Giuseppe Verdi: differenze tra le versioni
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Verdi simpatizzò con il movimento risorgimentale che perseguiva l'[[Risorgimento|Unità d'Italia]] e partecipò attivamente per breve tempo anche alla vita politica; nel corso della sua lunga esistenza stabilì una posizione unica tra i suoi connazionali, divenendo un simbolo artistico profondo dell'unità del Paese. Fu perciò che, un mese dopo la sua morte, una solenne e sterminata processione attraversò [[Milano]], accompagnando le sue spoglie con le note del ''[[Va, pensiero]]'', il coro degli schiavi ebrei del ''[[Nabucco]]''. Il ''Va pensiero'', da lui scritto circa 60 anni prima, esprimendo di fatto i sentimenti degli italiani verso il loro eroe scomparso, dimostrò fino a che punto la musica di Verdi fosse stata assimilata nella coscienza nazionale.
Le sue opere rimangono ancora
== Biografia ==
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Verdi aveva programmato di tornare in Italia nei primi mesi del 1849, ma gli fu impedito dal lavoro e dalla malattia così come, molto probabilmente, dal suo crescente attaccamento alla Strepponi. Verdi e la Strepponi lasciarono Parigi nel mese di luglio 1849 a causa del verificarsi di un focolaio di [[colera]]<ref>{{cita|Walker, 1962|p. 194}}.</ref> e Verdi si recò direttamente a Busseto per continuare il lavoro sul completamento della sua opera successiva, ''[[Luisa Miller]]'', per una produzione a Napoli che avrebbe avuto luogo nel corso dell'anno.<ref>{{cita|Rosselli, 2000|p. 89}}.</ref>
Nel 1849 venne presentata al pubblico napoletano ''[[Luisa Miller]]'', opera meno affascinante di ''[[Macbeth (opera)|Macbeth]]'', ma importante per l'evoluzione dello stile musicale e della drammaturgia verdiana; l'orchestrazione è più raffinata, il recitativo più incisivo e altrettanto la dimensione psicologia della protagonista.<ref>{{cita|Gatti, 1981|pp. 265-267}}.</ref> Anche nell'opera successiva, ''[[Stiffelio]]'', rappresentata per la prima volta a [[Trieste]] nel [[1850]], Verdi caratterizzò fortemente la psicologia del personaggio centrale,<ref>{{cita|Gatti, 1981|p. 270}}.</ref>, ma l'opera presentava alcune debolezze strutturali, dovute in parte ai drastici tagli operati dalla [[censura]] austriaca, che non le permisero di imporsi al grande pubblico italiano ed europeo.
=== La "trilogia popolare" ===
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È così che Verdi annuncia a Muzio l'infausto esito dell'ultima opera della trilogia, registrato il 6 marzo 1853, alla Fenice di Venezia. A lungo maturata e poi scritta di getto, come era solito fare Verdi, l'opera ebbe meno problemi di produzione, ma l'esito fu proprio inglorioso. ''La traviata'', tratta da ''La signora delle camelie'' di [[Alexandre Dumas (figlio)|Alexandre Dumas]], venne subito "tacciata d'immoralità e turpitudine", non tanto dalla censura, ma soprattutto dal pubblico stesso.<ref>{{Cita|Mila, 2012|p. 496}}.</ref> Questo pubblico, però, quello veneziano, fu lo stesso che, il 6 maggio 1854, ora al [[Teatro San Benedetto]], la accolse trionfalmente.<ref>{{Cita|Tintori, 1983|p. 175}}.</ref> Verdi, in una lettera al De Sanctis del 26 maggio, concludeva freddamente: {{Citazione| Tutto quello che esisteva per la ''Fenice'' esiste ora pel S. Benedetto. Allora fece ''fiasco'': ora fa ''furore''. Concludete voi!!!}}
[[File:Traviata.jpg|thumb|left|Cartellone della rappresentazione de ''La Traviata'' del 6 marzo 1853]]
''La traviata'' ruota attorno alla storia di una [[Cortigiano|cortigiana]] travolta dall'amore per un giovane di buona famiglia. Più che su alcuni accadimenti esteriori, la vicenda viene vissuta all'interno della coscienza della protagonista la cui natura umana è scandagliata da Verdi in tutte le sue minime sfumature. Le scelte stilistiche del grande compositore risultano sempre adeguate alla complessa drammaturgia dell'opera e si traducono in un raffinamento orchestrale e in una complessità armonica la cui modernità non venne all'epoca pienamente recepita.
Con ''La traviata'' si conclude un periodo frenetico della vita di Verdi. Dopo esser sopravvissuto a questi "sedici anni di galera" il compositore poté finalmente dedicarsi con calma e meditazione a tutte le opere che seguiranno.<ref>{{Cita|Tintori, 1983|p. 180}}.</ref> Secondo Mila, adesso, all'alba dei quarant'anni, termina la "giovinezza di Verdi". Ora, al massimo delle proprie capacità e reduce da questo lungo e faticoso "tirocinio", il compositore potrà avviarsi, approfittando nuovamente del Mila, verso una "seconda perfezione".<ref>{{Cita|Mila, 2012|p. 501}}.</ref>
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Il 24 febbraio 1862 Verdi fece ritorno dalla Russia a Parigi, dove incontrò due giovani scrittori italiani: [[Arrigo Boito]] e [[Franco Faccio]]. Verdi era stato invitato a scrivere un brano musicale per la [[Grande esposizione di Londra (1862)|Grande esposizione di Londra del 1862]],<ref>{{cita|Phillips-Matz, 1993|pp. 446–449}}.</ref> e il compositore scelse Boito per la scrittura del testo che divenne l'''[[Inno delle Nazioni]]''. Nel mese di settembre dello stesso anno, finalmente si riuscì a mettere in scena a San Pietroburgo la prima de ''La forza del destino''. A testimonianza della fortunata esperienza in terra russa, Verdi fu insignito dell'[[Ordine di San Stanislao]].<ref>{{cita|Budden, 1993|p. 88}}.</ref>
Una ripresa di ''Macbeth'' a Parigi nel 1865 non ricevette un pieno successo, ma fece ottenere a Verdi una commissione per una nuova opera: ''[[Don Carlo]]s'', basata sul dramma [[Don Carlos (tragedia)|omonimo]] di [[Friedrich Schiller]]. L'opera ricevette giudizi contrastanti. Mentre il critico Théophile Gautier elogiò il lavoro, il compositore [[Georges Bizet]] rimase deluso dal cambiamento di stile di Verdi, sostenendo che «Verdi non è più l'italiano. Sta seguendo Wagner».<ref>{{cita|Budden, 1993|p. 93}}.</ref> ''Don Carlos'', tuttavia, è
Nel corso del decennio tra il 1860 e il 1870, Verdi prestò grande attenzione alla sua tenuta vicino a Busseto, acquisendo ulteriore terreno e migliorandone gli impianti, affrontando raccolti variabili e crisi economiche.<ref>{{cita|Rosselli, 2000|pp. 128–131}}.</ref> Nel 1867, sia suo padre Carlo, con il quale aveva restaurato buoni rapporti, sia il suo mecenate Antonio Barezzi morirono. Verdi e Giuseppina decisero di adottare la pronipote di Carlo, Maria Filomena Verdi, di sette anni, come figlia propria.<ref>{{cita|Rosselli, 2000|pp. 131, 133}}.</ref>
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Verdi fu un compositore sempre aggiornatissimo, alla ricerca di nuovi soggetti cui ispirare le proprie opere, e un grande frequentatore della capitale artistica dell'Europa del tempo: [[Parigi]]. Il suo primo viaggio nella ''Ville Lumière'' risale al 1847, l'ultimo, al 1894, in occasione dell'allestimento dell<nowiki>'</nowiki>''Otello'' che egli stesso volle seguire personalmente. Compositore meticoloso, dotato di un'eccezionale sensibilità drammaturgica che aveva ulteriormente affinato con gli anni, Verdi fu per tutta la sua vita uno sperimentatore, proteso verso traguardi sempre più alti e dotato di un senso critico fuori del comune, che gli permise di andare incontro ai gusti di un pubblico sempre più esigente pur senza mai rinunciare ai propri convincimenti di uomo e di artista.
Il primo studio della musica di Verdi, pubblicato nel 1859 dal critico italiano [[Abramo Basevi]], già divise in quattro periodi la sua produzione musicale. Il primo periodo, "grandioso" secondo Basevi, finisce con ''La battaglia di Legnano'' (1849) mentre uno stile definito "personale" inizia con l'opera successiva, ''Luisa Miller''. Queste due opere sono generalmente
=== Primo periodo ===
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Nelle zone in cui Giuseppe Verdi visse si trovano alcuni musei a lui dedicati: la [[casa natale di Giuseppe Verdi|casa natale del Maestro]] a Roncole Verdi, il [[Casa Barezzi|museo di Casa Barezzi]] nel centro di Busseto, il [[museo nazionale Giuseppe Verdi]] di [[Villa Pallavicino (Busseto)|Villa Pallavicino]] alle porte della città, la [[Villa Verdi]] a Sant'Agata<ref>{{cita web|url=http://www.bussetolive.com/it/luoghi-verdiani/|titolo=Arte e musei|autore=Ufficio Informazione Turistica di Busseto|accesso=6 dicembre 2016}}</ref> e il [[Casa Verdi|museo di Casa Verdi]] a Milano.<ref>{{cita web|url=http://www.casaverdi.org/it/41/visitare-casa-verdi.html|titolo=Visitare Casa Verdi|autore=Fondazione Giuseppe Verdi|accesso=6 dicembre 2016}}</ref>
=== Verdi
Le opere di Verdi vengono spesso messe in scena in tutto il mondo. Secondo ''Operabase'', nella stagione 2013-2014 ''La traviata'' è stata l'opera più eseguita (659 spettacoli). Nella classifica delle prime 20 opere, vi sono ''Rigoletto'' (8º posto, 445 spettacoli), ''Aida'' (12º posto, 304 spettacoli), ''Nabucco'' (16º posto, 304 prestazioni) e ''Il trovatore'' (18º posto, 232 prestazioni).<ref name="Operabase website"/> Tutte le sue opere sono disponibili in diverse registrazioni e su [[DVD]].<ref>{{cita web|url=http://www.carlomarinelli.it/lang:ita|titolo=Opera Discography Encyclopedia website|accesso=28 giugno 2015}}</ref>
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