Rancate (Mendrisio): differenze tra le versioni

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== Storia ==
La storia di Rancate quale luogo di insediamento umano si colloca all'interno della più generale storia di tutta la zona del [[Mendrisiotto]], che vede il passaggio di numerose popolazioni, tra cui i i [[Liguri |Liguri]], gli [[Etruschi]], i [[Celti]], i [[Civiltà romana|Romani]] e i popoli barbarici<ref>AA.VV., ''Rancate'', Comune di Rancate, 1984 (?), pp. 9-10</ref>. La prima citazione specifica del borgo si colloca però nel 1190 con il nome di "''Rancade''"<ref name="articles">https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/002241/2017-01-18/ consultato il 12.11.2020</ref>, mentre la prima menzione come [https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/010261/2013-04-05/ comune] risale al 1335, anche se forse era già tale sul finire del [[XIII secolo]]<ref>https://hls-dhs-dss.ch/it/ name="articles/002241/2017-01-18/" consultato il 12.11.2020</ref>. Dal punto di vista amministrativo e spirituale Rancate dipese dalla [https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/010360/2010-02-17/ pieve] di Riva S.Vitale fino al 1528, quando si separò dalla chiesa matrice e la [[Chiesa di Santo Stefano (Mendrisio)|chiesa di Santo Stefano]] divenne [https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/011744/2010-12-23/ parrocchia]<ref>https://hls-dhs-dss.ch/it/ name="articles/002241/2017-01-18/" consultato il 12.11.2020</ref>.
 
La vita dei rancatesi, fino alla fine della [[Seconda Guerra Mondiale]], fu dedicata soprattutto allo sfruttamento delle risorse della terra e questo è confermato dalla presenza di numerose corti, che sono "''l'espressione più autentica della vita e della cultura contadine''"<ref>AA.VV., ''Rancate'', Comune di Rancate, 1984 (?), p. 17</ref>, ma anche dalla presenza di [[mulini]] (Pizzuolo, Tana, Molino Nuovo) e di un [[maglio]] (Penate), ossia un'officina in cui l'acqua veniva sfruttata come fonte di energia per lavorare i metalli e ricavarne arnesi agricoli<ref>AA.VV., ''Rancate'', Comune di Rancate, 1984 (?), p. 18</ref>. L'attività agricola e artigianale fu sempre affiancata dall'[[Emigrazione ticinese|emigrazione]], anche di artigiani e artisti, che nel tentativo di far fronte alla scarsità dei frutti dell'agricoltura spesso riuscirono anche ad ottenere una certa fama, come ad esempio [[Carlo Fontana]], [[Grazioso Rusca]] e [[Giuseppe Belloni]]<ref name="rancate">AA.VV., ''Rancate'', Comune di Rancate, 1984 (?), pp. 21-22</ref>. Le mete di queste migrazioni, spesso stagionali, andarono via via ampliandosi, portando i gli abitanti inizialmente in direzione dell'[[Italia]], e poi, soprattutto dalla metà del [[XVII secolo]], in [[Europa centrale]] e [[Europa orientale|orientale]]<ref>Giovanni Piffaretti (a cura di), ''Ligornetto : comunità di contadini ieri, di pendolari oggi, villaggio "all’arte incline"'', Comune di Ligornetto, Banca Raiffeisen di Ligornetto, Ligornetto, 2003, pp. 18-20</ref>, e infine in [[America]] ([[XX secolo]]).
 
Con il passare del tempo, in particolare a seguito della Seconda Guerra Mondiale, il paese perse la sua vocazione prettamente agricola, acquisendo invece quella residenziale, e in seguito industriale<ref>https://mendrisio.ch/storia-di-rancate/ consultato il 12.11.2020</ref>.
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== Monumenti e luoghi d'interesse ==
* [[Chiesa di Santo Stefano (Mendrisio)|Chiesa di Santo Stefano]]: la chiesa parrocchiale di Santo Stefano è attestata dal 1466 e divenne [https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/011744/2010-12-23/ parrocchia] nel 1528, quando Rancate ottenne la sua indipendenza amministrativa e spirituale dalla [https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/010360/2010-02-17/ pieve] di Riva S.Vitale<ref name="svizzera_italiana">AA.VV., ''Guida d'arte della Svizzera italiana'', Casagrande, Bellinzona, 2007, p. 423</ref>. L'edificio attuale risale però al [[XVIII secolo]], e in particolare agli anni compresi tra il 1771 e il 1774, quando la chiesa fu ricostruita e ampliata da [[Innocenzo Regazzoni]], che le diede un [[Architettura tardobarocca|gusto tardobarocco]] (consacrazione nel 1818)<ref>AA.VV., ''Guidaname="svizzera_italiana" d'arte della Svizzera italiana'', Casagrande, Bellinzona, 2007, p. 423</ref>. <br>Al suo interno sono conservate opere di numerosi artisti attivi nella regione, tra cui [[Grazioso Rusca]] e [[Giovanni Battista Bagutti]]<ref>AA.VV., ''Guida d'arte della Svizzera italiana'', Casagrande, Bellinzona, 2007, p. 424</ref>.
* Oratorio di S.Giovanni Battista: edificio del [[XVII secolo]] restaurato nel 1983-1984<ref>AA.VV., G''uida d'arte della Svizzera italiana'', Casagrande, Bellinzona, 2007, p. 425</ref> sul cui sagrato sono presenti 14 cappelle della [[Via Crucis]] che un tempo portavano gli [[affreschi]] [[Antonio Rinaldi (pittore)|Antonio Rinaldi]], oggi scomparsi<ref>AA.VV., ''Rancate'', Comune di Rancate, 1984 (?), pag. 36</ref>.
* {{cn|Casa Caroni, eretta nel XVII secolo}}.
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=== Musei ===
==== Pinacoteca Giovanni Züst ====
La pinacoteca deve il suo nome e la sua nascita alla donazione del dottor [[Giovanni Züst]], il quale nel corso della sua vita collezionò numerose pitture e oggetti antichi e il 9 giugno 1966 decise di donare al [[Canton Ticino]] la sua collezione di opere di artisti attivi sul territorio ticinese dal [[XVII secolo|XVII]] al [[XIX secolo]]<ref name="La Pinacoteca - PINACOTECA ZUEST (DECS) - Repubblica e Cantone Ticino">https://www4.ti.ch/decs/dcsu/pinacoteca-zuest/info-pinacoteca/la-pinacoteca/ consultato il 12.11.2020</ref>. Tale collezione è costituita in larga parte da opere di [[Antonio Rinaldi (pittore)|Antonio Rinaldi]], pittore originario di [[Tremona]] che rappresenta l'anima più locale della collezione, vista anche la sua permanenza del [[Mendrisiotto]] per gran parte della sua vita<ref name="casagrande">Jean Soldini, ''La Pinacoteca Züst'', edizioni Casagrande, Bellinzona, 1988, p. 5</ref>. L'altra anima invece presenta opere il cui vertice è rappresentato dal [[Giovanni Serodine|Serodine]] e dal [[Giuseppe Antonio Petrini|Petrini]] e che si collocano in una relazione meno stretta con il territorio locale ma che occupano un ruolo importante per l'arte del loro tempo<ref>Jean Soldini,name="casagrande" ''La Pinacoteca Züst'', edizioni Casagrande, Bellinzona, 1988, p. 5</ref> (infatti, [[Roberto Longhi (storico dell'arte)|Roberto Longhi]] definisce il [[Giovanni Serodine|Serodine]] "''non soltanto il più forte pittore del Canton Ticino, ma uno dei maggiori di tutto il Seicento italiano''"<ref>https://www4.ti.ch/decs/dcsu/pinacoteca name="La Pinacoteca -zuest/info PINACOTECA ZUEST (DECS) -pinacoteca/la-pinacoteca/ consultatoRepubblica ile Cantone Ticino" 12.11.2020</ref>).
 
A fianco di queste opere, che nel corso del tempo sono aumentate grazie a donazioni, prestiti e acquisti, sono spesso organizzate delle mostre temporanee<ref>https://www4.ti.ch/decs/dcsu/pinacoteca name="La Pinacoteca -zuest/info PINACOTECA ZUEST (DECS) -pinacoteca/la-pinacoteca/ consultatoRepubblica e Cantone ilTicino" 12.11.2020</ref>.
 
=== Arte ===
La scarsità dei proventi derivanti dall'agricoltura spinsero molti uomini, spesso artisti e artigiani, a emigrare. L'inizio dell'emigrazione artistica come fenomeno collettivo si situa nel [[XII secolo]]<ref>Giovanni Piffaretti (a cura di), ''Le cave di marmo di Arzo'', Comune di Arzo, Arzo, 2003, p. 5</ref>, ma fu soprattutto nei secoli successivi che il fenomeno conobbe una notevole espansione, portando le maestranze di Genestrerio in vari Paesi europei (soprattutto [[Italia]], [[Francia]] e [[Russia]])<ref>https://hls-dhs-dss.ch/it/ name="articles/002241/2017-01-18/ consultato il" 12.11.2020</ref>. Alcuni di questi migranti riuscirono ad affermarsi come artisti di valore, e tra di essi si possono annoverare [[Carlo Fontana]], [[Grazioso Rusca]] e [[Giuseppe Belloni]].
 
==== Carlo Fontana (1638-1714) ====
[[Carlo Fontana]] nacque a Rancate nel 1638 e ancora adolescente si recò a [[Roma]], dove entrò in contatto con maestri come il [[Bernini]], il [[Borromini]] e [[Pietro da Tortona]]<ref>AA.VV., ''Rancate'',name="rancate" Comune di Rancate, 1984 (?), pp. 21-22</ref>. Con il primo collaborò nella realizzazione di varie opere commissionate da [[papa Alessandro VII]] e dalla sua famiglia<ref>https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/024528/2004-08-31/ consultato il 12.11.2020</ref> e in seguito, precisamente nel 1667, divenne architetto della [[Basilica di San Pietro in Vaticano|Basilica di S.Pietro]]<ref>AA.VV.,, ''Rancate'', Comune di Rancate, 1984 (?), pp. 21-22</ref>. Fu però a partire dal 1680 che egli si dedicò a quelle opere che maggiormente vengono ricordate e lodate dalla critica, come ad esempio la facciata della [[Chiesa di San Marcello al Corso|chiesa di S. Marcello al Corso]] negli anni 1682-1684 oppure la cappella battesimale a [[San Pietro in Vaticano|S. Pietro]]<ref>https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/024528/2004-08-31/ consultato il 12.11.2020</ref>. Nonostante la sua fortissima presenza nel contesto romano egli progettò anche alcune opere fuori dall'Italia, tra cui la [[cattedrale di Fulda]], le scuderie imperiali di [[Vienna]] e la cupola del [[Duomo di Como]]<ref>AA.VV., ''Rancate'',name="rancate" Comune di Rancate, 1984 (?), pp. 21-22</ref>.
 
==== Grazioso Rusca (1757-1829) ====
[[Grazioso Rusca]], nato a Rancate, fu uno scultore attivo in varie città del [[Nord Italia]], con una preponderanza a [[Como]] e soprattutto [[Milano]], dove egli operò nel [[Duomo di Milano|Duomo]] diventando anche lo scultore-capo del cantiere<ref>AA.VV., ''Rancate'', Comune di Rancate, 1984 (?), p. 23</ref>. Sulla facciata del [[Duomo di Milano|Duomo]] è possibile osservare alcune delle sue opere, come ad esempio il [[San Luca]] e alcuni [[bassorilievi]] (''Mosè salvato dalle acque del Nilo'', ''Il profeta Elia che presenta alla madre il figlio da lui resuscitato'', ''Davide e Golia'', ''Lot fuggente'' e ''Adamo scacciato dall'Eden'')<ref>AA.VV., ''Rancate'', Comune di Rancate, 1984 (?), p. 23</ref>.
La sua produzione artistica è osservabile anche nel suo paese natale, dove egli realizzò il pulpito della [[Chiesa di Santo Stefano (Mendrisio)|chiesa parrocchiale]] e la statua di [[Santo Stefano|Santo Stefano]] presente nella piazza del paese<ref>AA.VV., ''Rancate'', Comune di Rancate, 1984 (?), p. 23</ref>.
 
==== Giuseppe Belloni (1898-1964) ====
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* Jean Soldini, ''La Pinacoteca Züst'', edizioni Casagrande, Bellinzona, 1988
* Giovanni Piffaretti (a cura di), ''Le cave di marmo di Arzo'', Comune di Arzo, Arzo, 2003
* Giovanni Piffaretti (a cura di), ''Ligornetto : comunità di contadini ieri, di pendolari oggi, villaggio "all’arte incline"'', Comune di Ligornetto, Banca Raiffeisen di Ligornetto, 2003
 
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