Typha latifolia: differenze tra le versioni

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== Usi ==
{{F|piante|novembre 2018}}
Anticamente venivano usate le foglie per farne panieri e le infiorescenze composte da moltissimi “pelucchi” tutti uniti venivano usate per imbottire materassi. Viene usata dai fioristi come decorazione, specialmente l'infiorescenza fatta essiccare. È anche utilizzata come specie vegetale nei sistemi di fitodepurazione delle acque reflue. Nel Ferrarese i "sigari" venivano accesi in modo che il fumo, abbastanza copioso, scacciasse le zanzare. Il suo rizoma veniva utilizzato già nel Paleolitico Superiore come pane, in recenti ricerche archeologiche sono state ritrovate macine in pietra risalenti a 30.000 anni a.c. che riportavano tracce di amido di typha. La sua lunga foglia, dalla struttura cellulare, era usata dai mastri-bottai come sigillante elastico da inserire tra le doghe delle botti di legno e per "stagnare" eventuali perdite tra le doghe o tra la "capruggine" (incastro tra fondo bollebotte e doghe laterali) per riparare botti di legno. Si usava anche per la protezione di fiaschi di vetro, i famosi fiaschi toscani erano tutti protetti dalle foglie di "scarsica". Se suddivisa in listelli, veniva usata in agricoltura per legare gli ortaggi ai tutori. La sua infiorescenza essiccata veniva utilizzata in [[Maniscalco|mascalcia]] per imbottire selle, basti, collari e le ferrovie di stato la usavano per i cuscini delle carrozze di I^ classe.
 
== Note ==