Giuseppe Modica: differenze tra le versioni

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Nel 1993 [[Antonio Tabucchi]] scrive per tre sue acqueforti un racconto dal titolo ''Le vacanze di Bernardo Soares'', pubblicato da Franco Sciardelli Editore, in cui immagina il protagonista del ''Libro dell’inquietudine'' intento nei preparativi di una breve vacanza dove finalmente potrà esaudire uno dei suoi ultimi desideri: scrivere di un’alba e di un tramonto sul mare<sup>4</sup>.
 
[[Maurizio Fagiolo dell’Arco]] – autore di un saggio fondamentale sull’opera di Modica, ''Le stanze inquiete'' <sup>5</sup>- nel 1999 lo inserisce nella mostra ''De Metaphisica'', insieme ad altri artisti che secondo il critico romano rispondono a una nuova interpretazione del «fantasma della metafisica italiana» (Carlo Guarienti, Gianfranco Ferroni, Giulio Paolini, Claudio Bonichi, Bernardino Luino)<sup>6</sup>. Nel 2002 sarà lo stesso Fagiolo dell’Arco a curare il catalogo di un’importante mostra antologica, ''La luce è luce è la luce'', allestita a Mazara del Vallo<sup>7</sup>.
 
Al Complesso del Vittoriano [[Claudio Strinati]], all’epoca soprintendente del Polo Museale Romano, cura nel 2004 la retrospettiva ''Riflessione come metafora della pittura. Opere 1989-2003''<sup>8</sup>. E sempre a Roma nel 2008, presso il Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Modica presenta la mostra ''Roma e la città riflessa'', le cui opere restituiscono l’immagine della capitale attraverso le sue diverse rifrazioni in uno specchio immaginario, dando vita a una successione ritmica di colore, luce e buio, interno ed esterno, realtà e apparizione<sup>9</sup>.