Macrocosmo e microcosmo: differenze tra le versioni
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Più tardi anche [[Tommaso d'Aquino]] si farà portatore di una visione cosmologica incentrata sul principio di analogia: la creazione è per lui strutturata gerarchicamente, in un perenne passaggio dalla potenza all'atto, secondo una scala ascendente che va dalle piante agli animali, e da questi agli uomini, fino agli [[angelo|angeli]] e a [[Dio]], che in quanto [[motore immobile]] dell'universo è responsabile di tutti i processi naturali. Creando continuamente il mondo dal pieno di Sé, in un processo tuttora ininterrotto, ne risulta che la realtà è una Sua emanazione, fatta come dice la [[Genesi]] a Sua «immagine e somiglianza»; gli enti sono una copia di Dio, pur non coincidendo con Dio stesso che appunto non risiede nelle realtà naturali, perché ciò significherebbe [[panteismo]], che Tommaso rifugge. A differenza degli esiti a cui giungerà la [[filosofia scolastica|scolastica]] più tarda, esiste dunque un'analogia tra il piano immanente e quello trascendente, intesa da Tommaso in senso prevalentemente [[qualità (filosofia)|qualitativo]], a differenza dei rapporti logico-matematici intercorrenti su un piano orizzontale, cioè tra enti di pari natura, dove prevale un'analogia di tipo [[quantità (filosofia)|quantitativo]].
Nel XII secolo, il neoplatonico [[Bernardo Silvestre]], legato alla [[Scuola di Chartres]], compose il poema ''Megacosmus et Microcosmus''. Al suo interno trovano menzione figure della mitologia pagana come la dea [[Urania (mitologia)|Urania]] e il creatore [[Tetramorfo|Pantoformo]], in sostituzione del [[Demiurgo]].
===Rinascimento===
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