Assistente sociale: differenze tra le versioni
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Negli [[anni 1950|anni cinquanta]] gli assistenti sociali sono all'incirca 1100 dei quali circa 500 usciti dalla scuola di Gregorio al Celio dal 1928 al 1943, oltre 350 diplomati dalle diverse scuole nel quinquennio 1946-50 e 250 e forse più i non diplomati».<ref>Mastino Del Rio G., Il lavoro sociale nella realtà italiana, Quaderni di informazione per assistenti sociali, 7-8, 1951, p. 177, pp. 173-180</ref> Tuttavia «il processo di ideologizzazione politica per la categoria degli assistenti sociali, può essere fatto risalire al momento in cui gli studenti di alcune scuole di servizio sociale, parallelamente ad altri movimenti di opinione, iniziarono a porre in atto delle strategie di contrasto alla cultura dominante, nonché per crearsi degli spazi autonomi all'interno delle relative strutture scolastiche».<ref>Nota redazionale sulle lotte degli assistenti sociali, in “Inchiesta”, 1, 1971, p. 67</ref>.
Negli [[anni 1970|anni settanta]] il servizio sociale, quindi, vive un momento di crisi in quanto, nel tentativo di assumere pattern di rivendicazione sociale, si ritrova politicizzato e condizionato da ideologie utopistiche e illiberali. «L'ambiguità della professione si manifesta anche quando alcuni assistenti sociali impegnati politicamente vogliono fare la rivoluzione strumentalizzando gli utenti senza impegnarsi a coinvolgere nel processo di giuste rivendicazioni, le forze democratiche e sindacali che possono concretamente sostenere e difendere i diritti di chi è emarginato»<ref>Getrevi M.T., Problemi e prospettive del servizio sociale, Trento, Scuola superiore di servizio sociale, 1973, p. 6</ref>. «La politicizzazione indiscriminata di ampi settori della professione, che avvenne in quegli anni, comportò la crisi del ruolo professionale ed il rifiuto delle tecniche tradizionali del [[lavoro sociale]], con il conseguente blocco di qualsiasi processo di professionalizzazione»<ref>Mulazzi L., Tentoni R., Zanaboni L., Le rammendatrici dal dialogo facile, “Inchiesta”, 3, 1971, pp. 65-67</ref>.
Nuovi aggiornamenti si ebbero negli [[anni 1980|anni ottanta]] e [[anni 1990|anni novanta]], prima con il riconoscimento legale del diploma universitario triennale in servizio sociale (D.U.S.S.), ossia del diploma triennale di assistente sociale riconosciuto ai sensi del DPR 15 gennaio 1987, e delle modifiche apportate dal D.P.R. 5 luglio 1989, n. 280. Con le riforme degli enti locali e l'istituzione nel [[1992]] delle Aziende Sanitarie Locali riformate con decreti legislativi del [[1992]] e [[1999]]. Il 23 marzo del 1993 con legge n.84 è, inoltre, istituito l'Ordine degli Assistenti Sociali, che successivamente approva il relativo Codice Deontologico.
Una [[legge quadro]], che definisse l'assistenza sociale come obbligatoria per assicurare un livello minimo dignitoso della vita indistintamente, è arrivata solo nel [[2000]] (Legge 8 novembre 2000, n. 328 "''Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali''"). Diverse regioni italiane si sono dotate di norma ''ad hoc'', ad esempio nella [[Regione Marche]] venne emanata la legge regionale 13 del 20 giugno 2003 che istituì l'
== Descrizione e caratteristiche ==
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