=== Il Concilio Vaticano II ===
{{vedi anche|Concilio Vaticano II}}
Come vescovo e superiore generale dei Padri dello Spirito Santo Lefebvre parteciperà al [[Concilio Vaticano II]] dopo aver fatto parte nel [[1962]] della sua Commissione preparatoria e nominato da [[papa Giovanni XXIII]], Assistente al Soglio Pontificio. Durante il Concilio si schierò con l'ala conservatrice del ''[[Coetus Internationalis Patrum]]''; assunse un atteggiamento fortemente critico nei confronti del rinnovamento liturgico, della [[collegialità episcopale]], dell'ecumenismo e della libertà religiosa, che avrebbe lasciato "a tutte le false religioni la libertà d'espressione" in uno spirito "liberale ecumenico". Nonostante in seguito rinnegò il fatto, affermando di non aver firmato il documento in questione<ref>{{Cita web|url=http://www.agerecontra.it/public/press/?p=12290|titolo=Intervista a Monsignor Lefebvre|accesso=18 settembre 2014|lingua=en}}</ref>, Lefebvre firmò lui stesso uno dei documenti del Concilio, la [[Dignitatis Humanae]],<ref>{{Cita web|autore= Rev. Brian Harrison, O.S.|url=http://www.culturewars.com/CultureWars/Archives/Fidelity_archives/SSPX8.htm|titolo=Marcel Lefebvre: Signatory to Dignitatis Humanae|accesso=18 settembre 2014|lingua=en}}</ref> che si poneva a favore della libertà religiosa. Tuttavia questa firma, come afferma Paolo Pasqualucci, professore emerito di filosofia del diritto presso l'Università di Perugia, fu semplicemente "per presa visione" e non un'approvazione sostanziale del contenuto della ''[[Dignitatis Humanae]]''.
Infatti,Secondo affermauna loricostruzione stessodi parte di Paolo Pasqualucci, ricostruendoprofessore iemerito fattidi filosofia del diritto presso l'Università di Perugia, questa firma sarebbe stata semplicemente "per presa visione" e non un'approvazione sostanziale del contenuto della ''[[Dignitatis Humanae]]''. Lefebvre poseavrebbe posto il "non placet" a ''Dignitatis Humanae'' e alla costituzione pastorale ''[[Gaudium et spes]]''; in seguito, su richiesta del [[papa Paolo VI]] e degli altri vescovi presenti alla discussione, appose la propria "firma per presa visione" anche ai due documenti a cui prima aveva dato il "non placet", come fecero tutti gli altri vescovi partecipanti<ref>Paolo Pasqualucci, ''Ancora sulla pertinace quanto infondata accusa a Mons. Lefebvre di aver "approvato", firmandoli, tutti i documenti del Concilio'', 03/07/3 luglio 2015, [[chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/07/paolo-pasqualucci-ancora-sulla.html]]</ref>. LaQuesta ricostruzione dei fatti è descritta ancheripetuta nella biografia di Lefebvre scritta da Mons.monsignor [[Bernard Tissier de Mallerais]], uno dei vescovi che Lefebvre ordinò nel 1988<ref>Bernard Tissier de Mallerais, "''Mons. Marcel Lefebvre. Una Vita"'', Tabula Fati, Chieti, novembre 2005, pag. 333</ref>. All'ex missionario l'ecumenismo, le modifiche alla liturgia e all'insegnamento religioso apparivano come altrettante concessioni «a uno spirito neo-modernista e neo-protestante» capace di condurre alla rovina del sacerdozio, all'annientamento del sacrificio e dei sacramenti, alla scomparsa della vita religiosa. Insieme ad altri teologi espresse le sue critiche sulla [[riforma liturgica]] nel ''[[Breve esame critico del Novus ordo Missae]]'' pubblicato nel settembre 1969, documentocon della qualeprefazione idei cardinali Ottaviani e Bacci scrissero la prefazione.
{{vedi anche|Intervento Ottaviani}}
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