Assistente sociale: differenze tra le versioni

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Risulta che, oltre a Gregorio al Celio, un'altra scuola fu operativa per breve tempo organizzato dall'Istituto italiano per l'assistenza sociale a Milano in via Piatti, 4 diretta da Paolina Tarugi<ref>Salomon A., Die Ausbildung zum sozialen Beruf, Berlin, C.H.Verlang, 1927, p. 303; Fiorentino E. (1954) Note sul problema del personale tecnico per l'assistenza, ''Assistenza oggi'', 4, pp. 56-61, p. 57</ref> svolgendo il servizio sociale «a favore delle donne dei combattenti che erano state assunte al lavoro nei posti lasciati liberi dagli uomini sotto le armi»<ref>Zanolli R., Storia del servizio sociale aziendale in Italia e all'estero, “Incontriamoci”, 1958, p. 6</ref>.
 
Le assistenti sociali trovarono collocazione presso le aziende (media e grande industria), presso gli enti parastatali quali l'[[ONMI]] (opera nazionale maternità infanzia) che raccoglieva tutte le competenze del settore dell'infanzia, presso il Tribunale per i Minorenni e gli Istituti di osservazione (a partire dal 1934), presso gli enti pubblici assicurativi quali [[INPS]], [[INAIL]], [[INAM]], [[ICIAP]] ed [[Ente Nazionale Assistenza Orfani dei Lavoratori Italiani|ENAOLI]]:
 
«La nostra legislazione […] è costituita dal complesso delle norme giuridiche che riguardano l'assistenza, la previdenza e il servizio sociale: protezione per la maternità e infanzia, assicurazioni contro gli infortuni, assicurazione contro la vecchiaia, l'invalidità, malattia, disoccupazione involontaria, mutualità scolastica, collocamento dei disoccupati, istituzioni di assistenza e previdenza, Opera Nazionale Dopolavoro, scuole secondarie di avviamento professionale».<ref>Lama E., Recensione su Fantini O., Corso completo di legislazione sociale e del lavoro interna e comparata, Perugia, Regia Università, “Bibliografia fascista”, 1930, 7, p. 610-611</ref> Al 31 dicembre del 1942 il servizio sociale esisteva in 1308 fabbriche in favore di 900.000 operai<ref>Colombo U., principi e ordinamento dell'assistenza sociale, Milano, Giuffrè, 1954, p. 402</ref>.
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L'art. 3 della tab. XLIV allegata al decreto MURST del 23 luglio [[1993]] (pubblicato G.U. -serie speciale- n.118 del 23 maggio [[1994]]) aveva disposto che ai fini del proseguimento degli studi il corso di diploma universitario in Servizio Sociale (D.U.S.S.) era riconosciuto affine ai corsi di laurea in Sociologia e Scienze Politiche. Per diventare assistente sociale a partire dal [[1990]] divenne necessario conseguire un diploma universitario, secondo la legge 19 novembre [[1990]], n. 341. La professione venne riconosciuta tale ai sensi della legge 23 marzo [[1993]] n. 84 (''Ordinamento della professione di Assistente Sociale e istituzione dell'Albo professionale'').
 
Il [[corso di studio]] in ''[[Scienze del servizio sociale]]'' (in alcuni atenei detto semplicemente ''Servizio Sociale''), quale corso di laurea a tutti gli effetti, era stato istituito ex D.M. [[MIUR]] 3 novembre [[1999]] n. 509.
 
==== Formazione ====