 il [[Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo|Ministero per i beni e le attività culturali]] la gestisce tramite il Polo museale del Veneto, nel dicembre 2019 divenuto [[Musei nazionali italiani#Direzioni regionali Musei|Direzione regionale Musei]].
 
== Storia ==
 
=== Il committente Marino Contarini ===
La storia di questa fabbrica trova le sue origini in [[Marino Contarini]], personalità facente parte di una ricca famiglia dogale, anche se più abile mercante piuttosto che politico. Contarini sposò molto giovane Soramador Zeno, la quale gli portò in dote una vasta proprietà sul [[Canal Grande]], presso il confino di [[chiesa di Santa Sofia (Venezia)|Santa Sofia]], comprendente anche una costruzione di dimensioni tali da essere definita ''Domus Magna''. A seguito di un litigio familiare il Contarini dovette però ricomperare il manufatto, inoltre a seguito della morte della moglie egli decise di costruire un nuovo edificio demolendo quello della [[Zeno (famiglia)|famiglia Zeno]]. Nel 1421 il Contarini contattò allora il milanese [[Matteo Raverti]] e l'anno successivo i veneziani [[Giovanni Bono (scultore)|Giovanni]] e [[Bartolomeo Bono]], anche se i lavori iniziarono solamente nel 1424.
 
La storia di questa fabbrica trova le sue origini in [[Marino Contarini]], personalità facente parte di una ricca famiglia dogale, anche se più abile mercante piuttosto che politico. Contarini sposò molto giovane Soramador Zeno, la quale gli portò in dote una vasta proprietà sul [[Canal Grande]], presso il confino di [[chiesa di Santa Sofia (Venezia)|Santa Sofia]], comprendente anche una costruzione di dimensioni tali da essere definita ''Domus Magna''. A seguito di un litigio familiare il Contarini dovette però ricomperare il manufatto, inoltre a seguito della morte della moglie egli decise di costruire un nuovo edificio demolendo quello della [[Zeno (famiglia)|famiglia Zeno]]. Nel 1421 il Contarini contattò allora il milanese [[Matteo Raverti]] e l'anno successivo i veneziani [[Giovanni Bono (scultore)|Giovanni]] e [[Bartolomeo Bono]], anche se i lavori iniziarono solamente nel 1424.
 
Il committente trattò per anni con le maestranze lombarde e venete, tanto che alcuni sostengono che a Marino Contarini si deve la fisionomia finale del palazzo. A Marino Contarini si possono in particolare addebitare la decisione di conservare alcune reminiscenze dell'edificio precedente: il portico sull'acqua deve essere molto simile, per lo meno planimetricamente, a quello del palazzo precedente, mentre due fregi duecenteschi rimessi in opera in verticale sono sicuramente appartenenti al demolito palazzo degli Zeno. Alcune incoerenze costruttive si devono certamente alle volontà del Contarini: le colonnine tortili che corrono lungo i due spigoli della facciata creando un cordone, non legano però con il coronamento, inoltre la mezzeria dell'edificio, segnata dai tre pinnacoli più alti del coronamento, non coincide con l'apparente mezzeria della facciata, sottolineata dai fregi verticali posti a destra delle logge.