Pallone col bracciale: differenze tra le versioni

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*''"il Bimbo"'', [[Antonio Agostinelli]] di [[Mondolfo]];
*''"Rosina"'', Mantellini;
*''"Napoleone"'', [[Lorenzo Nidiaci]] di [[Poggibonsi]];
*''"Piombo"'', [[Francesco Zappi]] di [[Faenza]];
*''" Ghindo"'' [[Giuseppe Filippa]] di [[Cravanzana]]; l'elenco potrebbe riempire pagine e pagine , tanto fertile era la fantasia popolare e l'affetto per i propri beniamini.
 
Tra gli aneddoti, tramandati dalle testimonianze orali e dalle cronache del tempo, che contribuirono ad accrescere la popolarità dei cosiddetti ''"assi"'' del pallone se ne ricorda una riferita al giocatore Lotti. [[Giuseppe Lotti]] ([[Poggibonsi]],[[1874]]-[[1945]]) oltre ai trionfi conquistati a [[Firenze]], [[Roma]], [[Pisa]], [[Torino]], [[Arezzo]], ecc. fu protagonista di un episodio dal sapore boccaccesco legato alla sua passione per il gentil sesso. Donnaiolo impenitente amava farsi accompagnare, nelle lunghe stagioni agonistiche lontano dalla sua Poggibonsi e dalla famiglia, da donne di facili costumi. Una volta, in un noto e rinomato ristorante di Torino dove era solito pranzare si presentò con la sua bella ed elegante moglie e mentre stava a tavola con lei gli si avvicinò un amico che dandogli una pacca sulla spalla disse: «''O Beppe, che puttana di gran classe ti sei scelto questa volta!''». Le conseguenze dell'imbarazzante intervento sono facilmente immaginabili. Beppe da allora ebbe sempre al suo fianco un attento angelo custode: la sua dolce metà.
 
Da ricordare, tra le stelle di prima grandezza, oltre il citato Carlo Didimi, [[Dante Ulivi]] e [[Augusto Frullani]], entrambi di [[Monte San Savino]].
Da ricordare, tra le stelle di prima grandezza, oltre il citato Carlo Didimi, quel [[Dante Ulivi]] ([[Monte San Savino]],[[1868]]-[[1953]]) che si contraddistinse come giocatore eclettico, polivalente, capace di giocare ad alto livello in tutti i ruoli della squadra. Alle doti tecniche univa serietà e professionalità tali da essere considerato un vero "signore" nel variopinto mondo del pallone. [[Edmondo De Amicis]], che ebbe modo di vederlo giocare, ne tessé le lodi: ''"La correttezza e la grazia della scuola toscana sono incarnate nell'Ulivi, una figura di giovane amoroso di compagnia drammatica, battitore, spalla e terzino di egual valentia, il giocatore più sereno della squadra, il solo che non nomini mai invano il nome di Dio, e simpatico a tutti..."''.
 
== Il bracciale oggi ==