Appio Conti: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
=== I primi anni ===
Appio nacque a [[Poli (Italia)|Poli]], non distante da [[Roma]], figlio di [[Torquato I Conti, I duca di Poli e Guadagnolo]] e di sua moglie, [[Violante Farnese]], figlia di Galeazzo I Farnese [[Ducato di Latera|duca di Latera]]. Suoi fratelli furono [[Lotario Conti, II duca di Poli e Guadagnolo]], ede il cardinale [[Carlo Conti (cardinale)|Carlo Conti]]. Da giovane ebbe modo di studiare con tutori privati tra cui [[Angelo da Caiano]] e soprattutto con [[Annibal Caro]], amico del padre. È su consiglio di quest'ultimo, infatti, che Torquato avvierà il figlio alla carriera militare a causa del suo palese disinteresse per le materie letterarie e scientifiche.
 
=== La guerra nelle Fiandre ===
Dal [[1577]] entrò nelle file dell'esercito imperiale, combattendo al fianco di don [[Giovanni d'Austria]] nelle [[Fiandre]], il quale poco dopo cedette il comando ad [[Alessandro Farnese]], zio materno di Appio, col quale il giovane combatté nelle province vallonevalloni. Alessandro Farnese concesse al nipote incarichi importanti nella sua armata. Nel febbraio del 1584, rimase ferito nel corso di un combattimento, motivo per cui lo zio lo incluse direttamente nello staff del suo stato maggiore. Appio venne incaricato di porre un freno alle truppe parmensi che, unitamente a quelle del principe-elettore di Colonia, [[Ernesto di Baviera]], si erano abbandonate a scorribande e razzie nella regione da poco conquistata nel corso dell'inverno del [[1585]]. Nell'aprile del [[1586]] prese parte all'[[Assedio di Grave]], portandosirecandosi quindi in [[Gheldria]] dove respinse un attacco delle truppe fiamminghe combinate a quelle inglese guidate da [[Martin Schenck]]. Nel 1587 concluse un'intesa col governatore della città di [[Wachtendock]] al quale riuscì a strappare la promessa di consegnare intatto l'intero abitato se il Farnese avesse concesso a lui la restituzione dei suoi beni personali. Malgrado la fiducia di Appio, il governatore era fermamente intenzionato a tendere un agguato al giovane militare che scampò miracolosamente all'attentato preparatogli. Sempre nel 1587, prese infine parte alla [[Battaglia di Engelen]] ede all'[[Assedio di Blymbech]] come comandante di un contingente di cavalleria.
 
=== Le guerre di religione in Francia ===
Poco dopo si portòrecò in [[Francia]] per supportare con le sue truppe la Lega Cattolica contro Enrico di Navarra, assieme a Nicolò Cesi ede Alessandro Sforza, sempre come aiutante di campo del principe Farnese, portando i suoi uomini alla conquista di [[Lagny]]. Dopo le perdite pesanti subite all'[[assedio di Knosenburg]], nel 1590 venne inviato per un due mesi in Italia dove, assieme a Pietro Caetani ede a Tarquinio Capizucchi, ebbe il compito di trovare nuove reclute. Tornò in [[Francia]] nella primavera del 1591 accompagnato da [[Ercole Sfondrati, I duca di Montemarciano]], nipote di [[papa Gregorio XIV]], il quale era stato nominato maresciallo di campo.
 
Mentre si trovava in Italia, oltre a fronteggiare i problemi finanziari della propria famiglia, Appio Conti dovette cedere alla richiesta del governatore di Milano, il principe [[Carlo d'Aragona Tagliavia]], per fornire aiuto militare in Piemonte al duca [[Carlo Emanuele I di Savoia]]. Tornato finalmente in Francia coi nuovi contingenti recuperati, Appio venne ferito a [[Vervins]], in [[Piccardia]], seppur con conseguenze non gravi.
 
Nel novembre del 1591, mentre [[Alessandro Farnese]] si concentrava sul compiere ogni sforzo possibile per salvare la città di [[Rouen]], assediata da Enrico di Navarra. Nel febbraio del 1592, dopo una serie di contrasti interni e per la mancanza del soldo per i soldati, Ercole Sfondrati chiese a [[Clemente VIII]] di poter lasciare la carica di comandante generale delle truppe pontificie in Francia e dal 28 febbraio Conti prese il suo posto. Nello stesso periodo, ada ogni modo, logorato dai contrasti con [[Filippo II di Spagna]] e minato nella salute, abbandonò il campo anche il duca Farnese che affidò i propri compiti al giovane nipote.
 
Per questa sua carica e per il modo di dirigere la guerra, ebbe notevoli contrasti con il legato pontificio Matteucci, il quale lo accusò di disperdere il denaro per le paghe dei soldati e nominò una commissione con due commissari per procedere alla retribuzione degli uomini. Fu a questo punto che Appio decise di dimettersi dalle sue cariche, lasciando la guida delle operazioni a [[Karl von Mansfeld]].
 
Il 13 marzo [[1593]], le forze cattoliche posero vittoriosamente [[assedio di Noyon|assedio a Noyon]], il Giornogiorno di [[Venerdìvenerdì]] [[26 marzo]] [[1593]] il Ducaduca di Mayenne [[Carlo di Guisa (1554-1611)|Carlo di Guisa]] mandò il Generalegenerale Appio Conti a reclutar ben Cinquatacinquata [[Lanzichenecchi]] delle armate Pontificiepontificie da spostarspostare sul campo di Battagliabattaglia, ma quest'ultimi si rifiutarono di obbedire agli ordini del generale per via delle continue sortite a loro danni da parte delle truppe nemiche, e per ciòperciò non fu possibile trasferirle sul campo di Battagliabattaglia.
tuttaviaTuttavia dopo due ore di tempo, un' emissario del [[Carlo di Guisa (1554-1611)|Duca]] tornò al campo ove erano le truppe tedesche, per prendere i Cinquantacinquanta soldati, ma il Generalegenerale Appio Conti si scusò per il Contrattempocontrattempo dicendo che si sarebbe personalmente recato dadal Duca per le dovute spiegazioni, e successviamente lo stesso generale ricevette l'ordine di spostarspostare tutte le suo truppertruppe presso il Sergentesergente [[Francesco da Milano]], nel tempo stesso ordinò che venisse avvertito dello spostamento il Colonellocolonnello dei [[Lanzichenecchi]], G. Bayer von Boppart, del quale un suo luogotenente portò la notizia al generale Appio Conti che il Colonellocolonnello non voleva mandarmandare le proprie truppe a quel campo, ede allora lo stesso Appio Conti ordinò che venissero immediatamente eseguiti gli ordini, ma quest'ultimo si rifiuto a più riprese di sottostare agli ordini del Generalegenerale, tant'è che in seguito ada un violento litigio lo stesso Generalegenerale Appio Conti smontò da Cavallocavallo e si batté a Duelloduello con il Colonnellocolonnello G. Bayer von Boppart il quale quest'ultimo lo uccise con un colpo all'Orecchioorecchio destro mentre il colonnello riportò solamente una ferita al Bracciobraccio. ilIl Ducaduca [[Carlo di Guisa (1554-1611)|Carlo di Guisa]] venuto a conoscenza della terribile uccisione del Generalegenerale Appio Conti ordinò che il Colonnellocolonnello venisse immediatamente Arrestatoarrestato, ma quest'ultimo riuscì a fuggire dal campo Imperialeimperiale; inolteinoltre molte molt'altre notizie riguardo a questo fatto furono redateredatte dal segretario personale del Generalegenerale, Orazio Silvestri.
 
== Albero genealogico ==