Sigmund Freud: differenze tra le versioni
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Freud commentò in margine al loro colloquio, protrattosi per due ore: "''È vivace, sicuro di sé, piacevole. Di psicologia ne capisce quanto me di fisica, tanto che abbiamo avuto una conversazione molto scherzosa''".
L'idea diffusa secondo cui Einstein era un ammiratore di Freud è erronea, come ha fatto notare A. H. Esterson: in una lettera a uno dei suoi figli nei primi anni trenta<ref>Roger Highfield e Paul Carter, ''The Private Lives of Albert Einstein'', St. Martin's Griffin, p.233</ref> Einstein scrisse che non era rimasto convinto dalle opere di Freud e che riteneva i suoi metodi dubbi se non fraudolenti. Nel [[1933]] infine, a richiesta della [[Società delle Nazioni]], venne pubblicata una discussione con Einstein sul tema: "''[[Perché la guerra?]]''". Freud, al contrario di Einstein, affermò l'impossibilità della fine delle guerre, in quanto l'[[aggressività]], fondamento di ogni guerra, è radicata nell'uomo.<ref>S. Freud, ''Lettera a Einstein'', settembre 1932, in ''[[Opere di Sigmund Freud|Opere]]'', pp. 293 e ss. [http://www.emsf.rai.it/brani/brani.asp?d=267#links ''Disponibile online''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111122005133/http://www.emsf.rai.it/brani/brani.asp?d=267#links |
Vi erano anche delle vedute comuni; come lo stesso Einstein, Freud non volle supportare attivamente il [[sionismo]] (né moralmente né finanziariamente), poiché aveva delle riserve sulla creazione di uno [[Stato ebraico]] nella [[Palestina]] sotto mandato britannico.<ref name=sionismo>[http://archiviostorico.corriere.it/2003/giugno/28/Freud_disse_sionismo_diaspora_tutti_co_0_030628103.shtml ''Freud disse no al sionismo: "La diaspora è di tutti"'']</ref> Einstein, nonostante non credesse nell'[[ebraismo]], si sentiva profondamente ebreo, come anche Freud: {{citazione|Posso dire di sentirmi lontano dalla religione ebraica come da tutte le religioni. Per contro ho sempre avuto molto forte il senso di appartenenza al mio popolo, che ho cercato di coltivare anche nei miei figli. (...) Ciò che mi legava all'ebraismo era (...) non la fede, e nemmeno l'orgoglio nazionale (...). Ho sempre cercato di reprimere l'orgoglio nazionale, quando ne sentivo l'inclinazione (...). Ma tante altre cose rimanevano che rendevano irresistibile l'attrazione per l'ebraismo e gli ebrei, molte oscure potenze del sentimento»<ref name=sionismo/>}}
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In Francia, l'''Institut national de la santé et de la recherche médicale'' (l'organismo pubblico francese dedicato alla salute e alla ricerca medica) ha pubblicato nel 2004 l'expertise collettiva "Psychothérapie: Trois approches évaluées", una rassegna critica di studi clinici e di meta-analisi precedenti, in cui veniva valutata l'efficacia di tre diversi approcci psicoterapeutici, fra cui quello di ispirazione psicoanalitica<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://previsu-web.inserm.fr/fr/questionsdesante/mediatheque/expertises/ "INSERM. Psychothérapie: Trois approches évaluées", Expertise Collective INSERM, 2004] |date=gennaio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>.
Gli otto esperti che hanno realizzato tale rapporto provenivano da indirizzi diversi di psicologia clinica, sei di loro erano stati psicoanalizzati e uno era uno psicoanalista lacaniano. Lo psichiatra e psicoterapeuta [[Jean Cottraux]], uno di questi otto autori, riassume le caratteristiche e i risultati dell'expertise nel modo seguente: "[...] il rapporto INSERM non si occupava della psicoanalisi nel senso stretto del termine, esso valutava l'efficacia delle terapie psicoanalitiche brevi, della terapia familiare [di vari indirizzi] e delle terapie cognitivo-comportamentali. Le sue conclusioni erano particolarmente misurate. Erano stati studiati sedici disturbi. Le [[Psicoterapia#Scuola cognitivo-comportamentale|terapie cognitivo-comportamentali]] hanno dimostrato un effetto positivo in quindici disturbi su sedici, le [[terapia familiare|terapie familiari]] in cinque disturbi su sedici, le [[psicoterapia psicodinamica|psicoterapie psicodinamiche]] d'ispirazione psicoanalitica in un solo disturbo su sedici. Si trattava di [[disturbo della personalità|disturbi della personalità]] in cui anche le TCC (sigla che sta per "terapie cognitivo-comportamentali") hanno dimostrato la loro efficacia. Erano proposte indicazioni precise per ciascun disturbo, il che permetteva alle diverse correnti di dividersi il terreno in funzione dei loro poli di eccellenza. Il rapporto consentiva così ai pazienti di compiere una scelta informata. Le terapie psicoanalitiche brevi venivano considerate una buona indicazione in almeno il 30% delle domande di psicoterapia che provenivano da pazienti affetti da un disturbo di personalità isolato o associato alla [[disturbo depressivo|depressione]], o da un [[ansia|disturbo ansioso]].<ref name=JB>Jacques Bénesteau, [http://www.psychiatrie-und-ethik.de/infc/1_gesamt_fr.html La Désinformation des Freudiens] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110820103509/http://www.psychiatrie-und-ethik.de/infc/1_gesamt_fr.html |
Il filosofo francese [[Paul Ricœur]] ha fatto anche notare che Freud non è così neutrale nel suo metodo. Egli aderisce fin dall'inizio dei suoi studi alla filosofia del [[positivismo]], in particolare alla ''[[Weltanschauung]]'' [[scientismo|scientista]], che proponeva una concezione meccanicistica dell'uomo. L'uomo nella psicoanalisi è simile a una macchina guidata dai suoi istinti (libido in particolare), dunque, sempre secondo Ricoeur, non sono rispettate né la sua libertà né la sua responsabilità.<ref>[http://www.losguardo.net/public/archivio/num12/articoli/2013_12_Filippo_Righetti_Ricoeur_interprete_di_Freud.pdf Ricœur interprete di Freud. Ermeneutica e testimonianza dell'energetica esistenziale]</ref>
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