Porta d'Adda: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 8:
|Città = [[Lodi]]
|Stile = [[Architettura neoclassica|neoclassicismo]]
|Inizio costruzione = [[1787]]
|Termine costruzione =
|Costruttore = Antonio Dossena
|Materiale = [[laterizio]]
|Altezza = {{M|11|u=m}}▼
▲|Altezza =
|Demolizione = [[1912]]
|Condizione attuale =
Riga 22 ⟶ 21:
La porta venne aperta per ordine di [[Francesco Sforza]] dopo la [[pace di Lodi]] ([[1454]]), contemporaneamente alla costruzione di un nuovo [[ponte]] sull'[[Adda]] posto nella posizione dell'[[Ponte Napoleone Bonaparte|attuale]].<ref>{{cita |Agnelli (1917) |p. 64. }}</ref><ref>{{cita |Agnelli (1917) |p. 277. }}</ref><ref>{{cita |Agnelli (1917) |p. 321. }}</ref> A fianco della porta venne costruita un'opera difensiva, detta «la Rocchetta».<ref name = "Agnelli 320">{{cita |Agnelli (1917) |p. 320. }}</ref>
Nel [[1787]] una perizia dell'Ingegnere del Pubblico di [[Lodi]],
A metà [[Ottocento]] la porta si presentava già in cattivo stato di conservazione: ne vennero quindi proposti l'abbattimento e la sostituzione con una [[cancellata]] in [[ferro]].<ref>{{cita |Bianchi e Granata (1988) |p. 58. }}</ref> Il [[fabbro]] lodigiano Cesare Combi presentò un disegno per la nuova cancellata, e la proposta venne approvata dal [[consiglio comunale]] nel [[1856]].<ref>{{cita |Bianchi e Granata (1988) |p. 62. }}</ref> Tuttavia poco dopo emerse che l'opera avrebbe richiesto la rettifica del tratto stradale, fortemente irregolare, con un conseguente aumento dei costi, e pertanto il progetto fu respinto; il Combi però aveva già terminato la costruzione della cancellata, e pertanto dopo diverse discussioni questa venne riutilizzata per la nuova [[Barriera Vittorio Emanuele]], aperta nel [[1865]] in sostituzione di [[Porta Regale]] sul nuovo viale diretto alla [[Stazione di Lodi|stazione ferroviaria]].<ref>{{cita |Bianchi e Granata (1988) |pp. 82-83. }}</ref>
Porta d'Adda rimase quindi in opera; nel [[1906]] ne venne deciso l'abbattimento, anche per dare maggiore respiro alla nuova [[Chiesa di San Rocco (Lodi)|chiesa di San Rocco]] allora in progetto;<ref>{{Cita libro |titolo=Il Lodigiano nel Novecento. La cultura |autore=Margherita Cerri |curatore=Ercole Ongaro |editore=Franco Angeli |città=Milano |anno=2006 |capitolo=L'architettura |pp=207-208 |ISBN=88-464-7142-3 }}</ref> fu poi demolita nell'aprile [[1912]], contemporaneamente alla soppressione delle [[Dazio|barriere daziarie]].<ref>{{Cita pubblicazione |titolo=Demolizione di Porte e Barriere |rivista=[[Archivio Storico Lodigiano]] |volume= |numero= |editore= |città=Lodi |anno=1912 |mese=giugno |p=98 |ISSN=0004-0347 }}</ref>
==Caratteristiche==
La porta, di [[Architettura neoclassica|forme neoclassiche]], era posta lungo l'attuale corso Adda fra il piazzale Barzaghi e la via Defendente, dove oggi prospetta la nuova [[Chiesa di San Rocco (Lodi)|chiesa di San Rocco]].
Da una relazione dell'ingegnere municipale Francesco Martani del [[1856]] risulta che era larga {{M|17.70|u=m}} e alta {{formatnum:11}}, sormontata da un [[frontone]] arcuato. Vi si aprivano tre [[Fornice|fornici]], uno centrale per i veicoli, largo {{M|4.70|u=m}} e alto {{M|7.75|u=m}}, e due laterali per i pedoni, larghi {{M|1.80|u=m}} e alti {{M|3.60|u=m}}.<ref>{{cita |Bianchi e Granata (1988) |p. 60. }}</ref>
Sul lato occidentale la porta era fiancheggiata dal [[corpo di guardia]] a tre [[Arcata|arcate]], posto sul lato interno, e dal [[dazio]] posto sul lato esterno.<ref>{{cita |Bianchi e Granata (1988) |p. 64. }}</ref> Questi edifici sono tuttora esostenti.
==Note==
|