David Perlmutter: differenze tra le versioni
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Anche nei giorni precedenti alla liberazione del campo la resistenza operò efficacemente per impedire che i minori fossero inseriti nelle marce della morte o uccisi e avessero il cibo necessario per sopravvivere. Il padre, che il bambino aveva potuto continuare a vedere per tutta il periodo della sua permanenza al campo, fu invece evacuato con altri 40.000 prigionieri nei giorni immediatamente precedenti alla liberazione e non sopravvisse alla marcia.
David fu esposto come tutti i prigionieri alle durissime condizioni del campo, alla fame, al freddo e alle malattie, ma quando il 12 aprile 1945 le truppe americane americane liberano il campo, egli sarà uno dei 904 minori trovati ancora in vita.<ref>{{cita web|https://www.thedailybeast.com/when-american-soldiers-opened-buchenwald-photos|When American Soldiers Opened Buchenwald|lingua=en}}</ref> I [[bambini di Buchenwald]] furono il gruppo più numeroso di bambini sopravvissuti in un campo di concentramento. L'organizzazione clandestina di Buchenwald aveva fatto tutto il possibile per dare loro protezione e futuro.
A 8 anni David era tra i prigionieri più piccoli. Di lui esistono numerose fotografie che lo ritraggono al campo nei giorni e nelle settimane successive alla liberazione.<ref>{{cita web|http://www.auschwitz.dk/Schleifstein.htm|Litte Joseph: A Four Year Old Boy Survived|lingua=en}}</ref> In una di esse il piccolo è assieme a [[Stefan Jerzy Zweig]] (4 anni) con il quale aveva condiviso la prigionia. I due siedono di fronte al filo spinato ormai divelto della recinzione.
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Altre foto lo ritraggono con [[Israel Meir Lau]] e [[Izio Rosenman]] con i quali David formerà un inseparabile trio tra i 426 bambini inviati nel dopoguerra alla scuola francese di [[Écouis]].<ref>{{cita libro|autore= Izio Rosenman |capitolo= Life during the Camps and After: Displacement and Rehabilitation of the Young Survivors |curatore= Françoise S. Ouzan |curatore2= Manfred Gerstenfeld |titolo= Postwar Jewish Displacement and Rebirth: 1945-1967 |città= Leiden |editore= Brill |anno= 2014 |pp= 99-111 }}</ref> Rimasto orfano, senza nessuno di famiglia a potersi prendere cura di lui, David resta in Francia dove trascorre la sua intera esistenza.
A partire dagli anni novanta si rende disponibile con sempre maggiore frequenza a parlare della sua esperienza e diventa così uno dei più attivi testimoni dell'Olocausto in Francia. Nel 1995 è tra i testimoni intervistati nel libro di Miriam Rouveyre, ''Enfants de Buchenwald''. Il 12 aprile 2005 è invitato a parlare dal Presidente dell'Assemblea Nazionale francese per le celebrazioni del
Con decreto del 31 dicembre 2010 gli e stata conferita la [[Legion d'onore]] assieme a Charles Finkel, Jacques Finkel, Georges Kestenberg, Ijo Schaechter e Alexandre Strol, cinque altri [[bambini di Buchenwald]] residenti in Francia.<ref>{{cita web|https://www.podcastjournal.net/Legion-d-Honneur-pour-les-six-Anciens-enfants-rescapes-du-camp-de-Buchenwald_a6906.html|Légion d'Honneur pour les six 'Anciens enfants' rescapés du camp de Buchenwald|lingua=fr}}</ref> Simile onorificenza era stata data in precedenza assegnata ad altri loro compagni: Armand Bulwa e Izio Rosenman (31 dicembre 2009) e Léon Lewkowicz (il 2 aprile 2010).
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