Marcel Lefebvre: differenze tra le versioni
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*[[Moderatore supremo|Superiore generale]] della [[Congregazione dello Spirito Santo|Congregazione dei Padri dello Spirito Santo]] <small>(1962-1968)</small>
*[[Arcivescovo titolare]] di [[Arcidiocesi di Sinnada|Sinnada]] <small>(1962-1970)</small>
*[[Moderatore supremo|Superiore generale]] della [[Fraternità
|nato=29 novembre [[1905]] a [[Tourcoing]]
|ordinato=21 settembre [[1929]] dal [[vescovo]] [[Achille Liénart]] (poi [[cardinale]])
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}}
Fu uno tra i più influenti [[cattolici tradizionalisti]] che si opposero alle riforme apportate dal [[Concilio Vaticano II]] e nel postconcilio, e in particolar modo alla soppressione della [[messa tridentina]], alla dottrina della [[collegialità episcopale]], all'[[ecumenismo]] e alla dottrina della [[libertà religiosa]]. A seguito di queste motivazioni, in opposizione al Concilio Vaticano II, il 1º novembre
Sacerdote dal
== Biografia ==
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{{vedi anche|Intervento Ottaviani}}
=== La Fraternità
{{Vedi anche|Fraternità
[[File:Econe Seminary.jpg|miniatura|sinistra|Il [[seminario internazionale San Pio X]] di [[Ecône]] in Svizzera]]
Allo scopo di mantenere viva la tradizione [[Liturgia|liturgica]] di [[San Pio V]] e più in generale la tradizione della Chiesa, aveva fondato nel
=== La prima condanna ===
Fin dal
Il 22 luglio
=== La S. Messa della sfida a papa Paolo VI ===
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Il 29 agosto 1976, nonostante una nuova lettera di [[Paolo VI]] in data 15 agosto, Mons. Lefebvre celebrò una messa solenne al palazzo dello sport della fiera commerciale di Lille, trasformata in un'immensa cappella dove si accalcarono 7000 fedeli. Mentre [[Paolo VI]] denunciò durante l'Angelus "l'atteggiamento di sfida a queste Chiavi poste fra le nostre mani da Cristo", Mons. Lefebvre protestò nella sua omelia "No, cari fedeli, non è una sfida, ma una manifestazione della vostra fede cattolica".<ref>Bernard Tissier de Mallerais, "Mons. Marcel Lefebvre una vita", Chieti, novembre 2005, pag. 556-557</ref>
Pur avendo avuto un incontro con [[Paolo VI]] l'11 settembre
=== La visita apostolica del cardinale Edouard Gagnon ===
[[File:Marcel Lefebvre in Cordoba, Argentina.jpg|miniatura|sinistra|Mons. Lefebvre a Cordoba, Argentina, nel 1980 circa]]
Negli anni successivi, quantunque continuasse le ordinazioni sacerdotali permanendo nella condizione di disobbedienza, ci furono diversi tentativi di dialogo da parte della [[Santa Sede]]. Con [[papa Giovanni Paolo II]], che ricevette Lefebvre in udienza privata già nel novembre
Il 27 agosto
Nel giugno del 1987 mons. Lefebvre confermò pubblicamente la sua intenzione di consacrare alcuni vescovi, che avrebbero continuato la sua opera dopo la sua morte. Ad agosto dello stesso anno indirizzò una lettera a mons. [[Richard Williamson|Williamson]], [[Bernard Tissier de Mallerais|de Mallerais]], [[Bernard Fellay|Fellay]] e [[Alfonso de Galarreta|de Galarreta]], nella quale dichiarava che la riforma liturgica del Concilio Vaticano II aveva determinato un crollo diffuso della fede nella [[diofisismo|divinità]] di Gesù Cristo Dio, che la sua famiglia sacerdotale è perseguitata da una "Roma modernista e liberale", occupata da degli [[Anticristo|anticristi]], e impegnata in un'opera distruttrice del [[Regno di Dio]]. Chiese ai sacerdoti di accettare la [[consacrazione episcopale]] per suo tramite, confidando che "quanto prima la [[cattedra di Pietro|Sede di Pietro]] sarà occupata da un successore di Pietro perfettamente cattolico"<ref>{{cita web | url = https://www.sanpiox.it/archivio/articoli/crisi-nella-chiesa/682-lettera-di-mons-marcel-lefebvre-ai-futuri-vescovi-della-fraternita-san-pio-x | titolo = Lettera di Mons. Marcel Lefebvre ai futuri Vescovi della Fraternità San Pio X | data = 29 agosto 1987 | sito = [[Fraternità Sacerdotale San Pio X|sanpiox.it]] | urlarchivio = https://archive.today/20190327000515/https://www.sanpiox.it/archivio/articoli/crisi-nella-chiesa/682-lettera-di-mons-marcel-lefebvre-ai-futuri-vescovi-della-fraternita-san-pio-x | dataarchivio = 27 marzo 2019 | urlmorto = no | accesso = 31 marzo 2019 }}</ref>.
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La sua [[scomunica]] da parte della Chiesa fu formalizzata il 30 giugno, a firma del [[cardinale]] [[Bernardin Gantin]]. Subito dopo, il 2 luglio 1988, Giovanni Paolo II, con il ''[[motu proprio]] [[Ecclesia Dei]]'' (chiamato anche ''Ecclesia Dei adflicta''),<ref>[http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/motu_proprio/documents/hf_jp-ii_motu-proprio_02071988_ecclesia-dei.html Lettera Apostolica "Ecclesia Dei" del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II in forma di "motu proprio"]</ref> dichiara il proprio dolore per l'infelice conclusione della questione, parlando esplicitamente di «disobbedienza al Romano Pontefice in materia gravissima e di capitale importanza per l'unità della Chiesa» e di «atto scismatico» che ha per conseguenza diretta la scomunica. Tale atto scismatico è dovuto, secondo il Papa, a un'«incompleta e contraddittoria nozione di Tradizione».
La formalizzazione della scomunica riguardò solo i due vescovi consacranti (Marcel Lefebvre e [[Antônio de Castro Mayer]], quest'ultimo in via "presuntiva") e i quattro vescovi appena consacrati ([[Bernard Fellay]], [[Bernard Tissier de Mallerais]], [[Richard Williamson]] e [[Alfonso de Galarreta]]): a norma del [[Codice di Diritto Canonico]] la loro consacrazione fu "valida" anche se "illecita".<ref>[http://www.unavoce-ve.it/03-03-14.htm Documento della commissione Ecclesia Dei] in cui si afferma la validità delle ordinazioni dei sacerdoti della [[Fraternità
=== Morte ===
Lefebvre morì di [[Cancro (malattia)|cancro]] nel 1991. Al suo funerale, come è possibile vedere dalla documentazione fotografica e filmata di esso, tutti i preti presenti, compresi il
Venne sepolto nella cripta della chiesa del [[seminario internazionale San Pio X]] di [[Ecône]], in [[Svizzera]].<ref>{{cita web|url=https://www.findagrave.com/memorial/20870303/marcel-fran%C3%A7ois-lefebvre|titolo=Archibishop Marcel François Lefebvre|accesso=7 ottobre 2017}}</ref> Sulla sua tomba ha voluto che si scrivesse: ''Tradidi quod et accepi'', ovvero: "Vi ho trasmesso semplicemente ciò che ho ricevuto". Si tratta di una frase dell'[[apostolo]] [[Paolo di Tarso]] (I, Cor. 15,3), in cui il significato di "et" è inteso come “semplicemente”, per ribadire l'interpretazione del mandato apostolico della Chiesa come opera di difesa del deposito della fede dalle deviazioni che, secondo Lefebvre, si erano diffuse ampiamente nella Chiesa soprattutto dopo il Concilio Vaticano II, che avrebbe definitivamente spalancato le porte delle menti dei Cattolici agli errori del [[Modernismo teologico|modernismo]] (giudicato nell'[[enciclica]] ''[[Pascendi Dominici gregis]]'' del
▲Lefebvre morì di [[Cancro (malattia)|cancro]] nel 1991. Al suo funerale, come è possibile vedere dalla documentazione fotografica e filmata di esso, tutti i preti presenti, compresi il Vescovo del luogo, il segretario del cardinale [[Hyacinthe Thiandoum]], il cardinale [[Silvio Oddi]] e il [[Nunzio apostolico]] in Svizzera, benedissero la salma.{{Senza fonte}} Il diritto canonico esclude gli scomunicati dalla ricezione dei sacramenti,<ref>[http://www.vatican.va/archive/cod-iuris-canonici/ita/documents/cic_libroVI_1331-1335_it.html#TITOLO_IV [[Codice di Diritto Canonico]], canone 1331}</ref> ma non parla direttamente di una loro eventuale esclusione da ogni forma del [[Esequie#Il rito cattolico|rito cattolico delle esequie]], esclusione applicata però ai «peccatori manifesti, ai quali non è possibile concedere le esequie senza pubblico scandalo dei fedeli».<ref>{{cita web|url=http://www.vatican.va/archive/cod-iuris-canonici/ita/documents/cic_libroIV_1183-1185_it.html#CAPITOLO_II|titolo=Codice di Diritto Canonico 1184}}</ref>
▲Venne sepolto nella cripta della chiesa del [[seminario internazionale San Pio X]] di [[Ecône]], in [[Svizzera]].<ref>{{cita web|url=https://www.findagrave.com/memorial/20870303/marcel-fran%C3%A7ois-lefebvre|titolo=Archibishop Marcel François Lefebvre|accesso=7 ottobre 2017}}</ref> Sulla sua tomba ha voluto che si scrivesse: ''Tradidi quod et accepi'', ovvero: "Vi ho trasmesso semplicemente ciò che ho ricevuto". Si tratta di una frase dell'[[apostolo]] [[Paolo di Tarso]] (I, Cor. 15,3), in cui il significato di "et" è inteso come “semplicemente”, per ribadire l'interpretazione del mandato apostolico della Chiesa come opera di difesa del deposito della fede dalle deviazioni che, secondo Lefebvre, si erano diffuse ampiamente nella Chiesa soprattutto dopo il Concilio Vaticano II, che avrebbe definitivamente spalancato le porte delle menti dei Cattolici agli errori del [[Modernismo teologico|modernismo]] (giudicato nell'[[enciclica]] ''[[Pascendi Dominici gregis]]'' del [[1907]] come "sintesi di tutte le eresie").<ref>{{cita libro | nome= Cristina| cognome= Siccardi| titolo= Mons. Marcel Lefebvre. Nel nome della Verità| anno= 2010| editore= Sugarco| città= Milano |pp= 17-19}}</ref> Il 24 settembre 2020 le sue spoglie sono state traslate nella cripta della chiesa del Cuore Immacolato di Maria, per decisione di padre [[Davide Pagliarani]], superiore generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X, a seguito del voto del Capitolo Generale del 2018.<ref>{{cita web|url=http://www.farodiroma.it/econe-le-spoglie-dellarcivescovo-marcel-lefebvre-trasferite-il-24-settembre/|titolo=Ecône. Le spoglie dell’arcivescovo Marcel Lefebvre traslate il 24 settembre|accesso=27 settembre 2020}}</ref>
== Genealogia episcopale e successione apostolica ==
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{{Box successione
|tipologia=ecclesiastico
|carica=[[Fraternità sacerdotale San Pio X|Superiore generale della Fraternità
|periodo=1º novembre [[1970]] - [[1982]]
|precedente=-
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{{Portale|biografie|cattolicesimo}}
[[Categoria:Fraternità
[[Categoria:Spiritani]]
[[Categoria:Vescovi e arcivescovi di Dakar]]
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