Alleanza dei Progressisti: differenze tra le versioni
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I partiti che furono parte della coalizione progressista, tuttavia mantennero tra di loro un certo legame grazie all'opposizione al [[governo Berlusconi I]]. In particolare il PDS, passato dalla segretaria di [[Achille Occhetto]] a quella di [[Massimo D'Alema]], avviò un processo di confronto con le forze del [[centrismo|centro]] italiano, che in buona parte erano raccolte nella coalizione del [[Patto per l'Italia]], anch'essa in cerca di nuove alleanze in seguito all'insuccesso elettorale del 1994. Per un certo periodo parve esserci una comunione d'intenti con il [[Partito Popolare Italiano (1994)|PPI]] di [[Rocco Buttiglione]], con l'operazione che portò alla poltrona di sindaco di [[Brescia]] l'ex segretario [[democristiano]] [[Mino Martinazzoli]].
Dopo la prima caduta di [[Berlusconi]] nel dicembre [[1994]], l'Italia fu per un anno governata da una squadra di tecnici guidati dall'ex ministro del tesoro [[Lamberto Dini]], che ebbe il sostegno di un'inedita maggioranza di centro-sinistra formata da Progressisti (meno [[Rifondazione Comunista]]), [[Partito Popolare Italiano (1994)|PPI]] e [[Lega Nord]]. Questo schieramento pareva destinato a porre candidature comuni per le [[elezioni regionali italiane del 1995|elezioni regionali del 1995]], ma Buttiglione decise di entrare nell'alleanza di centro-destra provocando una scissione nel suo partito, mentre la Lega presentò propri candidati alle presidenze delle regioni, pur alleandosi con altri partiti della maggioranza in molte province e comuni. Una ricomposizione del fronte progressista avvenne su base locale: in [[Campania]] e nelle [[Marche]] si riformarono coalizioni di sinistra con l'inclusione di Rifondazione Comunista e l'esclusione dei Popolari. In Calabria il PDS e altri partiti di sinistra si ripresentarono col simbolo del 1994.
La fine del [[Governo Dini]] e il fallimento del tentativo di [[Antonio Maccanico|Maccanico]] nel [[1996]] portarono dunque a nuove elezioni, nelle quali lo stesso Dini si presentò con un suo partito di natura [[moderatismo|moderata]] e [[centrismo|centrista]]: [[Rinnovamento Italiano]], che scelse fin dall'inizio di entrare nella costituenda alleanza di centro-sinistra.
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