Alexander Langsdorff: differenze tra le versioni
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Langsdorff prese parte dal 27 marzo 1916 al primo conflitto mondiale con il grado di sottotenente nel 35º reggimento fucilieri del Brandeburgo. Pochi mesi dopo venne catturato dai francesi e internato fino al 12 giugno 1919. Dopo la guerra, prese parte al [[Putsch di Monaco]] nel novembre 1923. Il 1º giugno 1933 entrò nel [[Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori]] tedesco e il 28 ottobre dello stesso anno nelle [[SS]] con il numero di matricola 185091. Nelle SS compì una rapida carriera che lo portò, dal 1934 al 1944, dal grado di caposquadra a quello di colonnello. Dal dicembre 1938 al febbraio 1944 egli venne aggregato allo Stato maggiore personale del Reichsführer-SS [[Heinrich Himmler]], con compiti presso l'[[Ahnenerbe]] (''Società di ricerca dell'eredità ancestrale''). In questo periodo gli venne assegnato anche un posto ai musei statali di Berlino. Dal febbraio 1944 al 30 aprile 1945 fu il direttore del „[[Kunstschutz]]“ per l'[[Italia]]. Egli fu responsabile nell'estate 1944 del trafugamento e trasferimento di alcuni dei maggiori capolavori dell'arte rinascimentale italiana da [[Firenze]] in [[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]]. Morì il 15 marzo 1946 nell'ospedale di [[Eutin]] in seguito ad una embolia polmonare.
Fu cugino di [[Hans Langsdorff]], comandante della corazzata tascabile [[Admiral Graf
== Matrimoni ==
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