Oreste Baratieri: differenze tra le versioni
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Accusato di abbandono di comando, per aver preceduto le truppe nella [[ritirata]] dopo Adua, fu ritenuto responsabile dalle autorità di [[Roma]] delle tre sconfitte italiane dell'Amba Alagi, di [[Assedio di Macallè|Macallè]] e Adua: arrestato il 21 marzo [[1897]], fu quindi sottoposto ad un umiliante processo ad [[Asmara]]; il generale sarebbe poi stato prosciolto da ogni accusa per non compromettere l'onore delle [[forze armate]], ma fu collocato a riposo e abbandonò la carriera militare.
Negli ultimi tempi della sua vita soggiornò ad [[Arco (Italia)|Arco]] e a [[Venezia]]; qui scrisse, come estrema autodifesa, le [[Memorie d'Africa]], nel tentativo di proclamarsi vittima del [[destino]]. In particolare, mostrando un visibile cambiamento d'opinione rispetto a quando era un capo militare nella Colonia Eritrea, nelle sue memorie tracciò un'analisi precisa del colonialismo italiano e dei metodi degli europei per sottomettere l'Africa, definiti disumani e distruttivi. Secondo l'ex generale, il destino degli africani era analogo a quello
Diresse, per diversi anni, la "Rivista militare italiana". Morì improvvisamente a Vipiteno, allora nel [[Tirolo]] austro-ungarico, dove si era recato a visitare i parenti.<ref>Giovanni Trucco - [[Pietro Fedele]], Grande Dizionario Enciclopedico, [[UTET|Unione Tipografico-Editrice Torinese (UTET)]], 1934, Vol.2 p.87</ref>
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