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Successivamente il palazzo della Magistratura dei [[Consoli del Mare]], passerà nelle mani dei fratelli Galli. Nel 1818 Mannaioni cederà la proprietà a Ferdinando Sbrana. Nello stesso anno la famiglia del Torto non sarà più, causa problemi economici, proprietaria del palazzo, mentre lo diventerà la famiglia della Fanteria.<br>
 
Intanto i due fratelli Franchetti, Abram e Isach, mossi dal desiderio di ostentare la propria ricchezza, miravano a possedere e riunificare uno dei più bei palazzi del Lungarno pisano, allora ancora diviso tra i tre proprietari. Così nel 1833 acquistarono il palazzo di proprietà dei Galli. Quest’ultimo era allora strutturato in tre piani più un mezzanino, decorati da soffitti a palco e a volterranea, e cantine sotterranee. Un’arme con mascherone e due teste di montone sovrastavano la porta d’ingresso di Via San Martino, mentre l’ingresso del Lungarno portava ad un giardino, chiuso tra due muri e dotato di fontana, e ad ununa capannone dove erano conservati i vasi per gli aranci o i limonilimonaia. Sempre nel 1833 i due fratelli comprarono la proprietà di Ferdinando Sbrana, l’unica zona rimasta non edificata in quanto considerato il posto dove un tempo sorgeva la casa del Conte [[Ugolino della Gherardesca]], dunque area sopra la quale, secondo la leggenda, era stato buttato il sale affinché il terreno diventasse sterile. Infine, dopo l’acquisto, da parte dei fratelli Franchetti, della proprietà dei della Fanteria, si assiste al successo del progetto di riunificazione dell’ormai Palazzo Franchetti.<br>
 
Nel 1888 l’edificio non apparterrà più alla famiglia Franchetti, ma verrà ceduto ad un imprenditore, Vincenzo Trampolini. Egli inizialmente affittava diversi spazi del palazzo. Erano disponibili una stanza sotterranea e cinquantasei vani divisi tra i tre piani ed il mezzanino.<br>