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Rispetto al canale tradizionale, nel canale diretto i prodotti sono solitamente più convenienti per i consumatori, grazie al contenimento dei costi di produzione e l’assenza di intermediazione. Il prezzo risulta inoltre più trasparente a livello di formazione lungo la filiera. L’Antitrust , in un’indagine del 2007 sulla filiera ortofrutticola, evidenzia che il ricarico medio sul prezzo finale è del 77% nel caso di acquisto diretto e del 300% nel caso di presenza di 3-4 intermediari. Secondo una stima della Cia, acquistando direttamente dal produttore il risparmio va dal 30 al 35 per cento. Oltre ai consumatori, anche il produttore può ottenere un guadagno più equo in base ai fattori produttivi impiegati e può riappropriarsi di una parte del valore che usualmente si disperde nei vari passaggi lungo la filiera.<ref>{{Cita|FONTE 2}}.</ref>
La problematica della distribuzione del valore lungo la filiera e, in particolare, dei prezzi dei prodotti al consumo, è centrale. In merito a questo, le filiere corte:
* possono ridurre i costi complessivi di produzione e distribuzione del cibo attraverso la riduzione dei chilometri percorsi dal cibo e del numero di passaggi di intermediazione;▼
* rappresentano un’alternativa ai canali distributivi dominanti, e quindi possono contribuire ad evitare gli squilibri di potere contrattuale lungo la filiera;▼
* possono consentire l’accesso al mercato a categorie di produttori e a tipologie di prodotti, che difficilmente possono accedere ai canali distributivi più moderni;▼
* agevolano la trasmissione delle informazioni tra produttori e consumatori circa le caratteristiche e gli effetti dei processi produttivi e dei prodotti, consentendo al prezzo che si forma sui mercati di tenere meglio in considerazione le esternalità positive e negative generate dai processi produttivi, soprattutto in termini di effetti sociali e ambientali;▼
* infine appaiono luoghi ideali per impostare nuove modalità di rapporto produzione-consumo improntate a valori etici e morali e alternative al mercato convenzionale, promuovendo quindi una revisione degli stessi stili di produzione e di consumo.▼
Ci sono approcci molto diversi da parte dei Mercati esistenti per affrontare la problematica del prezzo. In sintesi, possono essere evidenziati due grandi “poli di gravitazione” per quanto riguarda le scelte effettuate relativamente al tema del prezzo giusto
* da un lato vi sono quei meccanismi che affrontano il tema del prezzo giusto da un punto di vista strettamente economico : il focus è diretto sui benefici economici che produttori e consumatori possono trarre dall accorciamento della filiera. Questo approccio induce a optare per la scelta di meccanismi di determinazione del prezzo improntati più al lato del mercato, con l’esposizione e il confronto dei prezzi rilevati sugli altri canali, o la previsione di tetti massimi dei prezzi;▼
* dall’altro lato l’attenzione non è rivolta solo all’aspetto economico e il prezzo considerato giusto è quello che consente di tener conto dei benefici sociali e ambientali generati da un sistema “alternativo” di produzione e consumo. Questo approccio porta a dare maggiore risalto agli aspetti relativi alla comunicazione dei “valori” del prodotto e al tema del costo (sociale) di produzione.
Evidentemente entrambi gli approcci sono legittimi e possono essere funzionali ai diversi obiettivi che gli organizzatori e partecipanti dei mercati dei produttori agricoli possono porsi.
Nonostante l’eterogeneità degli approcci
=== Fattori determinanti per l'imprenditore che influiscono sulla scelta di utilizzazione del canale corto ===
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* Aspetto ambientale: il minore inquinamento, il risparmio di energia e la difesa dell’ambiente legati al consumo dei prodotti locali (cibo “a chilometro zero”, minore utilizzo di packaging, spesso prodotti biologici ottenuti per definizione con minore uso di input chimici)
* Aspetto socio-culturale: occasione per riscoprire il mondo rurale e quindi salvaguardare le tradizioni la cultura enogastronomica del territorio<ref>{{Cita|FONTE 2}}.</ref>
▲* possono ridurre i costi complessivi di produzione e distribuzione del cibo attraverso la riduzione dei chilometri percorsi dal cibo e del numero di passaggi di intermediazione;
▲* rappresentano un’alternativa ai canali distributivi dominanti, e quindi possono contribuire ad evitare gli squilibri di potere contrattuale lungo la filiera;
▲* possono consentire l’accesso al mercato a categorie di produttori e a tipologie di prodotti, che difficilmente possono accedere ai canali distributivi più moderni;
▲* agevolano la trasmissione delle informazioni tra produttori e consumatori circa le caratteristiche e gli effetti dei processi produttivi e dei prodotti, consentendo al prezzo che si forma sui mercati di tenere meglio in considerazione le esternalità positive e negative generate dai processi produttivi, soprattutto in termini di effetti sociali e ambientali;
▲* infine appaiono luoghi ideali per impostare nuove modalità di rapporto produzione-consumo improntate a valori etici e morali e alternative al mercato convenzionale, promuovendo quindi una revisione degli stessi stili di produzione e di consumo.
▲'''L’enfasi creatasi attorno al prezzo contrasta tuttavia con lo spirito delle iniziative di filiera corta, la cui finalità non è tanto di raggiungere un prezzo “basso”, quanto un prezzo “equo”, in grado di riconoscere un giusto valore ai prodotti.'''
▲In sintesi, possono essere evidenziati due grandi “poli di gravitazione” per quanto riguarda le scelte effettuate relativamente al tema del prezzo giusto (Marescotti et al., 2010a e 2010b):
▲* da un lato vi sono quei meccanismi che affrontano il tema del prezzo giusto da un punto di vista strettamente economico : il focus è diretto sui benefici economici che produttori e consumatori possono trarre dall accorciamento della filiera. Questo approccio induce a optare per la scelta di meccanismi di determinazione del prezzo improntati più al lato del mercato, con l’esposizione e il confronto dei prezzi rilevati sugli altri canali, o la previsione di tetti massimi dei prezzi;
▲Evidentemente entrambi gli approcci sono legittimi e possono essere funzionali ai diversi obiettivi che gli organizzatori e partecipanti dei mercati dei produttori agricoli possono porsi.
▲Nonostante l’eterogeneità degli approcci al prezzo giusto e i limiti che essi presentano, la discussione sul criterio più opportuno da seguire per intervenire sul prezzo sembra aver generato un più generale processo di ripensamento e ri-definizione di aspetti specifici dei modelli dominanti di produzione-consumo. In questo senso, i mercati dei produttori si confermano nell’assumere un ruolo di grande importanza. Come nicchie di innovazione di sistema (Brunori et al., 2009), essi si configurano come luoghi privilegiati dove è possibile sperimentare nuovi approcci al cibo e nuove pratiche per la sua produzione e il suo consumo. ] (FONTE 9)<ref>{{Cita|FONTE 9}}.</ref>
== filiera corta VS filiera lunga ==
=== I canali distributivi ===
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