Domenico Modugno: differenze tra le versioni

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=== Gli anni cinquanta: dall'attività teatrale al successo di ''Nel blu dipinto di blu''===
Nel paese inizia anche la sua attività teatrale sotto la guida del Maestro Rolomir Piccinno, ma presto decide di tornare a [[Torino]] e poi di spostarsi a [[Roma]], dove i primi tempi alloggia presso il convento dei monaci camaldolesi al Celio; vince un concorso per attori dilettanti<ref>{{cita web|url=https://sentireascoltare.com/artisti/domenico-modugno/|titolo=Mr Volare, l’invenzione del pop italiano|autore=Antonio Lamorte|editore=sentireascoltare.com|data=31 gennaio 2018 }}</ref> che gli consente di iscriversi alla scuola per attori del [[Centro Sperimentale di Cinematografia]],<ref>{{Cita news|autore = Gigi Vesigna|titolo = Sorprese VIP|pubblicazione = [[Oggi (rivista)|Oggi]]|giorno = 5|mese = giugno|anno = 2013|paginapp = 74-80}}</ref> riuscendo anche a vincere una borsa di studio da cinquantamila [[lira italiana|lire]] al mese. Qui conosce una giovane aspirante attrice [[sicilia]]na, [[Franca Gandolfi]], figlia di un colonnello che diventerà poi sua moglie il 26 giugno [[1955]]. La sera comincia a esibirsi al Circolo Artistico di via Margutta, con un repertorio di canzoni in dialetto salentino di sua composizione<ref>(comeCome ''Musciu niuru'', "gatto nero", e ''Sciccareddu 'mbriacu'', "asinello ubriaco)".</ref> e di brani popolari.
 
La sua prima parte come [[Comparsa|comparsa cinematografica]] risale al [[1949]] nel film ''[[I pompieri di Viggiù]]''; poi nel [[1951]] appare in ''[[Filumena Marturano]]''. Nel [[1952]] è attore giovane in teatro ne ''[[Il borghese gentiluomo]]'' di [[Molière]] con la Compagnia Tatiana Pavlova, e prende parte ai film ''[[Cameriera bella presenza offresi...]]'' del [[1951]], ''[[Anni facili]]'' del [[1953]], e all'episodio ''[[La giara]]'' del film ''[[Questa è la vita (film 1954)|Questa è la vita]]'' del [[1954]]. Ottenuto l'attestato del Centro Sperimentale nel [[1953]], continua a fare la comparsa in alcuni film e nel frattempo continua a esibirsi come musicista e [[rumorista]] alla radio.
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[[File:Modugno esegue Vecchio frac e, mentre fischia, percuote la cassa della chitarra.jpg|thumb|upright=1.3|Modugno esegue "Vecchio frac" e, mentre canta e fischia, percuote la cassa della chitarra]]
 
In questo periodo pubblica altri dischi per la RCA con brani che verranno riscoperti in seguito, come ''La donna riccia'', ''La sveglietta'', ''Lu pisci spada'' e ''[[Vecchio frack|Vecchio frac]]'', una delle due canzoni in [[Lingua italiana|italiano]] di questo periodo che nel [[1955]] passò praticamente inosservata e gli procura il primo problema con la censura a causa di un verso finale «Ad un attimo d'amore che mai più ritornerà» gli viene fatto cambiare in «Ad un abito da sposa primo e ultimo suo amor». Come egli stesso racconterà, questa canzone è ispirata alla vicenda del principe siciliano [[Raimondo Lanza di Trabia]] (marito dell'attrice [[Olga Villi]]), che si era suicidato nel novembre del [[1954]], all'età di 39 anni, gettandosi dalla finestra del suo palazzo in via Sistina a [[Roma]]<ref>Maurizio Ternavasio, ''La leggenda di mister volare. Domenico Modugno'', editore Giunti, 2004, pag. 35</ref>. Racconta peraltro un suo amico fraterno, il poeta e scrittore [[Giovanni Bruno]], che la canzone ebbe anche una seconda fonte di ispirazione in un racconto di spettri che la madre fece al cantante quando era bambino: la leggenda di un fantasma che usciva di notte dagli spalti del Castello di [[Conversano]] ([[Provincia di Bari|BA]]) e vagava per la città<ref>[http://www.cannibali.it/leggi.php?n=1&i=125&c=2 Intervista con Giovanni Bruno di Enzo Garofalo per la rivista culturale 'on line' cannibali.it (19 novembre 2007) http://www.cannibali.it/leggi.php?n=1&i=125&c=2]</ref>.
 
In quel periodo vengono pubblicati i primi [[Long playing|LP]]: l'album di esordio è ''[[I successi di Domenico Modugno I]]'' uscito nel [[1955]], che include alcuni brani già editi come 78 giri, seguito da ''[[I successi di Domenico Modugno II]]''. Spesso le canzoni di questo periodo si rifanno alla [[tradizione]] popolare siciliana e dei [[cantastorie]] siciliani, che furono del resto la sua prima esperienza musicale, anche se poi ha dichiarato: «Una notte, quando avevo tre anni, a Polignano a mare, fui svegliato da un suono bellissimo, che solo in seguito decifrai come il canto di un carrettiere; fu la mia prima esperienza musicale, quella per me fu la "musica" per molto tempo. Per questo ho iniziato a cantare con quelle canzoni; il cantastorie stava dentro di me, non era una scelta precisa»<ref>Intervista fatta da Maura Nuccetelli e Tommaso Di Francesco a Modugno il 23 ottobre del 1979, riportata in Gianni Borgna, La grande evasione - Storia del festival di Sanremo, editore Savelli (1980), pag. 184</ref>.