Innamoramento: differenze tra le versioni

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Secondo Freud l'amore deriva direttamente dalla pulsione sessuale e muore con l'estinzione di essa. Sopravvive solo quando la sessualità è “sublimata”, cioè controllata, e il rapporto si empie di fattori estrinseci: gli affetti, il mutuo soccorso, la stima. Infatti, raggiunta la meta sessuale l'amore potrebbe terminare, se ciò non accade è perché l'individuo, secondo Freud, «può fare assegnamento sicuro sul risorgere del bisogno, e questa è la prima ragione per fare un investimento duraturo sull'oggetto sessuale e per amarlo anche negli intervalli di tempo in cui la passione non si manifesta...»<ref name="S. Freud 1977, p. 325">S. Freud, Psicologia delle masse e analisi dell'Io, in Opere, Boringhieri, Torino 1977, vol. IX, p. 325.</ref>; e ciò, di conseguenza, avviene nel caso l'amore sia unilaterale ossia non ricambiato dal soggetto amato: la dipendenza verso esso non può aver termine.
 
Per Freud, dunque l'amore è un controllo sul partner dettato da esigenze egoistiche. Sulla scia di Freud gran parte dei teorici della psicoanalisi, uomini e donne, hanno descritto l'amore come una mistificazione soggettiva (sublimazione) intesa a coprire un bisogno sessuale primario<ref name="S. Freud 1977, p. 325"/>. Per [[Erich Fromm|Fromm]] l'innamoramento è uno stato di follia e i due innamorati realizzano un egoismo a due.<ref>Eric Fromm L'arte d'amare, Milano,Il saggiatore 1985</ref> L'amore di coppia non è una forza sui generis, non è un paradigma di ricerca e di avventura, è solo una un'espressione minore del più generale bisogno di sicurezza.
 
Molto più approfondita la concezione di [[Carl Gustav Jung]] che vede nell'incontro amoroso un processo di crescita, di maturazione, di arricchimento grazie al ricongiungimento con il proprio animus (nella femmina) o con la propria anima (nel maschio)<ref>Jung C. G. (1925), Il matrimonio come relazione psicologica, in Opere, XVII, Bollati Boringhieri, Torino, 1991</ref>. Un concetto analogo verrà sostenuto da [[Donald W. Winnicott]] col concetto di oggetto transizionale che consente la transizione da uno stato a un altro stato della propria identità.<ref>Donald W. Winnicott, "La famiglia e lo sviluppo dell'individuo", trad. Carlo Mazzantini, Roma: Armando, 1968 ISBN 88-7144-221-0</ref>
 
==Studi neurofisiologici==
Gli studi neurofisiologici<ref>Frank Tallis, Pazzi d'amore, Il Saggiatore, 2006, Milano</ref> hanno confermato che nelle prime fasi del processo amoroso vi sono esperienze particolari e quindi si giustifica una un'espressione come innamoramento. Le ricerche inoltre hanno cercato di spiegare ciascuna di queste esperienze con particolari [[neurotrasmettitori]]. Così secondo alcuni al primo incontro, il mesencefalo, l'area cerebrale che controlla i riflessi visivi e uditivi, inizia a rilasciare [[dopamina]], un neurotrasmettitore che produce piacere ed euforia. L'ipotalamo invece comanda al corpo di inviare segnali di attrazione e di piacere. Col proseguire del rapporto, i livelli di dopamina aumentano e crescono i livelli d'altri due neurotrasmettitori legati alla dopamina: la [[noradrenalina]] e la [[feniletilamina]]. Via via che il rapporto si approfondisce, l'ipotalamo stimola la produzione dell'[[ossitocina]] che stimola sentimenti di tenerezza e calore. Un altro ormone, la [[vasopressina]] collegato alla memoria, spinge alla fedeltà e alla monogamia. Dopo un periodo che oscilla dai 18 ai 30 mesi dall'inizio della relazione, però il cervello si è assuefatto al "cocktail" di sostanze chimiche e non reagisce più come prima. E quindi possiamo considerare finita la fase dell'innamoramento. Studi recenti hanno, tuttavia, smentito che ci sia un limite temporale fisiologico dell'innamoramento<ref name="stateofmind.it"/>.
 
Secondo il neuro-fisiologo [[Jean Didier Vincent]]<ref>Jean Didier Vincent Biologia delle passioni, Einaudi, 1988, Torino, p.. 87</ref> "Accanto al cervello neuronico... esiste un vero e proprio cervello umorale che modifica continuamente e in tutte le sue strutture il funzionamento del primo...; un cervello indeterminato e vaporoso, responsabile della parte affettiva e passionale dell'individuo". Il cervello, capace di secernere neuro-ormoni specifici, genera uno stato di desiderio fluttuante incessante, in grado di motivare tanto il desiderio immediato quanto l'azione passionale programmatica, quindi l'innamoramento.
 
==Studi sociologici==
È stato studiando i movimenti collettivi che il sociologo [[Francesco Alberoni]] ha elaborato la sua teoria dell'innamoramento come stato nascente di un movimento collettivo formato da due sole persone che porta alla formazioni di quella comunità che chiamiamo coppia<ref>[[Francesco Alberoni]], - ''Innamoramento e Amore'', Garzanti, 1979</ref>. Il movimento<ref>Francesco Alberoni, ''Movimento e Istituzione'', Bologna, Il Mulino, 1981</ref> è una un'esplosione collettiva improvvisa che trascina gli uomini in un vortice di rivolta e di speranza, li unisce li affratella in una nuova comunità che cerca di trasformare il mondo che la circonda. Sono loro che hanno generato le chiese, i partiti, i regimi. Senza la loro capacità di trascinare gli esseri umani, senza la loro potenza divina e diabolica, gli uomini non saprebbero cambiare, unirsi, credere, sacrificarsi. Almeno in occidente, quasi tutte le nostre formazioni sociali, le nostre istituzioni, siano esse monasteri, chiese, sette, partiti, sindacati o nazioni, sono sorte da movimenti collettivi. Non sono mai nate a freddo dal puro calcolo. Sono sempre sorte dal calore della passione, dell'ideale, che ha prodotto la “fusione” delle formazioni esistenti per creare qualcosa di completamente diverso e nuovo. Il [[Cristianesimo]] non si è formato a freddo attraverso compromessi fra varie religioni, la nazione Italianaitaliana non è nata da accordi fra i suoi staterelli, ma dall'ardore dei movimenti nazionalistici. E, per produrre la fusione, non basta nemmeno avere in comune interessi, vantaggi, potere, non basta nemmeno l'odio verso lo stesso nemico<ref>[[Francesco Alberoni]], - ''Leader e masse'', Milano, Rizzoli, 2002</ref> Occorre che prima si crei una un'intolleranza fatale verso le formazioni sociali entro cui l'individuo vive, una un'insofferenza viscerale, e poi la speranza, altrettanto fatale, di un rinnovamento, e la fede di una rinascita, e una meta, e un capo e la capacità di sacrificarsi per un ideale. Nell'innamoramento avviene lo stesso processo. Due persone che magari non si conoscevano, non si erano mai viste e, in pochissimo tempo, talvolta pochi giorni, stabiliscono fra di loro un legame emotivo e un'attrazione erotica fortissima al punto che spesso spezzano i legami più consolidati coi genitori, col fidanzato, col marito e con la moglie e, presi da una vera e propria ebbrezza, vogliono solo vivere l'uno con l'altro, fare copulare l'uno con l'altro. E formano una coppia, una nuova comunità sociale capace di durare nel tempo entro cui essi si trasformano, si rinnovano, creano un nuovo progetto di vita. In questo modo l'innamoramento diventa amore quotidiano, istituzione<ref>[[Francesco Alberoni]], - ''Ti amo'', Milano, Garzanti, 1996</ref>.
 
Le dinamiche alla base dell'innamoramento sono ancora argomento del contemporaneo dibattito scientifico poiché influiscono numerosi fattori, riguardanti una molteplicità di discipline quali la biologia, la psicologia e la sociologia.
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==La fenomenologia dell'innamoramento==
L'innamoramento non è solo un insieme di emozioni, di sensazioni, di percezioni, di impulsi come appare dagli studi neurofisiologici ma un complesso processo in cui due individui entrano in relazione, si trasformano e creano una nuova società e un nuovo progetto di vita. Esso è perciò un processo complesso in cui vi sono delle tappe obbligate come il raccontarsi reciprocamente tutta la propria vita per fare in modo che l'altro possa conoscerlo e capire come lui ha visto il mondo. In questo modo gli innamorati arrivano ad amare non solo la persona come è oggi, ma come era da bambina, da adolescente, nella gioia e nel dolore.<ref>[[Francesco Alberoni]], - ''L'arte di amare'', Milano, Sonzogno, 1982</ref> Ciascuno racconta anche i suoi amori che, nel processo di stato perdono importanza ai suoi occhi ed egli può comunicarli all'amato senza scatenare la sua gelosia. A questo processo di ricostruzione congiunta della loro vita viene dato il nome di [[storicizzazione]]. E i due innamorati oltre a vivere il piacere dell'oggi, dell'immediato, si proiettano nel futuro elaborando un progetto comune di vita.<br />II progetto è possibile perché il mondo è trasfigurato, pronto ad accoglierlo. Non è sforzo o pena. È danza, creatività. Ma essi si accorgono anche di essere diversi, di avere desideri diversi. Alcune di queste differenze sono facilmente superabili grazie alla plasticità, all'adattabilità propria dell'amore nascente. Quelle che potrebbero portare ada una rottura sono risolte con un patto in cui ciascuno si impegna a considerare ciò che è essenziale per l'amato un proprio autentico limite.
 
==Il significato evolutivo dell'innamoramento==
Le scienze biologiche mostrano con evidenza che ogni specie vivente ha una sua specifica “stagione degli amori”. Dall'organismo vivente unicellulare fino ai più complessi mammiferi, gli individui biologici attraversano fasi della vita (in alcuni casi un solo breve periodo) durante le quali, come fanno gli organismi elementari, si sdoppiano e generano oppure, come fanno gli organismi complessi, si accoppiano e si riproducono. La riproduzione per accoppiamento può avvenire in modo diretto, col contatto dei corpi, oppure indiretto, per esempio mediante impollinazione. Per tutte le specie viventi l'unione sessuale ha dunque come finalità essenziale la [[riproduzione]] biologica e, nelle specie superiori, la protezione della prole.
 
Rispetto alle comuni specie biologiche, la specie umana presenta tuttavia alcune rilevanti differenze. La prima è che, mentre le specie animali si riproducono e talvolta accudiscono la prole, ma non proteggono il singolo figlio, e anzi il più delle volte lasciano morire il cucciolo debole, incapace di competere coi fratelli per assicurarsi il cibo, la specie homo ha sviluppato in massimo grado le dinamiche affettive e accuditive di protezione personale. La madre della specie umana protegge ogni singolo figlio anche e soprattutto quando egli è debole. Questo presuppone una capacità di riconoscimento individuale che negli animali è carente o manca del tutto. La capacità umana di riconoscimento personale ha prodotto due attitudini specie-specifiche: l'[[empatia]] e l'[[amore]]. Gli studi di [[Giacomo Rizzolatti]] sui “[[neuroni specchio]]” dimostrano che nella specie homo l'empatia è una capacità “specie-specifica” (cioè tipica della nostra specie) più sviluppata che in qualunque altra specie. Il che implica una un'attitudine all'amore maggiore che in qualunque altra specie.
 
Nel corso della sua evoluzione, la specie umana ha massimizzato i comportamenti empatici e di cura personale. Il rapporto madre-figlio (come studiato nell'infant research da autori quali [[René Spitz]], [[Margaret Mahler]], [[John Bowlby]], [[Donald W. Winnicott]], [[Mary Ainsworth]] e [[Daniel Stern (psicoanalista)|Daniel Stern]]) è stato il modello di relazione della specie umana, dal quale sono sorti gli attaccamenti propri della famiglia e della coppia. L'innamoramento nella coppia prosegue questa linea di tendenza: quando sono innamorati, gli individui umani si scelgono sulla base di affinità psicologiche avvertite come meritevoli di dedizione e cura, e accudiscono con devozione la persona che ne è portatrice. In questo modo, [[individuazione]] e amore si intensificano l'uno con l'altro.
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==Bibliografia integrativa==
* Stendhal, ''Dell'amore'', Milano, Mondadori, 1968
* Georg Simmel, ''Filosofia dell'amore'', Roma, Donzelli, 2001
* Vladimir S. Soloviev, ''Il significato dell'amore'', Milano, Edilibri, 2003
* Ortega y Gasset, ''Saggi sull'amore'', Milano, Sugarco, 1984<
* Denis de Rougemont, ''L'amore e l'occidente'', Milano, Rizzoli, 1977
* Renè Girard, ''Menzogna romantica e verità romazescaromanzesca'', Milano, BompaniBompiani, 1965
* Roland Barthes, ''Frammenti di un discorso amoroso'', Milano, Einaudi, 1981
* [[Francesco Alberoni]], ''Innamoramento e amore'', Milano, GrzantiGarzanti, 1979
* [[Nicola Ghezzani]], ''Grammatica dell'amore'', Genova, Marietti, 2012
 
== Voci correlate ==