Utente:Mihawski/Sandbox: differenze tra le versioni

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1) Traumi infantili
 
Uno studio svolto recentemente presso l'Università di Washington ha tenuto sott'occhio circa 250 bambini di età compresa tra gli otto e i sedici anni per capire che ruolo hanno avuto i traumi sulla loro crescita. Molti bambini sono stati sottoposti, ad esempio, a violenze fisiche, emotive e/o sessuali e ciò ha aggravato la loro condizione; infatti, alcuni di essi, hanno mostrato un invecchiamento biologico più rapido (a causa, probabilmente, dell'aumento della depressione), se paragonati con i propri coetanei. Altri, al contrario, hanno mostrato un ritardo nello sviluppo puberale in quanto sono stati spesso trascurati dalla propria famiglia. <ref name=":0"> https://www.stateofmind.it/2018/12/trauma-conseguenze-bambini/, Giovanni Belmonte, ''L’effetto del trauma sulla crescita dei bambini'', 18 dicembre 2018, 28 dicembre 2020 </ref>
 
Quest'ultima, però, ha un ruolo fondamentale per la modellazione della mente del bambino. Molto prima di iniziare la vita scolastica, il bambino osserva i comportamenti dei propri genitori e, ascoltando anche le parole che essi utilizzano, assimilano i concetti fondamentali (come ad esempio cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa fa male e cosa fa bene, il senso dell'umorismo). Infatti, i bambini tendono spesso a imitarli, a voler diventare come loro in quanto, essendo persone più grandi, sono una sorta di ispirazione. Infatti, una ricerca svoltasi nel 1984 in Danimarca, ha dimostrato che bambini che avevano genitori criminali e in continuo contrasto con la legge, erano più inclini a cacciarsi nei guai rispetto ai loro coetanei che avevano dei genitori con un passato lontano dalla criminalità.
 
La famiglia Khan del Pakistan, invece, ha dimostrato che anche le abilità naturali si trasmettono geneticamente. Infatti, sia padre che figlio hanno vinto trofei sportivi di squash e tali abilità sportive non sono state trasmesse solamente a persone che condividono lo stesso sangue, ma addirittura anche ai cognati.
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Per capire meglio cosa succede al cervello in isolamento, è stato fatto un esperimento all'interno di una stanza insonorizzata con una luce artificiale, un letto, acqua e cibo, un lavandino e un minuscolo gabinetto per la durata di 72 ore (secondo gli psicologici, i danni cerebrali cominciano a notarsi già dopo 3 giorni rinchiusi dentro una stanza) e gli effetti sono stati numerosi. Innanzitutto il soggetto, dopo pochi minuti passati all'interno della stanza, ha cominciato a tenere la propria mente allenata con una serie di esercizi mentali e fisico-cognitivi contando le dita, compiendo numerosi passi e allenandosi (cosa che non ha mai fatto prima ad ora). Dopo poche ore, a causa dell'assenza di un orologio, ha immediatamente perso la cognizione del tempo sostenendo, ad esempio, di aver dormito 8 ore a discapito delle 3 ore effettive. Inoltre, chiudere occhio non è stato facile in quanto, dopo 2 giorni, sono apparse le prime allucinazioni, episodi di tipo psicotico avendo anche delle piccole difficoltà a distinguere il sogno dalla realtà. Dopo 3 giorni, il cervello ha mostrato qualche difficoltà a rimanere attivo. Infatti, è aumentata la difficoltà di contare facendo anche fatica a pensare a quello che ha fatto pochi istanti prima. La depressione è aumentata in modo esponenziale, molti pensieri illogici e diminuzione delle abilità cognitive e del suo senso di benessere. Passare 3 giorni in isolamento può essere una sfida ardua, in fondo realizzabile, ma questo differisce al quanto dal viverci settimane o addirittura mesi che porterebbe al crollo sia fisiologico che mentale dell'individuo stesso.
 
==Note==
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