Ghost in the Shell: differenze tra le versioni

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Il manga venne pubblicato in capitoli apparsi originariamente sulle pagine della [[Riviste giapponesi di fumetti|rivista giapponese]] ''[[seinen]]'' ''[[Young Magazine]]'' dell'editore [[Kōdansha]] da marzo 1989 a settembre 1991<ref name="Thompson1"/>. Successivamente l'opera fu raccolta in un unico volume ''[[tankōbon]]'', uscito il 2 ottobre 1991. Abituato a lavorare senza assistenti e conosciuto per la sua cura meticolosa dei dettagli, l'autore [[Masamune Shirow]] ebbe difficoltà a mantenere i ritmi della serializzazione su rivista, pertanto nel passaggio all'edizione monografica apportò numerose correzioni e aggiunte, laddove non era soddisfatto del risultato o per mancanza di tempo era stato costretto a limitarsi<ref name="comicsviews"/>. Come titolo della serie Shirow intendeva adottare ''Ghost in the Shell'', per omaggiare il saggio di psicologia filosofica di [[Arthur Koestler]] ''[[Il fantasma dentro la macchina]]'' (''The Ghost in the Machine''), che era stato una delle sue principali fonti di ispirazione<ref name="log">{{cita testo|titolo=''攻殻機動隊 STAND ALONE COMPLEX Official Log 1'' booklet|editore=[[Bandai]]|anno=2003|lingua=ja}}</ref>. Il caporedattore di ''Young Magazine'' Kōichi Yuri, tuttavia, richiese un nome più altisonante, così l'autore ideò {{nihongo|''Kōkaku kidōtai''|攻殻機動隊||lett. "Squadra mobile con corazza offensiva"<ref name="lett"/>}}. Il nome giapponese venne scelto come titolo principale della serie e, su richiesta di Shirow, ''Ghost in the Shell'' fu inserito in piccolo come titolo alternativo nella maggior parte delle pubblicazioni<ref name="log"/><ref name="fumettologica1"/>.
 
Dopo l'uscita dell'albo di ''Ghost in the Shell'', Shirow continuò a realizzare capitoli ambientati nell'universo narrativo della serie, apparsi saltuariamente su ''Young Magazine'' tra settembre 1991 e agosto 1997. I capitoli furono raccolti in formato ''tankōbon'' in un volume intitolato ''Ghost in the Shell 2: ManMachine Interface'' e pubblicato il 18 dicembre 2000 insieme a ''Ghost in the Shell'' nella collezione {{Nihongo|''Kōkaku kidōtai Solid Box''|攻殻SOLID BOX}}; essa conteneva anche un opuscolo, un poster e un'''[[action figure]]'' di un fuchikoma<ref>{{cita web|url=https://bookclub.kodansha.co.jp/product?item=0000008268|titolo=攻殻SOLID  BOX|editore=[[Kōdansha]]|accesso=2 giugno 2020|lingua=ja}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.shirowledge.com/gits.html#SB|titolo=攻殻 SOLID BOX|accesso=2 giugno 2020|lingua=ja}}</ref>. Kōdansha pubblicò poi l'edizione standard l'anno seguente, il 26 giugno 2001. Rispetto alla versione serializzata su rivista, per la versione ''Solid Box'' Shirow aggiunse oltre 140 pagine di storia inedita ed effettuò ulteriori modifiche anche per la versione standard, aggiungendo altro materiale, nuove tavole a colori e modificando sostanzialmente le pagine già esistenti, per un totale di quasi 200 tavole inedite<ref name="icv2"/><ref name="comicsviews2"/>.
 
Il materiale pubblicato dal 1991 al 1997 non incluso in ''ManMachine Interface'', ovvero quattro capitoli per circa 200 pagine, venne poi raccolto nell'albo ''Ghost in the Shell 1.5: Human-Error Processer'', pubblicato il 17 luglio 2003. Esso presentava in allegato un [[CD-ROM]] contenente il manga in formato digitale, con l'aggiunta di animazioni e contenuti multimediali fruibili su computer<ref name="icv2"/><ref name="comicsviews2"/>.
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{{nihongo|''[[Ghost in the Shell: Arise]]''|攻殻機動隊ARISE~眠らない眼の男 Sleepless Eye~|Kōkaku kidōtai Arise: Nemuranai me no otoko Sleepless Eye}} è un adattamento della serie anime omonima e ripercorre come Kusanagi e Bato si sono conosciuti durante la guerra civile, prima degli eventi del manga originale. Scritto da Jun'ichi Fujisaku e disegnato da Takumi Oyama, il fumetto venne serializzato su ''Young Magazine'' dal 2013 al 2016 e poi raccolto in sette volumi<ref>{{cita web|url=https://www.animeclick.it/news/56284-ghost-in-the-shell-arise-si-conclude-il-manga-di-takumi-oyama-pubblicato-in-italia-da-star-comics|titolo=Ghost in the Shell Arise, si conclude il manga di Takumi Oyama, pubblicato in Italia da Star Comics|editore=[[AnimeClick.it]]|data=28 giugno 2016|accesso=2 giugno 2020}}</ref>.
 
{{nihongo|''Ghost in the Shell: The Human Algorithm''|攻殻機動隊 THE HUMAN ALGORITHM}} è un manga spin-off scritto da Jun'ichi Fujisaku e disegnato da Hiroki Yoshimoto. Collocato temporalmente tra ''Ghost in the Shell 1.5: Human-Error Processer'' e ''Ghost in the Shell 2: ManMachine Interface'', tanto che lo stesso Fujisaku lo considera un ipotetico episodio 1.75, il fumetto segue le avventure dei membri della Sezione 9 dopo la scomparsa di Motoko Kusanagi. Il primo capitolo è stato reso disponibile da Kōdansha a partire dal 16 settembre 2019 sull'[[applicazione mobile]] ''Comic Days'' e qualche giorno più tardi, il 20 settembre, sulla rivista cartacea ''Young Magazine''. Da allora i nuovi capitoli sono pubblicati ogni due settimane su ''Comic Days''<ref>{{cita web|autore=Rafael Antonio Pineda|url=https://www.animenewsnetwork.com/news/2019-08-20/ghost-in-the-shell-gets-new-manga-set-after-gits-1.5/.150214|titolo=Ghost in the Shell Gets New Manga Set After GITS 1.5|editore=[[Anime News Network]]|data=20 agosto 2019|accesso=2 giugno 2020|lingua=en}}</ref><ref>{{cita web|autore=Mikikazu Komatsu|url=https://www.crunchyroll.com/it/anime-news/2019/09/16/ghost-in-the-shell-new-manga-series-the-human-algorithm-launched-on-comic-days-appwebsite|titolo=Ghost in The Shell New Manga Series "The Human Algorithm" Launched on Comic DAYS App/Website|editore=[[Crunchyroll]]|data=17 settembre 2019|accesso=2 giugno 2020|lingua=en}}</ref>. Il primo volume ''tankōbon'' è uscito il 20 aprile 2020<ref>{{cita web|url=https://kc.kodansha.co.jp/product?item=0000339994|titolo=攻殻機動隊  THE  HUMAN  ALGORITHM(1)|editore=[[Kōdansha]]|accesso=2 giugno 2020|lingua=ja}}</ref>.
 
=== Videogiochi ===
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Le limitate critiche negative si concentrarono invece sull'eccessiva insistenza — ritenuta a volte gratuita, distraente o disturbante — sui temi filosofici e sui corpi femminili<ref name="vulture"/><ref name="fumettologica1"/>. Inoltre da alcuni, come Jason Thompson e Fumettologica, la trama venne avvertita a tratti come troppo sconnessa e di difficile lettura o addirittura incomprensibile, con tante spiegazioni, informazioni e discussioni che rendono difficile seguire il filo degli eventi, complice anche l'abitudine di Shirow di saltare intere scene, di lasciare eventi in sospeso e di prendere e lasciare personaggi senza introduzione o troppe spiegazioni<ref name="Thompson1"/><ref name="fumettologica1"/>. Lo stesso Shirow si disse consapevole di questo suo limite, tanto che in un'intervista a [[Frederik L. Schodt]] del 1998 a proposito di ''Ghost in the Shell'' dichiarò: «Mi rendo conto che le mie storie devono essere di facile fruizione, e cerco di renderle semplici da leggere. È un braccio di ferro. Io non voglio fare storie troppo semplici, né le voglio scrivere troppo complesse. Faccio fatica a trovare un buon bilanciamento. [...] So che è difficile per i lettori a volte»<ref name="Schodt"/><ref name="fumettologica1"/>. Per il sito web lo Spazio Bianco la storia lacunosa del manga può irritare alcuni lettori o stimolare la fantasia di altri<ref name="spaziobianco"/>.
 
''Human-Error Processer'' condivise i giudizi positivi destinati al primo volume. La critica in particolare apprezzò le trame più semplici, dirette e coerenti<ref name="mania">{{cita web|autore=Greg Hackmann|url=http://www.mania.com/ghost-shell-15-human-error-processor-vol-01_article_83569.html|titolo=Ghost in the Shell 1.5: Human Error Processor Vol. #01|data=4 ottobre 2007|accesso=2 giugno 2020|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091002061216/http://www.mania.com/ghost-shell-15-human-error-processor-vol-01_article_83569.html|dataarchivio=2 ottobre 2009|urlmorto=sì}}</ref>, e la narrazione più svelta e leggera rispetto ai suoi predecessori<ref name="Thompson1.5">{{cita|Thompson|''Ghost in the Shell 1.5: Human-Error Processor''}}.</ref>. Raccolse consensi anche il consueto alto livello stilistico delle illustrazioni<ref name="mania"/>, unito a un tratto più realistico e pulito<ref name="fumettologica2"/>, seppur giudicato occasionalmente troppo sbrigativo<ref name="Thompson1.5"/>. Mania.com lamentò però l'assenza di una vera e propria trama che si snoda tra i singoli casi, la scarsa connessione agli altri capitoli del franchise e la frustrante conclusione di tutte e quattro le indagini che formano il volume senza una vera e propria risoluzione o perlomeno un arresto, ritenendolo per questo un lavoro poco più che abbozzato<ref name="mania"/>.
 
''ManMachine Interface'' venne criticato per aver focalizzato eccessivamente l'attenzione sulla rappresentazione del cyberspazio e dei suoi processi informatici in contrapposizione ai temi d'azione poliziesca del manga precedente, deludendo il pubblico che si aspettava un'opera che seguisse nella trama e nello stile la traccia impartita dal primo volume della serie. La trama fu giudicata di troppo difficile comprensione, anche per i già complessi standard dell'autore, che sembrava più interessato a «volersi beare della sua riconosciuta abilità nell'inventare processi informatici, nuove tecnologie» e immagini evocative, che a fornire un filo logico alla narrazione o una chiave di lettura dei temi trattati<ref name="comicsviews2"/><ref name="spaziobianco2"/>. [[Anime News Network]] criticò il fumetto per il suo «intellettualismo eccessivo e gratuito» e per travolgere i lettori con prolissi tecnicismi che vengono avvertiti come un incomprensibile [[technobabble]]<ref name="ann"/>; giudizio condiviso anche da Jason Thompson<ref name="Thompson2">{{cita|Thompson|''Ghost in the Shell 2: Man-Machine Interface''}}.</ref>. Ulteriore motivo di biasimo fu il largo utilizzo del [[fanservice]]: Motoko e gli altri personaggi femminili godono di proporzioni eccessivamente generose, indossano costantemente vestiti succinti e sono spesso inquadrate in mezzo alle gambe<ref name="comicsviews2"/><ref name="Thompson2"/>.