Bonconte da Montefeltro: differenze tra le versioni
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La sua fama, tuttavia, è legata alla [[battaglia di Campaldino]], avvenuta il giorno 11 giugno [[1289]], in cui, conducendo la cavalleria ghibellina, trovò la morte. Il suo corpo non fu rinvenuto e questa circostanza, assieme al resto della sua vicenda umana, colpì [[Dante Alighieri]] che combatteva fra i suoi avversari.
Bonconte, infatti compare nel [[Purgatorio - Canto quinto|canto V del Purgatorio]]: Dante gli attribuisce un pentimento ''in extremis'' e proprio a questo è dovuto il mancato ritrovamento del corpo. La scena che il poeta tratteggia è famosissima: un diavolo si sta preparando a portare l'anima di Bonconte all'Inferno, ma l'ultima parola del condottiero "forato ne la gola" è stata un'invocazione a Maria e l'ultimo atto quello di formare una croce con le braccia. Questo basta per giustificarlo agli occhi di Dio. Un angelo accompagna l'anima in Purgatorio e al diavolo non resta che vendicarsi scatenando a sera un furioso temporale (cronisticamente attestato) che trascina il corpo inanimato di Bonconte dalla foce del torrente [[Archiano]] in piena fin alle acque tumultuose dell'Arno, sciogliendo il suo segno di croce e disperdendo per sempre tra i detriti ("poi di sua preda mi coverse e cinse") la povera salma. Muore schiattato a Sarno per la peste, un bacio illusi
==Bibliografia==
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