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{{Vedi anche|Battaglia di Trapani (1266)|Battaglia di Settepozzi}}
La sconfitta dei Genovesi durante la guerra di San Saba ebbe ripercussioni negative sull'economia della città. Il suo commercio in Medio Oriente fu drasticamente ridimensionato e indirizzò i traffici commerciali verso le aree bizantine<ref>{{Cita | Del Punta | p. 18}}</ref>.<br />
Negli anni seguenti il popolo genovese cercò di recuperare le perdite relative alla guerra di San Saba<ref name = "p17">{{Cita | Del Punta | p. 17}}</ref>. Nel 1259 la flotta genovese scontrò quella veneziana vicino a Tiro e fu sconfitta<ref name = "p17" />. Lo stesso avvenne nel 1260 vicino a Trapani<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 17-18}}</ref> ed a Settepozzi, intorno al 1262<ref name = "p17" /><ref>La data non è precisa perché le tre fonti che ne parlano riportano tre date differenti. Rispettivamente, la cronaca di Andrea Dandolo, Les Estoires de Venise e gli Annali Genovesi parlano delle date 1261, 1262 e 1263}}</ref>.<br />
Genova si alleò poi con i Greci di Nicea nel 1261<ref>{{Cita | Del Punta | p. 20}}</ref>,
nello stesso anno conquistarono insieme Costantinopoli, che fu sottratta a Venezia, e Michele Paleologo divenne l'imperatore di Bisanzio<ref name = "p21">{{Cita | Del Punta | p. 21}}</ref>.<br />
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====Conclusioni====
Questi avvenimenti che precedettero la battaglia della Meloria portarono a due possibili schieramenti: il primo sarebbe stato composto da Pisa, Venezia, lo Stato Pontificio e il Regno di Sicilia; il secondo avrebbe compreso Genova e l'Impero bizantino<ref>{{Cita | Del Punta | p. 25}}</ref>. La città pisana aveva quindi valide possibilità di vittoria grazie alla sua rete di alleanze<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 25-26}}</ref>.<br />
===Gli anni prima della battaglia===
====I primi saccheggi====
Le ostilità nel mar Mediterraneo cominciarono gradualmente e la responsabilità dei conflitti sembra essere principalmente dei Pisani<ref name = "p24">{{Cita | Del Punta | p. 24}}</ref>. Pisa aveva avuto una crescita economica e demografica inferiore rispetto a quella di Genova ma poteva contare sulle alleanze stipulate con Venezia e Carlo I d'Angiò<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 24-26}}</ref>.
Gli anni prima della battaglia della Meloria videro principalmente una guerra di corsa fra le due città, che consisteva in saccheggi rapidi e imprevedibili che avevano l'obiettivo di sabotare il commercio degli avversari<ref name = "p24" />.
====L'inizio della guerra====
Gli scontri si intensificarono nel 1282<ref name = "p24" /> e cominciò una vera e propria guerra fra le due città marinare. Due avvenimenti, in particolare, provocarono lo scoppio della guerra. Il primo fu un attacco da parte di due veloci navi pisane che sequestrarono, vicino a Napoli, una galea di Guglielmo de Mari, insieme al proprietario genovese. La città di Genova chiese la liberazione dell'ostaggio e il risarcimento dei danni provocati, ma non ricevette nessuna risposta<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 30-31}}</ref>. Il secondo avvenimento fu l'elezione di Sinuccello della Rocca come conte di Corsica, da parte dei Pisani<ref name = "p31">{{Cita | Del Punta | p. 31}}</ref>. Era anche chiamato Giudice di Cinarca, perché conquistò il castello di Cinarca<ref name = "p31" />. Subito dopo il Giudice di Cinarca cominciò a fare razzie, attaccando chiunque si avvicinava alla Corsica<ref name = "p32">{{Cita | Del Punta | p. 32}}</ref>.<br />
Il comune di Genova riceveva continue lamentele e quindi nel maggio 1282 inviò quattro galee da guerra per combattere Sinuccello della Rocca, che fu sconfitto<ref name = "p32" /> e dovette rifugiarsi a Pisa<ref name = "p33">{{Cita | Del Punta | p. 33}}</ref>. Questa città lo considerava un alleato e quindi lo proteggeva dai genovesi che volevano catturarlo e punirlo<ref name = "p33" />. Allora da Genova partirono trentacinque navi da guerra<ref name = "p33" />, comandate dal'ammiraglio Nicolino Spinola<ref name = "p34">{{Cita | Del Punta | p. 34}}</ref> il 10 agosto 1282<ref name = "p35">{{Cita | Del Punta | p. 35}}</ref>. Vicino alle Secche della Meloria trovarono trentadue galee pisane<ref name = "p35" /> e poi dopo poche ore si ritirarono. Probabilmente furono spaventati dalla flotta pisana. Inoltre i contadini che erano stati arruolati avevano bisogno di dedicarsi alla vendemmia<ref name = "p36">{{Cita | Del Punta | p. 36}}</ref>.<br />
Nel frattempo alcune centinaia di soldati Pisani sbarcarono in Corsica<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 30-31. Non è chiaro il numero esatto di soldati e la data di sbarco: Jacopo D'Oria parla duecentosettanta soldati arrivati il 24 agosto mentre Guido da Vallecchia parla di cinquecento uomini sbarcati il 5 settembre.}}</ref> insieme al Giudice di Cinarca e conquistarono moltissimi castelli che erano occupate dai Genovesi. Poi andarono nell'isola di Palmaria, che apparteneva a genova, e la devastarono<ref name = "p37">{{Cita | Del Punta | p. 37}}</ref>. Più della metà della flotta pisana morì per un naufragio, durante il rientro in patria. A questo punto la guerra era inevitabile ed entrambe le città si armarono, cercando di potenziare le loro flotte<ref>{{Cita | Del Punta | pp. 38-39}}</ref>.
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