Neoplatonismo: differenze tra le versioni
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Il '''neoplatonismo''' è quella particolare interpretazione del pensiero di [[Platone]] che venne data in età [[ellenismo|ellenistica]], e che riassume in sé diversi altri elementi della [[filosofia greca]], diventando la principale scuola filosofica antica a partire dal [[III secolo]] d.C
[[File:Scuola di atene 04.jpg|thumb|upright=1.3|Gruppo di [[filosofi]] e [[astrologi]] ritratti da [[Raffaello]] nella ''[[Scuola di Atene]]'', tra cui in alto a destra si distingue, avvolto nel suo mantello rosso, un personaggio solitario identificato con [[Plotino]].<ref>[[Giovanni Reale]], ''Raffaello: la "Scuola di Atene"'', § XV, pag. 37, Milano, Rusconi, 1997.</ref>]]
Sorto in età [[Impero romano|imperiale romana]], il neoplatonismo andrà poi ad influenzare soprattutto la [[storia della filosofia occidentale|filosofia occidentale]], sia cristiana che moderna, distinguendosi dal [[platonismo]] di marca [[Impero bizantino|bizantina]], rimasto ancorato a una lettura tradizionale di [[Platone]].<ref>Dopo la possente rielaborazione dell'età ellenistica, lo scisma dell'880 d.C. tra la Chiesa greca e la Chiesa romana separò il destino del platonismo greco-bizantino, che avrebbe continuato a conoscere e commentare le opere di Platone e dei suoi epigoni, da quello occidentale, che dopo aver seguito un proprio autonomo itinerario filosofico, a partire dal Rinascimento avrebbe integrato questo suo patrimonio con la riscoperta dell'originaria tradizione neoplatonica.</ref>
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* scuola di [[Roma]], fondata da [[Plotino]] e continuata dai suoi discepoli [[Porfirio]] e [[Amelio Gentiliano|Amelio]];
* scuola di [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]], fondata da [[Ammonio Sacca]] che ebbe tra i suoi esponenti [[Olimpiodoro il Vecchio]], la filosofa [[Ipazia]] e suo padre [[Teone di Alessandria|Teone]];
* scuola [[siria]]ca di [[Apamea]], fondata da [[Giamblico]], discepolo di [[Porfirio]], che si distinse per la sua revisione delle teorie del fondatore, e per il marcato recupero delle tradizioni [[neopitagorismo|neopitagoriche]] e della sapienza contenuta nel cosiddetto ''[[Corpus Hermeticum]]'';
* scuola di [[Atene]],<ref>Si trattava dell'antica [[Accademia platonica]] risalente al [[387 a.C.]], ma rifondata da [[Plutarco di Atene]] alla fine del IV secolo.</ref> legata con quella
* scuola di [[Pergamo]], fondata da [[Edesio di Cappadocia]], e che ebbe nell'imperatore [[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]] uno dei principali rappresentanti.
La [[Accademia di Atene|Scuola di Atene]] cessò la sua attività nel [[529]], in seguito alla chiusura disposta dall'editto [[Giustiniano|giustinianeo]], mentre la scuola di Alessandria continuò fino agli inizi del VII secolo.<ref>G. Reale, ''Il pensiero antico'', pag. 476, Vita e Pensiero, Milano 2001.</ref> Anche in ambito cristiano tuttavia il neoplatonismo conobbe notevole diffusione, soprattutto a partire dal circolo intellettuale che si era formato a [[Milano]] verso la fine del III secolo, attorno alla figura dell'arcivescovo [[Ambrogio da Milano|Ambrogio]]: fu grazie ai contatti con il cenacolo milanese che [[Agostino di Ippona|Agostino]], il futuro vescovo di Ippona e Padre della Chiesa conobbe il pensiero dei "filosofi platonici" che furono così determinanti nel suo allontanamento dal [[manicheismo]].
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Nel [[Novecento]] il neoplatonismo riaffiora infine con [[Bergson]], in una rinnovata polemica contro il [[determinismo]] e il [[materialismo]]. Bergson torna infatti ad affermare che la vita biologica, come del resto la [[coscienza (filosofia)|coscienza]], non è un semplice aggregato di elementi composti che si riproduce in maniera sempre uguale a sé stessa. La vita invece è una continua e incessante creazione che nasce da un principio assolutamente semplice, non rieseguibile deliberatamente, né componibile a partire da nient'altro.
Sempre nel Novecento il neoplatonismo influenzò
▲Sempre nel Novecento il neoplatonismo influenzò anche la [[psicanalisi]] di [[Carl Gustav Jung]], in particolare la nozione di [[inconscio collettivo]]. Secondo Jung nell'[[inconscio]] sono presenti sin dalla nascita degli [[archetipo|archetipi]], simili alle idee platoniche o alle kantiane "forme [[a priori]]". Jung diede vita a una [[psicologia analitica]] che, diversamente da quella [[Sigmund Freud|freudiana]], voleva essere oltre che uno strumento per guarire dalle patologie mentali, una sorta di filosofia di vita con cui poter cogliere le infinite potenzialità espressive dell'[[anima]]. Espressioni e concetti propri del neoplatonismo filosofico ricorrono ancora oggi in movimenti e correnti all'interno delle diverse branche del sapere, come ad esempio in ambito scientifico dove il biologo [[Rupert Sheldrake]] ha riproposto una teoria non meccanicistica per spiegare l'[[evoluzione]] delle specie, quella del «campo morfico».<ref>La visione neoplatonica di [[Rupert Sheldrake]] prevede cioè, all'interno della sua teoria della causalità formativa, l'esistenza di una zona vibratoria [[archetipo|archetipica]], chiamata appunto «[[campo morfico]]», ritenuto in grado di influenzare gli esseri viventi determinandone la forma e il comportamento. Attraverso i campi morfici infatti gli esseri otterrebbero un'impronta o un influsso, non spiegabile sulla base di un mero meccanicismo, con cui regolare le attitudini della loro specie (cfr. Sheldrake, ''A New Science of Life'', 1981).</ref>
== L'estetica ==
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* Michele Abbate, ''Parmenide e i neoplatonici. Dall'Essere all'Uno e al di là dell'Uno'', Edizioni dell'Orso, Alessandria 2010
* [[Werner Beierwaltes]], ''Platonismo e idealismo'', trad. di Elena Marmiroli, Il Mulino, Bologna 1987
* Werner Beierwaltes, ''Il paradigma neoplatonico nell'interpretazione di Platone'', trad. di Nicoletta Scotti, Istituto Suor Orsola Benincasa, Napoli 1991 ISBN 88-7771-009-8
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* [[Cleto Carbonara]], ''La filosofia di Plotino'', Ferraro, Napoli 1954
* Nuccio D'Anna, ''Il neoplatonismo. Significato e dottrine di un movimento spirituale'', Il Cerchio, Rimini 1989
* M. L. Gatti,
* Sebastian R. P. Gertz, ''Death and Immortality in Late Neoplatonism: Studies on the Ancient Commentaries on Plato's Phaedo'',
* [[Pierre Hadot]], ''Plotino o la semplicità dello sguardo'', trad. it. di Monica Guerra, Einaudi, Torino 1999 ISBN 978-88-06-15017-4
* [[Vittorio Mathieu]], ''Come leggere Plotino'', Bompiani, Milano 2004
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